Al di là delle ovvie difese d’ufficio, la legge di Bilancio non entusiasma neanche Meloni: avrebbe preferito avere più risorse per mantenere le promesse fatte. Ma il piatto piange: 20 miliardi impegnati per i bonus edilizi, 15 miliardi per il maggior costo del debito dovuto al rialzo dei tassi, il ritardo di alcuni benefici del Pnrr per la non completa messa a terra dei progetti. Sarebbe interessante conoscere una proposta di contromanovra da parte del nascente asse Pd-5S. Ma forse non arriverà. Assisteremo a tante critiche ma non ad un progetto organico e credibile su come utilizzare diversamente gli stessi soldi di cui dispone il Governo. Nel 2024 la crescita sarà sotto l’1%. Dobbiamo forse rassegnarci? Non proprio. L’Italia ha tanto da fare per rendere possibile una crescita strutturale. E non servono soldi, servono riforme a costo zero. Se per aprire una gelateria occorrono 73 adempimenti con 26 diversi enti e un costo di 13 mila euro, forse qualcosa si può fare per evitare questo caravanserraglio oneroso di pratiche. Non è facile semplificare. Non basta bruciare testi di legge o cancellare a casaccio. È un lavoro certosino di riduzione di procedure e tempi. Bisogna cambiare la mentalità della pubblica amministrazione che dovrebbe essere formata a risolvere problemi non a esagerare nella eccessiva formalizzazione. In questo anno di magra il Governo può dedicare energie a questo sforzo titanico e strategico. E insieme alle semplificazioni servono interventi per la concorrenza. Anche questa è una riforma a costo zero. Serve solo coraggio, lungimiranza e capacità tecnica.
Giuseppe Mazzei
Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore