sabato, 20 Aprile, 2024
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La strada di Draghi per un 2022 di crescita

La corsa al Quirinale e il rischio di instabilità politica che danneggia l’Italia, principale beneficiario dei fondi Ue; il ruolo di Draghi e le incognite sul 2022 e sullo sviluppo, su cui grava il peso dello sproporzionato aumento dei costi dell’energia. Su questi temi abbiamo intervistato il prof. Ubaldo Livolsi, banchiere ed advisor esperto internazionale di mercati finanziari.

Prof. Livolsi gli analisti vedono l’ex-presidente Bce come garanzia per i fondi europei. Il suo allontanamento dalla scena politica italiana rischia di avere conseguenze importanti su costo del debito?
Tra fine 2021 e inizio di questo nuovo anno abbiamo assistito a fibrillazioni e ne vedremo ancora di più in questi giorni sotto il cielo della politica. Non poteva del resto essere diversamente se pensiamo che la posta in gioco sulla scena della Repubblica è altissima: l’elezione del Capo dello Stato, perché non solo non sarà facile trovare un sostituto di un personaggio del calibro di Sergio Mattarella, ma sappiamo bene il ruolo strategico che riveste quel ruolo nella nostra democrazia. Le voci, amplificate in tutti i modi dai media, sul fatto che il presidente del Consiglio Mario Draghi – che è per così dire il garante dell’Italia nei confronti dell’Ue e dei mercati in genere e che sta tenendo insieme una maggioranza parlamentare amplissima – possa salire al Quirinale, pesa notevolmente su debito italiano, ha creato incertezza sui mercati e sulle previsioni di crescita, tanto che lo spread, il differenziale con i titoli di Stato tedeschi, è salito da 100 a 140 punti circa. A ciò si aggiunga l’impatto dirompente della variante Omicron del Covid-19 sulla società e sull’economia nazionali. Insomma, ci vorrebbe più tranquillità e senso di responsabilità da parte delle forze politiche – e non è un caso che i l’Unione europea in generale, ma anche gli Usa, sperano che l’odierno inquilino rimanga ancora a Palazzo Chigi. Va anche detto che Draghi non si è opposto decisamente alla ipotesi di andare al Quirinale e il fatto che il suo successore alla guida del Governo, come ipotizzato da alcuni osservatori, potrebbe essere l’attuale ministro del MEF, il “tecnico” Daniele Franco, non può che irritare i partiti che vorrebbero un esecutivo presieduto da un politico.

La legge di Bilancio 2022 è stata approvata, ma con una protesta eterogenea della maggioranza che sostiene il Governo cosa ne pensa?
L’azione del Governo Draghi nel 2021 ha avuto effetti molto positivi. Il Pil dovrebbe attestarsi intorno al 6,4% entro il 2021 – il che sarebbe il risultato migliore in ambito Ue -; oltre l’80% degli italiani sopra i cinque anni sono vaccinati e sono stati centrati i 51 obiettivi del Pnrr richiesti dall’Unione europea per avere finanziamenti, che sono puntualmente arrivati con la prima tranche di 24 miliardi di euro incassati – e del resto quando il capo dello Stato Sergio Mattarella diede l’incarico nel febbraio scorso all’ex presidente della Bce, lo fece con due obiettivi primari: l’uscita dalla pandemia e la gestione dei fondi di Next Generation EU. Per ottenere tali risultati, Draghi ha potuto disporre di una maggioranza parlamentare molto ampia che lo sostiene, ma che in cambio chiede molto in chiave elettorale e quindi con richieste clientelari, e così si spiegano la riforma fiscale, che è positiva per tanti punti, ma che è non così radicale come molti speravano, e alcune concessioni ai partiti contenute nella legge di Bilancio, approvata al fotofinish e senza dibattito parlamentare, come sottolineato non solo dalla (residua) opposizione. Purtroppo, la variante Omicron continua a portare negatività, basti pensare al fatto dell’obbligo vaccinale sopra i 50 anni, che ha sollevato critiche da parte in particolare della Lega e dei 5 Stelle. Tuttavia, sono convinto che il nostro Paese riuscirà anche questa volta a gestire le nuove contingenze della pandemia e che dopo le normali tensioni per l’elezione del capo dello Stato, il Governo che sarà in carica, a prescindere che sia guidato dall’attuale premier o meno, saprà continuare sulla strada indicata dallo stesso Draghi e dall’Ue, che ha posto agli Stati membri un percorso molto preciso per adire ai Fondi per la ripresa, di cui l’Italia è il maggiore beneficiario.

Il 2022 è iniziato al rialzo per tutti i settori di mercato, molti lo considerano un anno nel quale giocare in difesa, lei cosa ne pensa?
Il 2022 è iniziato bene, ma molti analisti e addetti ai lavori esprimono pessimismo. Oltre alla gestione – fondamentale – del Covid-19, saranno importanti le decisioni della FED, che sembra voglia mantenere sotto controllo il tasso di inflazione, aumentando i tassi d’interesse, di cui è già stato deciso l’innalzamento in tre momenti nel corso del 2022, in concomitanza con la fine del tapering. Poi c’è la questione dell’energia (che è connessa al tema della geopolitica, si veda il caso del Kazakhistan, che qui non affrontiamo per ragioni di spazio) e del connesso innalzamento del costo dei trasporti. Il prezzo del gas naturale sul mercato ha registrato una impennata nell’ultimo anno, aumentando di circa dieci volte. Nel gennaio 2021 si poteva acquistare un megawattora equivalente di gas sul mercato all’ingrosso per circa 20 euro. A dicembre il prezzo ha superato i 110 euro, sfiorando negli ultimi giorni i 139 euro. Nel nostro Paese, oltre che l’economia, a pagarne lo scotto saranno anche le famiglie con il rischio di aumentare il divario e scatenare proteste sociali, Dal primo gennaio sono scattati i nuovi aumenti che per il primo trimestre saranno del 55% per l’elettricità e del 41,8% per il gas, ed è vero che Il Governo ha messo sul piatto altri 3,8 miliardi in legge di bilancio per limitare l’impatto sulle famiglie, ma la situazione resta difficile. Tuttavia, personalmente credo che la ripresa avviata nel 2021, sia in Italia che nel resto del mondo continuerà e si consoliderà; l’occupazione proseguirà a salire e si vedranno i primi risultati del New Deal green mondiale sia in termini di miglioramento dell’economia che di ridimensionamento del costo dell’energia, certamente non vedo un crollo delle Borse, che saranno forse un po’ più difensive, ma comunque nel solco del 2021.

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