lunedì, 17 Giugno, 2024
Esteri

Putin mette in discussione la legittimità di Zelensky

Proposta di pace di Cina e Brasile. Orban: l’Europa vuole la guerra

Giornata di dichiarazioni e smentite dal Cremlino a proposito di una possibile tregua nella guerra russo-ucraina. Prima il Presidente Putin si sarebbe dichiarato disponibile a trattare sulla base degli accordi di marzo 2022 di Istanbul. Poi il suo portavoce ha smentito ufficialmente la notizia. Alla fine Putin avrebbe ribadito la disponibilità ma mettendo in dubbio la legittimità del Presidente Zelensky a trattare perché il suo mandato è scaduto il 20 maggio scorso, e sarebbe congelato per gli effetti della legge marziale. A questo, dice Mosca in modo confuso, “deve rispondere la stessa Ucraina, il Parlamento e la Corte Costituzionale.” Insomma la Russia è disposta a trattare, forse, ma non sa chi è legittimato a farlo da parte Ucraina. Mentre il primo ministro ungherese Viktor Orban ha dichiarato che a Bruxelles sono in corso i preparativi per l’entrata in guerra dell’Europa. “Ciò che sta accadendo oggi a Bruxelles e Washington, o attualmente più a Bruxelles, è che si sta creando l’atmosfera per un eventuale conflitto militare, che potremmo anche descrivere come una preparazione all’entrata in guerra dell’Europa”, ha detto il premier ungherese.

Moldavia, Georgia nuovi focolai?

Effettivamente qualche focolaio potrebbe accendersi ancora. C’è la situazione della Moldavia dove monta la preoccupazione per le possibili influenze della Russia sulle elezioni presidenziali e sul referendum per l’adesione all’Unione Europea che si terranno il 20 ottobre prossimo. Potrebbe accendersi anche il focolaio della Georgia per la quale il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha annunciato una nuova politica di restrizione dei visti e una revisione globale delle relazioni con gli Stati Uniti in risposta alla “legge sulla trasparenza dell’influenza straniera”. Il provvedimento, secondo Blinken, “soffocherebbe l’esercizio delle libertà di associazione ed espressione, stigmatizzerebbe organizzazioni che servono gli interessi dei cittadini della Georgia e ostacolerebbero organizzazioni mediatiche indipendenti che lavorano per fornire ai georgiani l’accesso a informazione di alta qualità”. Il Segretario di Stato ha annunciato inoltre “una revisione completa della cooperazione bilaterale tra gli Stati Uniti e la Georgia.” Il primo ministro Kobakhidze, invece, denuncia da settimane pressioni indebite da parte degli Stati Uniti e dei Paesi europei, contestando ad esempio la partecipazione attiva di funzionari di quei Paesi alle manifestazioni di protesta indette contro il disegno di legge sull’influenza straniera.

Proposta di pace da Cina e Brasile

Mentre i governi di Brasile e Cina hanno presentato una proposta congiunta con una serie di suggerimenti affinché Russia e Ucraina raggiungano una soluzione politica al conflitto. Ridurre l’escalation della guerra e creare le condizioni per un dialogo politico tra le parti sono alla base della proposta elaborata durante la visita del consigliere speciale della Presidenza ed ex ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, al ministro degli Esteri cinese, Wang Yi. Nel documento, diffuso dalla Presidenza brasiliana, gli alti funzionari sottolineano che il dialogo e i negoziati “sono l’unica soluzione praticabile alla crisi in Ucraina”. In questo senso chiedono alle parti di fermare l’espansione del campo di battaglia, evitare di intensificare i combattimenti e “aumentare gli aiuti umanitari”. Inoltre si propone di tenere una conferenza internazionale di pace riconosciuta da entrambe le parti.

Il ruolo dell’Europa

L’Europa punta, invece, sulla Conferenza svizzera. “Il supporto all’Ucraina si è basato su una grande unità europea che ha permesso di offrire aiuto militare, economico, umanitario: parliamo di 90 miliardi di dollari, più degli Usa nel complesso. Dobbiamo continuare altrimenti l’Ucraina non potrà resistere. Questo ritardo di sei mesi per l’approvazione in Usa ha avuto un grande costo in termini di vite e perdite dell’esercito ucraino” va dicendo l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Joseph Borrell. “C’è chi dice di saper come far finire questa guerra ma cosa succede poi? Ci sarebbe un contrattacco della Russia? O la Russia che controlla la maggior parte del mercato? A quel punto Putin direbbe ‘ha funzionato, ora proviamo con qualcuno altro’. Questo è quello che pensano Orban o altri, smettere di aiutare Ucraina e far vincere la Russia. Detto ciò – conclude Borrel – dobbiamo lavorare da un punto di vista diplomatico e lo faremo a giugno a Ginevra, per arrivare possibilmente ad un accordo di pace”. Anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, non crede alle proposte di pace di Mosca: “Putin sta cercando disperatamente di far deragliare il Vertice di pace che si terrà in Svizzera il 15-16 giugno. Ha paura del suo successo.” Le truppe russe, fa notare Kuleba, continuano ad “attaccare brutalmente” ed è chiaro che si tratta di una “falsa disponibilità.”

Putin da Lukashenko

Intanto ieri si è conclusa la visita di Putin in Bielorussia dove ha incontrato il Presidente Lukashenko per affermare la cooperazione bilaterale e sottolineare le esercitazioni congiunte con armi nucleari tattiche. Le manovre sono iniziate questa settimana al confine con l’Ucraina. All’incontro ha partecipato il nuovo ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, che ha sostenuto l’adozione di ulteriori misure per garantire la sicurezza dell’Unione statale, alludendo alla minaccia rappresentata dalla Nato. Le manovre nucleari non strategiche si svolgono nel Distretto militare meridionale, che comprende le quattro regioni ucraine annesse alla Russia nel 2022 (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia). La Russia ha schierato armi nucleari tattiche in Bielorussia nel 2023. Lukashenko sostiene che dette armi nucleari sono puramente difensive e rappresentano uno strumento di deterrenza contro possibili aggressioni alleate. Quanto all’allerta lanciata dal ministero della Difesa britannico che si è detto certo, e di avere le prove, che la Cina fornisce armi alla Russia, ieri il Consiglio Esteri dell’Unione Europea ha dichiarato di non poter confermare: “quello che abbiamo è un commercio piuttosto intenso di articoli che possono essere sottoposti a doppio uso. Questo è il motivo per cui abbiamo introdotto restrizioni all’esportazione con le aziende cinesi ed è per questo che ne stiamo studiando altre”. Mentre sull’impiego degli extraprofitti degli asset russi per il sostegno all’Ucraina “c’è un lavoro da proseguire anche in vista del G7 dei leader in Puglia” ha detto il Commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Gli stati europei, come si sa, sono fortemente divisi sul da farsi.

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