sabato, 20 Aprile, 2024
Società

Il Tar dà ragione alla Sfattoria degli Ultimi. Vinta una battaglia di civiltà

Bloccato il provvedimento dell'Asl Roma 1. Fissati criteri importanti per la gestione equilibrata dei cinghiali

Dior, Nerino, Peppa, Carla, e tutti gli altri animali ospiti della Sfattoria degli Ultimi sono salvi! Il Tar Lazio ha riconosciuto l’illegittimità della richiesta del loro abbattimento, da parte dell’Asl Roma 1, e ha detto sì alla vita, alla giustizia, al rispetto della legge e della salute nei suoi valori più alti. Il Tar, con sentenza di 49 pagine, pure resa in forma semplificata, ha accolto il ricorso della Sfattoria degli Ultimi contro l’abbattimento degli oltre 140 suidi lì custoditi.

La Asl potrà e dovrà comunque continuare a svolgere il suo ruolo finalizzato alla prevenzione della peste suina. L’atto di abbattimento dell’8 agosto, secondo il Tar Lazio, è viziato sotto numerosi profili della motivazione addotta dalla Asl medesima, in particolare per assenza completa di istruttoria, contraddittorietà manifesta e violazione di legge rispetto alle norme europee.

Queste le parole dell’avvocato della Sfattoria Angelita Caruocciolo: siamo felici di questo risultato, ottenuto grazie alla corretta lettura delle norme che la Asl invece aveva interpretato violando i principi dell’azione amministrativa, anche in casi così estremi come la tutela della salute in casi di psa. La sentenza dimostra, pur riconoscendo la complessità delle norme, che la Asl ha assunto un provvedimento abnorme senza svolgere adeguata istruttoria. Questo risultato è, però, solo la prima pietra di una battaglia, perché le norme in tema di gestione della psa siano correttamente applicate dalle autorità amministrative italiane. Gli ultimi eventi stanno dimostrando un accanimento ed un’attività anch’essa illegittima nei confronti dei cinghiali urbanizzati. L’impegno in questo procedimento giudiziario è stato notevole, ma la soddisfazione è grande perché abbiamo dimostrato che, anche nei casi di rischi della salute, non sempre le amministrazioni agiscono correttamente Questa sentenza dimostra che è possibile applicare la legge in modo efficace e alto, rispettoso di ogni forma di vita.

Nessuna riga scritta può rendere giustizia alla commozione alla Sfattoria degli Ultimi e su e giù per lo stivale, delle migliaia di persone che da tutta Italia si sono recate in questi mesi alla Sfattoria per sostenere, proteggere, dare aiuto e, soprattutto, lottare insieme per la vita di queste creature. I responsabili e i volontari stanno dimostrando che è possibile legiferare in maniera alta e rispettosa della vita.

E che lo si può, anzi lo si deve, fare per tutte le specie animali, come i cinghiali, che non hanno diritto a soccorso, cura e neppure dignità e pietà nella morte. Proprio per questo la Sfattoria degli Ultimi, intende andare avanti nella propria battaglia, finché per tutti i suidi non ci sarà questo etico, dovuto, rispetto. Anzi, proprio per l’esperienza maturata sul campo, la Sfattoria può, attraverso modalità efficaci e non cruente e attraverso il riconoscimento giuridico di luoghi come essa stessa, risolvere il problema dei cinghiali inurbati di Roma, senza spargimento di terrore e morte. È lo sguardo che deve cambiare, cinghiali e cittadini, possono così vivere con rispetto e tutela reciproca, come la Sfattoria ha mostrato possibile.

 

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