sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

Per il Quirinale Letta teme un altro sgambetto di Renzi

Manovre politiche per la successione a Mattarella

Il segretario del Pd è tutt’altro che sereno. E ancor meno lo sarebbe se ricevesse un invito da parte di Renzi a stare tranquillo. Deja vu. È proprio da Renzi che il leader del Pd teme l’ennesimo colpo di teatro che rischia di metterlo fuori gioco. A due mesi dal fischio di inizio della partita del Quirinale la destra lo critica perché dice no a Berlusconi, Calenda lo rimprovera perché “si muove male e deve essere più chiaro”, dall’interno del Pd Marcucci lo invita a uscire dello splendido isolamento e dire se vuole che Draghi rimanga dov’è. Renzi ha tre obbiettivi: dimostrare che i suoi i voti sono quelli che decidono chi vince, tagliar fuori i 5 Stelle dalla partita, rendere i voti del Pd marginali e non necessari.

È lo scenario che preoccupa di più Letta: un accordo del centro-destra con Renzi su un candidato che al quarto scrutinio potrebbe essere eletto anche senza i voti del Pd e dei 5 Stelle lo metterebbe in un angolo.

Letta si dovrebbe augurare che questo candidato fosse Berlusconi, così potrebbe almeno cavarsela tirando fuori tutto l’armamentario delle vecchie critiche del Pd al Cavaliere. Perderebbe lo stesso ma penserebbe di farlo a testa alta. Ma se al posto di Berlusconi Renzi facesse convergere i suoi voti, con Salvini e Meloni, su un altro candidato non gradito al Pd, per Letta sarebbero problemi.

Il leader del Nazareno ha tentato di mettere le mani avanti avvertendo che se non ci sarà una larga maggioranza sul nome del nuovo capo dello stato, il Governo Draghi potrebbe cadere. Ma è una mossa che non spaventa nessuno. Se passasse un candidato del centro-destra e di Renzi, chi si assumerebbe la responsabilità di far cadere il Governo? Chiunque abbia in mente di togliere la fiducia a Draghi rischia il suicidio politico.

E allora? Per sventare il gioco di Renzi Letta non può costruire una maggioranza alternativa al centro-destra + Italia viva. Non c’è. Deve necessariamente tentare di scavalcare Renzi e dialogare in prima persona con le forze di centro destra. Ma non può farlo mettendo da parte i 5 Stelle. È un’operazione complessa: trovare  un accordo di massima con Giuseppe Conte, trattare col centro destra senza pregiudiziali, rendere marginali i voti di Renzi. Un lavorone. Tenendo conto che nel segreto dell’urna può succedere di tutto.

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