sabato, 27 Aprile, 2024
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Sfattoria Degli Ultimi. Il Tar deciderà il 12 settembre

Finalmente si tira un primo grande respiro alla Sfattoria degli Ultimi. Dopo giorni di crescente preoccupazione, dopo il terrore di vedere ammazzati senza colpa e senza pietà gli animali ospiti di questo santuario, che per i volontari rappresentano dei familiari, in termini di legame affettivo, finalmente il Tar accoglie l’ultimo ricorso presentato dai responsabili di queste creature.

Stiamo seguendo la vicenda dall’inizio e sappiamo che mentre alla Sfattoria si lavorava senza posa per produrre la documentazione attestante le norme di biosicurezza e lo stato di salute dei maiali e cinghiali che vivono alla Sfattoria, il giudice del Tar aveva sostanzialmente già emesso una sentenza che impediva la fattiva consegna della documentazione richiesta e lasciava mano libera all’Asl di uccidere questi animali ( vista la valenza in essere dell’ordine  di abbattimento degli stessi, prima del processo fissato per il 12 settembre).

Eppure Paola Samaritani, la responsabile della Sfattoria aveva in mano questi documenti e, pronta a non arrendersi di fronte all’ulteriore illecito procedurale, ha presentato immediato ricorso, chiedendo di annullare la precedente sentenza e avere così diritto alla dovuta difesa. Nel frattempo l’indignazione popolare ha mobilitato presso la Sfattoria persone da tutta Europa, che chiedeva, a quel punto, correttezza legale oltre che salvezza per questi animali.

Finalmente il 19 agosto la Sfattoria è stata raggiunta da una notizia che rende giustizia alla giustizia: il giudice del Tar ha accolto il ricorso e annullato il precedente provvedimento del 16 agosto. Atti e fatti alla mano, il giudice ha “disposto per l’annullamento di ogni atto presupposto, collegato e connesso ai predetti (in cui si ordina abbattimento immediato n.d.r.) e che incida sulla posizione degli interessi della ricorrente e verso gli animali coinvolti nel provvedimento impositivo qui impugnato”.

Infatti, vista la relazione tecnica, sottoscritta congiuntamente da due medici veterinari allegata dalla parte ricorrente alla memoria depositata in data 18 agosto 2022, la quale conclude che “a esito del sopralluogo e delle osservazioni di cui sopra, i sottoscritti hanno riscontrato che tutti gli animali maschi adulti sono sterilizzati, che sono in buono stato di salute con assenza di sintomatologia clinica riferibile a Peste Suina Africana e altre malattie. Inoltre, si è riscontrata l’assenza di ectoparassiti (zecche) sul corpo degli animali.”

Quindi, viene disposto che la Asl dovrà vigilare sullo stato di salute degli animali al fine di tutelare la salute pubblica ed effettuerà ulteriori sopralluoghi per verificare e suggerire tutte le misure di biosicurezza che riterrà opportune, ma non potrà, fino alla data del processo uccidere gli animali amati e protetti, come tutta Europa sta dimostrando, nella Sfattoria Degli Ultimi.

Prima vittoria quindi di una battaglia giusta e irrinunciabile, ma l’attenzione non si abbassa, perché ancora non esiste una legge che colmi in maniera sana ed etica un buco normativo che, fino ad oggi, si è riempito soltanto con la legge della morte, su cui però non può fondate una società almeno civile. Si attende con ansia la giornata del processo, mentre  il Commissario Straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari, ha dichiarato, per la prima volta, forse vista anche abnorme mobilitazione internazionale, la disponibilità a sedere ad un tavolo tecnico per trovare una soluzione, finalmente rispettosa della vita e degna dell’appellativo di legge.

Intanto a La Spezia, si sta riproponendo uno scenario barbaro, in cui ancora la violenza sembra essere più agibile della ragione: due famiglie di cinghiali, due mamme e sette cuccioli, sono rinchiuse nel Parco della Maggiolino di La Spezia, in attesa di abbattimento, nonostante il presidio di molti cittadini che le vogliono salve e di alcuni rifugi che si sono offerti di prelevarli a loro spese e metterli in sicurezza, tutelando la loro vita e l’ordine pubblico. Ma le Istituzioni preferiscono la morte. Anche per questa ragione, Maria Teresa De Carolis, la cittadina in sciopero della fame da ormai 12 giorni per gli animali della Sfattoria degli Ultimi, ha deciso di proseguire lo sciopero e non ricominciare ad alimentarsi “finche’ non avrà un cenno che dimostri che è il diritto alla vita a tornare ad essere nutrito”.

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