giovedì, 18 Aprile, 2024
Il silenzio delle parole

Sincretismo operativo di governo

Primi dati delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia.

Stravince il Centrodestra anche in Lazio dove il Centrosinistra partiva vincente.

D’altronde perché l’elettore di sinistra dovrebbe andare a perder tempo ad esprimere un voto in assenza di plausibile possibilità di vittoria?

In termini di risultato lo stesso accadde qualche mese fa alle elezioni politiche: centrosinistra soltanto teoricamente unito vincente a confronto di un centrodestra fattualmente unito ma soprattutto molto realmente vincente.

I problemi del sistema politico italiano sono un po’ più complessi di così.

Esiste all’interno di entrambi i poli politici una questione sincretica delle politiche di governo, tante le divisioni interne non semplici da conciliare.

Tuttavia la differenza di qualità fra i due poli garantisce una qualche governabilità, quella del governo Meloni a livello nazionale.

Essa è da ricercare nel fatto che i due sincretismi hanno natura diversa: quello di sinistra è ideologico e infantile e dunque irrazionale, L’estremismo, malattia infantile del comunismo affermava Vladimir Lenin in un saggio del 1920; quello di destra è invece mercantile e amicale ma almeno laico e razionale nella sostanza.

Cosa intendo dire? A destra si litiga su tutto, non è un grande spettacolo di dignità della politica, ma c’è un senso, anzi c’è più di un senso. Tante le forme di mercantilismo, altrimenti non si capirebbe come possa essere possibile che un uomo come Silvio Berlusconi, in pieno occidente, in piena guerra di aggressione del sopravvissuto impero del male all’Ucraina, si schieri platealmente dalla parte del suo amico Putin.

In televisione un pezzo pregiato di teatro dell’assurdo, la capogruppo al senato Ronzulli riflette pensierosa sulle parole dell’amato leader di Forza Italia, sullo sfondo l’emaciata bionda fidanzata non sa dove porgere lo sguardo sì fiera di cotanto pensiero del nobile statista. Statista che non troppo tempo fa, secondo valori forse amicali, decideva di mandare Marcello Dell’Utri in Sicilia ad organizzare la campagna elettorale di Forza Italia. Parliamo del Dell’Utri appena scarcerato per condanna scontata nelle patrie galere per concorso esterno in associazione mafiosa (mafia siciliana: Cosa Nostra). Ma sì!

Che dire d’altronde di Matteo Salvini che dopo aver portato la Lega ad un terzo dei voti di qualche anno fa continua ad essere leader indiscusso della stessa Lega.

Come è possibile che l’illustre non venga travolto da un’insurrezione federalista? La risposta, credo l’unica possibile è la seguente: una qualche logica di equilibri interni magari di natura mercantile, di ruoli forti che si tengono l’un l’altro, sui quali sarebbe più che opportuna un’adeguata indagine.

E la figura ormai romantica del ministro Nordio che, pur garantista, deve saper tenere insieme le istanze giustizialiste che anche nel centrodestra son presenti, sicuramente in ambito leghista e dei fratelli d’Italia.

Tutto vero ma il Centrodestra, sia pur secondo logiche mercantili o amicali, resta unito, vince le elezioni e governa, quindi al netto di ogni attrezzata critica, è coalizione dotata di razionalità, di pensiero laico, di amore patriottico.

Che dire del Centrosinistra? Ho già sommariamente detto.

Auguriamo alla pur possibile coalizione progressista una nuova capacità di esprimere progetto e unità. Una spinta in questa direzione potrebbe manifestarsi dalla vittoria in casa PD del nuovo segretario politico Bonaccini.

Una cosa è sicura: la qualità di ognuna delle due coalizioni indurrà l’altra a qualificarsi e sicuramente un salto di qualità dell’offerta politica in Italia spingerà l’elettorato a tornare a votare e il sistema politico ad un maggiore equilibrio e capacità di governo.

Per paradosso, dobbiamo sperare che il nostro avversario politico, qualunque esso sia, produca più qualità, nell’interesse della nazione tutta.

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