sabato, 20 Aprile, 2024
Esteri

Ucraina: Biden avverte Putin e chiama l’Europa. Diplomazie al lavoro

Pesanti sanzioni Usa se Mosca minaccia Kiev

l vertice virtuale ,aperto con sorrisi reciproci, non ha sbloccato la crisi che riguarda l’Ucraina, di fatto assediata dalle truppe russe ed è servito a passare in rassegna anche altri dossier scottanti come quello dell’Afghanistan e dell’Iran. I due Presidenti si sono parlati con franchezza, ma ognuno è rimasto sulle proprie posizioni. L’unico segnale positivo è che il confronto passa ora nelle mani di esperti diplomatici dei due Paesi che continueranno ad esaminare i problemi. Segnale che il dialogo rimane aperto anche se non si vede dove possa condurre.

Il Cremlino continua a ritenere l’Ucraina un Paese che deve restare in qualche modo nella sua sfera di influenza e considererebbe un’aggressione inaccettabile l’adesione di Kiev alla Nato. La Casa Bianca, a sua volta, ritiene inaccettabile che sia violata l’integrità territoriale dell’Ucraina, Paese amico degli Stati Uniti e dell’Europa e che ha già subito lo scippo della Crimea e la guerra civile nel Donbass.

Biden ha minacciato pesanti sanzioni soprattutto nel settore dell’informatica contro la Russia se l’escalation dovesse continuare. È molto probabile che nel breve periodo non succeda nulla e che Putin inviando decine di migliaia di soldati voglia mostrare i muscoli senza usarli, magari sperando in un passo falso del governo di Kiev. Insomma una strategia per logorare i nervi di Kiev senza però passare ad atti concreti.

Biden e Putin hanno parlato anche dell’Afghanistan, e del sostegno eccessivo di Mosca ai Talebani che era iniziato molto prima della decisione americana di ritirarsi da Kabul.

La novità più interessante è la volontà ferma di Biden di tenere l’Europa non solo informata ma direttamente coinvolta a fianco degli Stati Uniti nell’azione diplomatica americana. Un atteggiamento opposto a quello del suo predecessore e che comunque dovrebbe stimolare Italia, Germania, Francia e anche Regno Unito a non starsene con le mani in mano e a sviluppare iniziative diplomatiche coerenti con quelle statunitensi ma anche autonome per aumentare la pressione sul Cremlino.

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