sabato, 27 Aprile, 2024
Salute e Lavoro

L’altra metà della sicurezza sul lavoro

 La sicurezza sul lavoro resta ancora ed anche un problema di genere.

È necessario, ad esempio, valutare “i ruoli che le donne svolgono per la famiglia e sui luoghi di lavoro, i diversi tempi di vita e l’intera organizzazione della sfera produttiva e riproduttiva” per rendersi conto di diversità non solo formali ma sostanziali tra i due sessi

Il legislatore nel T.U. 81/08 non a caso ha inteso evidenziare come per diverse tipologie di rischio (chimico, fisico, biologico, ergonomico e psicosociale) sia possibile osservare diversi effetti a seconda del “genere”. In molti casi, “le differenze riscontrabili possono essere spiegate con la diversa distribuzione dei due generi nelle varie attività, in altri con la sovrapposizione e impegno dovuto al lavoro casalingo e di cura”.

Il quadro che emerge mostra come sia nella sfera produttiva che fuori dall’ambito lavorativo, “i rischi per la salute non sono né qualitativamente, né quantitativamente, distribuiti in maniera omogenea tra uomini e donne”.

Medicina di genere non significa medicina delle donne. Un approccio di genere significa anche promuovere all’interno della ricerca medica e farmacologica l’attenzione alle differenze biologiche, psicologiche e culturali che ci sono tra i due sessi e le misure di prevenzione adottate vanno valutate e aggiornate periodicamente. Bisogna sempre di più puntare a valorizzare le diversità di genere al fine di creare valore nell’ambiente lavorativo: la parità uomo-donna in questo senso potrebbe contribuire ad un sensibile aumento del Pil.

La questione di genere, ha precisato in un recentissimo rapporto dell’INAIL, riemerge in egual modo sui dati delle malattie professionali dove viene dimostrato che le patologie osteo-muscolari sono le più diffuse tra le lavoratrici, ma anche che ne soffrono di più le donne: i disturbi sono segnalati nel 78% dei casi dai lavoratori, mentre quasi nel 92% dalle donne. Una maggiore incidenza femminile si ripresenta similmente nei disturbi psichici. Nello specifico, sebbene colpiscano quasi ugualmente uomini e donne, la percentuale sul totale delle malattie denunciate è più alta tra le lavoratrici, dove parliamo dell’1,3% dei casi a fronte dello 0,3% rilevato nel sesso opposto, praticamente il doppio

L’EU-OSHA, l’Agenzia europea della salute e sicurezza sul lavoro,  conduce in maniera permanente ricerche e accresce la conoscenza sulle problematiche che le donne affrontano al lavoro, tanto da suggerire percorsi appropriati e specifici.

Le donne: lavorano in settori specifici e svolgono tipi specifici di lavoro; coniugano una duplice responsabilità, sul luogo di lavoro e a casa; sono sottorappresentate a livello di supervisione e di gestione; sono fisicamente diverse rispetto agli uomini, anche se spesso vi sono differenze maggiori tra donne e donne che non tra uomini e donne, per esempio in termini di forza fisica; svolgono mansioni che sono spesso erroneamente considerate sicure e semplici.

I datori di lavoro possono perciò; puntare a rendere il lavoro più sicuro e più facile per tutti; inserire le problematiche legate al genere nella valutazione dei rischi; considerare il lavoro effettivamente svolto ed evitare di stabilire a priori quali sono le persone a rischio e perché; essere flessibili per quanto riguarda gli orari lavorativi; coinvolgere le donne nel processo decisionale in materia di SSL.

Questo approccio è vantaggioso per tutti i dipendenti, non solo per le donne.

La finalità principale è contribuire a garantire che le problematiche legate al genere vengano prese in considerazione in sede di adozione delle politiche e delle decisioni sul luogo di lavoro e a livello di UE. L’EU-OSHA conduce attivamente ricerche sui rischi e sulle tendenze legate al genere, comprese ricerche concentrate sui settori in cui le donne lavorano, come ad esempio la pulizia, e sui rischi cui sono esposte soprattutto loro. L’EU-OSHA si occupa inoltre del mainstreaming, ovvero dell’integrazione della dimensione di genere in altri settori di ricerca.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Inps: “Assegno Unico, erogati 7,2 miliardi nei primi 5 mesi del 2023”

Francesco Gentile

Il velo cristiano e le ragazze francesi

Giuseppe Novero

Il portale Open dell’Anci, un faro sul riciclo dei Comuni

Cristina Calzecchi Onesti

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.