mercoledì, 24 Aprile, 2024
Politica

Le divergenze parallele di Letta e Conte

Chiamati al capezzale dei rispettivi partiti, Enrico Letta e Giuseppe Conte sono obbligati a inventare nuove strategie per arrestare il declino di Pd e 5 stelle.

Le loro sono, per certi versi, delle vite parallele: entrambi ex Presidenti del Consiglio, entrambi “vittime” delle tempeste di Matteo Renzi, entrambi considerati l’ultima carta da giocare.

Conte a tutto campo

Giuseppe Conte  sembra posizionato meglio. Arriva al vertice imposto dal padre-padrone Grillo, dopo la scissione di fatto di Alessandro Di Battista e tra gli applausi dell’intero gruppo dirigente che non ne poteva più della reggenza di Vito Crimi  e dei contrasti tra i vari notabili del Movimento. Il punto di forza di Conte è che deve dar vita ad un soggetto politico nuovo, cambiando tutto, nome, simbolo, regole interne e rapporti con Casaleggio. Mani libere dunque all’ex “avvocato del popolo” oggi leader politico che gode, nei sondaggi, della forte credibilità conquistata a Palazzo Chigi.

La linea che Conte darà al nuovo partito sarà sicuramente europeista e priva degli sbandamenti verso la destra  di Salvini e Meloni con cui i ponti sono rotti da tempo.

Un interlocutore obbligato  di Conte  sarà ovviamente il Pd. Ma non l’unico. Conte potrebbe cercare di guardare anche all’area di centro, oggi non rappresentata da nessuna forza politica, e ad un ambientalismo diverso da quello predicato a suon di NO  nelle piazze dai vecchi grillini.

Letta e il peso delle correnti

Enrico Letta ha un compito più arduo. È stato eletto in maniera plebiscitaria per costruire un nuovo Pd. A  differenza di Conte,  non avrà le mani libere perché il corpaccione del partito non accetterà di essere smantellato. Letta avrebbe potuto e dovuto condizionare la sua elezione allo scioglimento di tutte le correnti interne. Sarebbe stato un segnale di forza. Ma Letta è persona tanto determinata sui valori e sui principi quanto mite e garbata nelle relazioni e una rottura non l’ha voluta imporre. Questo non faciliterà il suo lavoro, anche perché Letta sembra voler restare nell’alveo del Pd senza ipotizzare il superamento del partito e puntare a creare un grande movimento riformista capace di attrarre le anime sparse e litigiose della sinistra.

Un travaso di voti che danneggia il Pd

Le strade di Letta e Conte si incontreranno? All’inizio del centrosinistra Eugenio Scalfari, sulla scorta delle convergenze auspicate da Aldo Moro tra la Dc e la sinistra, coniò l’espressione “convergenze parallele“: forze politiche diverse seguono le loro strade ma su alcune decisioni si incontrano. Pd e 5Stelle questo modello di collaborazione lo hanno già seguito dal settembre 2019, hanno mandato all’opposizione la destra salviniana, ma pagando un prezzo. Il Pd ha perso per strada sia Calenda che Renzi , il 5 settembre del 2019 aveva il 21,4 ora viaggia intorno al 16%. I 5 Stelle, che avevano conquistato il 33% nel 2018, alla nascita del conte 2 erano al 22%. Poi sono scesi al 15% e con l’arrivo di Conte alla guida sono risaliti al 17,2.

Stando ai sondaggi un’alleanza organica tra 5Stelle e Pd  canibalizzerebbe il partito di Letta che perderebbe il 6% a favore dei 5 Stelle.

Più identità meno convergenze

Che fare? I due partiti dovranno trovare una modalità di collaborazione diversa da quella degli ultimi 18 mesi. Molto dipenderà anche dalla legge elettorale. Se si andrà verso un sistema maggioritario, come auspicato da Letta, i due partiti saranno costretti a stringere rapporti più stretti. Per ora è interesse di entrambi accentuare le differenze rispetto alle comunanze. Un semplice travaso di voti dal Pd ai 5 Stelle non aumenterebbe il peso della sinistra. Tra l’altro, Renzi, Calenda, Sinistra italiana non si alleerebbero mai con i 5 Stelle. Conte deve guardare ad un elettorato diverso da quello del Pd e Letta deve distinguersi sempre più dai 5 Stelle per recuperare consenso.

Potranno crescere entrambi solo se, pur condividendo una linea comune contro la destra,  si divideranno su punti specifici accentuando le loro  caratteristiche identitarie. Divergenze parallele…

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