venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

È ora di riflettere

Quando la temibile emergenza del Covid-19 sarà, come tutti ci auguriamo, superata, occorrerà affrontare con coraggio e rigore civico i nodi strutturali e gestionali che il tornado della pandemia ha rivelato.

Il primo è quello sottovalutato della velocità e dell’estensione del contagio nel tempo della globalizzazione.

Infatti, quella che sembrava un’epidemia ristretta ad una pur vasta area del più vasto territorio cinese, si è esteso in breve tempo non solo ad altri paesi dell’Asia, ma anche agli altri continenti, a cominciare dall’Europa e dall’America.

Se si fosse considerato adeguatamente questo rischio, poteva essere tratta dall’esperienza cinese e dalla constatata difficoltà di affrontare il virus con vaccini e cure appropriate, la necessità di approntare una linea di difesa attrezzata, non solo quanto a strumenti per la respirazione e alle mascherine, ma anche riflettendo sui rischi rappresentati dalla fragilità delle case di riposo per anziani, dalle carceri e da alcune strutture ospedaliere.

Così non è avvenuto, ne’ in Italia, ne’ altrove e ne è derivata un’affannosa corsa alla ricerca di ventilatori polmonari e di mascherine, perfino con il ricorso a pratiche di intermediazione, nelle quali si sono annidati anche speculatori e truffatori.

Quanto a noi, l’emergenza ha fatto cogliere in tutta la sua insensatezza la confusione e le contraddizioni di un sistema sanitario articolato sulla competenza primaria delle Regioni e quindi diverso per efficienza e dotazioni fra esse, con una particolare problematicità per il Mezzogiorno.

È, questa situazione, una delle conseguenze della sciagurata riforma costituzionale del 2001, alla quale hanno cercato invano di porre rimedio prima Berlusconi, poi Renzi.

Tuttavia, sono restate impregiudicate le competenze esclusive dello Stato, e quindi del Governo, per la profilassi internazionale e per i pericoli per la sicurezza e l’incolumità pubblica: due circostanze che ci sembrano appropriate per l’emergenza attuale e per le possibili, e non augurabili, future.

Infine le risorse che provengono da qualsiasi fonte nazionale o comunitaria, vanno spese subito e bene, con norme chiare e accessibili e senza i burocratismi che purtroppo sono evidenti anche nei recenti provvedimenti.

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