venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

La folle minaccia nucleare di Putin. Solo la Cina può indurlo a ragionare  

Il presidente Zaleski accetta di negoziare. Una pura formalità?

Il rischio di un’escalation incontrollabile della tensione mondiale è concreto. L’attivazione dei dispositivi nucleari da parte di Putin è il segnale più macabro. Ed è ovvio che, di fronte a questa mossa, anche l’Occidente non si lasci intimidire e si comporti di conseguenza.

Il presidente russo sembra prigioniero di se stesso. Sono in tanti, anche vicini a lui, a notare che è cambiato radicalmente. Come se un incubo pesasse su di lui, come se fosse oppresso da paure alle quali reagisce compiendo gesti clamorosi: riscrive a suo modo la storia, inventa nemici di comodo, invade Paesi sovrani, minaccia il mondo intero. Non tiene conto dei danni irreparabili che provoca al suo popolo e all’equilibrio mondiale.

Ben diverso il comportamento, prudente e saggio, di Xi che, pur comprendendo alcune ragioni di Putin, lo invita alla moderazione. Ma, a quanto pare, Putin si sente tradito perfino dalla Cina ed è sempre più convinto di dover seguire il suo piano solitario.

È un comportamento che richiede subito un intervento delle diplomazie di tutto il mondo. Le sanzioni economiche sono un’arma di pressione forte. Ma se alle sanzioni Putin risponde armando i missili nucleari neanche la Cina può sentirsi più sicura. E tocca a Xi scendere in campo con tutta la sua autorevolezza e il suo equilibrio.

Il rischio è così elevato che nessuno può considerarsi al riparo fino a quando Putin non cambia idea e non si ferma prima del baratro. L’invasione dell’Ucraina, che sicuramente quando faceva parte dell’impero sovietico avrà ospitato molte testate nucleari, è una scelta da cui Putin dovrà recedere. E Xi può e deve provare a convincerlo. È un’occasione storica anche per lui per dimostrare la capacità di questo grande Paese di svolgere un ruolo di stabilizzazione della pace mondiale.

Se La Cina dovesse riuscire in questa operazione diplomatica guadagnerebbe non solo il plauso di tutto il mondo ma acquisirebbe anche dei crediti presso gli Stati Uniti con i quali potrebbe negoziare da ben altre posizioni rispetto a quelle attuali.

Il popolo russo non vuole la guerra, né quella che si combatte in Ucraina né, tanto meno, quella atomica. Manifesta nelle piazze nonostante la repressione della polizia. Dubbi sulle scelte del capo circolano anche nella Duma, nei servizi segreti e nelle forze armate. Bisogna provarle tutte. Un forte intervento diplomatico della Cina potrebbe segnare la svolta.

Intanto gli occhi sono puntati sui fragili negoziati che cominciano oggi in una città della Bielorussa al confine con l’Ucraina. Rischiano di essere una pura formalità viste le richieste inaccettabili della Russia. Intanto sul campo di battaglia la resistenza degli ucraini alla truppe d’invasione si dimostra determinata e sta infliggendo numerose vittime all’esercito russo.

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