sabato, 27 Aprile, 2024
Esteri

Sunak in Israele: vinceremo i nuovi nazisti. Terroristi drogati e con armi nordcoreane

Riapre il valico di Rafah. Uccisa la vedova del cofondatore di Hamas. Missili dal Libano. Iraq, droni su basi Usa

Le hanno trovate morte, nonna e nipote, abbracciate l’una all’altra, nel rifugio di casa loro nel kibbutz di Nir Oz, al confine con Gaza, travolto il 7 ottobre scorso, dall’attacco dei terroristi di Hamas, drogati di Captagon (mix di anfetamine), e con armi del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Una ferocia, anche indotta da droghe sintetiche, che ha riaperto il susseguirsi di massacri di innocenti come quelli dell’ospedale di Gaza. Migliaia di innocenti uccisi; questo, in sostanza, è il delirio in atto in Medio Oriente e che la visita del Presidente Biden ha cercato di mitigare sigillando un accordo perché almeno si aprano le porte di Rafah, a sud della Striscia, e si permetta l’intervento umanitario.

Hamas responsabile strage dell’ospedale

Intanto pare chiarito che chi ha ucciso le persone rifugiatenell’ospedale Ahli Arab di Gaza è stato un missile sparato dalla Jihad islamica che ha colpito un serbatoio di carburante, poi esploso. Le vittime, infatti, hanno segni di ustioni e volti anneriti dal fumo. Anche il Presidente Biden ha confermato che l’intelligence americana è convinta di questa versione. L’Onu, intanto, ha aperto un’indagine indipendente, chiesta anche al Parlamento europeo. L’esercito israeliano, oltre a mostrare i video e le intercettazioni di terroristi che ammettono l’errore, dichiara di aver individuato almeno 450 casi di razzi ripiombati dentro la Striscia in queste due settimane.

Hamas tenta di estendere il conflitto

Sembra confermata anche la notizia che i miliziani di Hamas, nell’attacco dello scorso 7 ottobre a Israele, avrebbero usato armi nord coreane anche se Pyongyang nega di aver venduto armi all’organizzazione terroristica. Secondo fonti dell’agenzia di stampa Ap, dei video mostrerebbero l’uso di granate con propulsione a razzo F-7, arma a spalla adoperata in genere contro i veicoli armati. Ieri sono state colpite anche due basi Usa dal lancio di droni nell’Iraq occidentale e alcuni militari americani sono rimasti feriti. Intanto l’esercito israeliano annuncia di aver ucciso importanti rappresentanti di Hamas: il leader dell’Ufficio politico e il capo della sicurezza nazionale Jehad Mheisen. Jamila al-Shanti, vedova del coofondatore di Hamas e prima donna eletta nel 2021 nell’Ufficio politico dell’organizzazione. Mentre Sheikh Hassan Yousef è stato arrestato dalle forze israeliane nella sua casa di Beitunia, in Cisgiordania.

Gli angloamericani con Israele

Ritornato alla Casa Bianca da Israele il Presidente americano Joe Biden si è detto soddisfatto soprattutto per l’accordo con Egitto e Israele per la tutela dei profughi ammassati al valico di Rafah e lo sblocco degli aiuti. E Biden dovrebbe essere soddisfatto anche dell’autocontrollo che Israele sta dimostrando. Oggi dovrebbero cominciare le prime movimentazioni dei 200 camion dopo la riparazione dell’unica strada esistente tra la Striscia e l’Egitto. Ieri è arrivato a Tel Aviv anche il primo ministro inglese, Rishi Sunak che ha confermato la solidarietà a Israele e ha detto al premier Netanyahu: “vogliamo la vostra vittoria.” “Voi avete combattuto 80 anni fa i nazisti”, ha risposto il leader israeliano, “ora dobbiamo combattere insieme Hamas che è il nuovo nazismo. Una battaglia per il futuro: da una parte c’è l’asse del male con l’Iran, dall’altra la forza del progresso.” 

Aiuti umanitari da più fronti

Attivismo diplomatico anche da parte del re giordano Abdullah II volato al Cairo per “una breve visita” al Presidente Abdel Fattah al-Sisi per coordinare l’intervento arabo. Mentre anche l’esercito di Ankara si è detto pronto a intervenire per evacuare i palestinesi da Gaza e ad inviare aiuti. Già la scorsa settimana le forze armate turche avevano inviato in Egitto aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia. Disponibile a portare “maggiore stabilità” anche la Cina. Il Presidente Xi Jinping lo ha dichiarato incontrando a Pechino il premier egiziano Mostafa Madbouli, nell’ambito degli ultimi impegni legati al terzo forum sulla Belt and Road Inititative (Bri), che si è appena chiuso. Mentre la Russia è pronta a discutere e prendere in considerazione l’iniziativa della Turchia di istituire un sistema di garante nel conflitto israelo-palestinese, con Mosca e Ankara che rimarranno in contatto sulla questione, ha detto ai giornalisti a Pyongyang il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov: “siamo pronti a discutere qualsiasi proposta costruttiva.” 

Tutti temono conflitto su larga scala

Esperti russi come Tatyana Tyukayeva, del Centro studi sul Medio Oriente dell’Accademia russa, intervista da Izvestija, sostengono che “tutti i paesi della regione temono molto un conflitto su larga scala, un aumento delle tensioni e una nuova ondata di instabilità perché tutti ricordano cosa è successo dieci anni fa; sto parlando della ‘primavera araba’. L’instabilità totale non gioverebbe a nessuno a questo punto, quindi tutti i governi stanno facendo del loro meglio.”

Eurozona: pausa umanitaria e anti-terrorismo

Anche l’Europa chiede una pausa umanitaria, e la risoluzione del Parlamento, di ieri mattina, approvata con 500 voti a favore, 21 contrari e 24 astenuti, oltre a condannare Hamas, chiede un’indagine internazionale sul bombardamento dell’ospedale di Gaza. Non è passato, invece, l’emendamento che chiedeva di inserire nel testo il “cessate il fuoco immediato”.  I ministri dell’Interno Ue si sono concertati sulle misure anti-terrorismo dopo l’ennesima evacuazione per allarme bomba a Parigi: “abbiamo discusso dello scambio di informazioni tra le nostre intelligence e di come combattere l’immigrazione illegale per assicurarci che eventi come quelli dei giorni scorsi non accadono di nuovo”, ha detto la ministra dell’Interno belga, Annelies Verlinden.

Israele cerca gli ostaggi

Dall’inizio della guerra contro Hamas le forze di difesa israeliane dichiarano di aver arrestato 524 palestinesi in Cisgiordania. Tra questi ci sarebbero 330 membri di Hamas. Negli ultimi giorni gli arresti effettuati sono stati 63. Intanto spari di artiglieria israeliana continuano a tenere sotto pressione il sud del Libano a ridosso della Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi. Mentre alcune truppe, entrate anche dentro la Striscia, hanno l’obiettivo di cercare i 203 gli ostaggi rapiti dai terroristi di Hamas. Ostaggi che, secondo l’esercito israeliano, come è stato per la nonna e la nipotina del kibbutz di Nir Oz, potrebbero essere stati colpiti e i corpi nascosti.

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