venerdì, 19 Aprile, 2024
Cronache marziane

Messaggio dall’Europa

Stamattina Kurt il Marziano ha preteso di intrattenermi a proposito della notizia secondo cui la Commissione europea avrebbe legato l’erogazione – in favore dell’Italia – della terza Tranche del finanziamento PNRR, all’approvazione del MES e del Patto di Stabilità da parte del nostro Paese.

Siamo così, nuovamente, di fronte a condizioni pesanti poste all’Italia per costringerla a modellare le proprie scelte politiche su quanto deciso a Bruxelles.

“Possono tentare quella mossa – Gli ho risposto – solamente perché sanno come, qui da noi, l’Opposizione usi anteporre i propri interessi di bottega all’interesse nazionale: in Francia o in Germania, il Parlamento avrebbe reagito come un sol uomo ad un simile ricatto!”.

A quel punto la discussione si è fatta accesa e ho potuto così scoprire che Kurt ha notevole simpatia per la Sinistra e le sue ragioni, forse perché non la conosce bene o più semplicemente perché la pensa come i progressisti che abitano (e, a sentir Lui, governano) su Marte.

Mentre la grande stampa nega – come al suo solito – l’ipotesi di essere in presenza di un simile ricatto, più prudenti sono gli uomini di governo cui la prosecuzione della trattativa è affidata; così il nostro Ministro dell’Economia ha voluto ricordare ai propri Colleghi – in un’intervista al Sole 24 Ore del 29 aprile u.s. –  come il Parlamento italiano si sia già espresso in punto di ratifica del Mes, chiedendo al Governo stesso di “tornare con una proposta complessiva che guardi anche allo sviluppo dell’Unione Bancaria e ad altri aspetti fondamentali, come il rafforzamento di un sistema di garanzie europeo per la promozione degli investimenti privati che potrebbe rappresentare un altro potente strumento di sviluppo in grado anche di superare il Mes, perché avrebbe un utilizzo più ampio e svincolato dallo stigma che accompagna il Fondo Salva-Stati.”

Eppure la volontà europea potrebbe essere proprio questa: voler tenere gli investimenti dentro il Patto di Stabilità come altro stigma per condizionare e plasmare la politica economica dei Paesi membri che si siano dimostrati, nel tempo, meno ubbidienti di quanto a suo tempo fece, tristemente per Lei, la Grecia.

La soluzione al problema dei conflitti che stanno per aprirsi, fra Commissione e Governo italiano (ma non solo!), a proposito del nuovo Patto di stabilità non può dunque risolversi con gli ordinari strumenti repressivi  – di cui la mancata erogazione della Tranche di denaro maturata dall’Italia rappresenta solo un’anticipazione – diversi da quelli, violenti, utilizzati finora: dare più voce ai governi nazionali rispetto ai Diktat della Commissione appare dunque l’unica strada possibile da percorrere.

Almeno per ora, sembra tuttavia che l’unica concessione che la Commissione UE voglia offrire, ai Paesi con debito pubblico alto, sia quella di concedere più tempo per ridurre il debito: a condizione però che vengano imposti sacrifici fiscali ai cittadini per poter fare investimenti sulle priorità indicate dalla stessa Unione Europea.

Si offre così qualcosa con una mano, ma si prende molto di più con l’altra.

In una recente intervista (Il Foglio, 27 aprile c.a.) persino il Presidente Dombrovskis sembra adombrare la volontà di prevenire i conflitti interni all’Unione, abbandonando l’uso di strumenti autoritativi nei confronti degli Stati membri, in favore di quelli negoziali e partecipativi; ma – visti i precedenti – una domanda sorge spontanea: possiamo fidarci delle promesse di chi vuole, comunque e ad ogni costo,  raggiungere il risultato della riduzione del debito, anziché sposare la causa dell’unico bilancio europeo (come avviene in ogni Stato federale e nelle unioni di Stati)?

Il Marziano sostiene di sì, ma io continuo a nutrire qualche dubbio.

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