sabato, 12 Luglio, 2025
Esteri

Hamas prepara una lista di 34 ostaggi da liberare. Tel Aviv: “Non confermate loro condizioni”

Blinken chiede uno sforzo per accettare l'accordo. Fuoco alla fermata di un bus in Cisgiordania, 3 morti, sospettati due palestinesi. Tajani convoca riunione "Quint" giovedì a Roma su Siria e Iran

Dieci donne, 11 maschi anziani di età compresa tra 50 e 85 anni, due bambini (presumibilmente Ariel e Kfir Bibas) e 10 uomini sotto i 50 anni in gravi condizioni di salute: sono gli ostaggi che Hamas avrebbe “accettato di liberare”, secondo una dichiarazione rilasciata ieri dal gruppo palestinese, dichiarando di aver “bisogno di circa una settimana di calma per comunicare con i rapitori e identificare gli ostaggi vivi o morti”.

Israele tuttavia smentisce ancora una volta che una lista di ostaggi sia stata trasmessa da Hamas allo Stato ebraico e anzi bolla quella diffusa da un’agenzia saudita e ripresa anche dalla Bbc come “vecchia” e nemmeno stilata dal gruppo terroristico.Secondo Israele, Hamas finora non ha rivelato quali siano le condizioni dei 34 ostaggi israeliani, e l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato infatti che Israele non ha ricevuto alcuna risposta o approvazione da parte di Hamas in merito alle condizioni degli ostaggi presenti nell’elenco pubblicato. “Fino ad ora, Israele non ha ricevuto alcuna conferma o commento da parte di Hamas sulle condizioni degli ostaggi che compaiono nella lista”, ha dichiarato l’ufficio del primo ministro.

Blinken lancia appello a ultimo sforzo

In questo quadro, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto ieri un ultimo sforzo per un accordo di cessate il fuoco per la presa degli ostaggi a Gaza prima che il presidente Joe Biden lasci l’incarico. “Vogliamo davvero concludere tutto entro le prossime due settimane, il tempo che ci resta”, ha detto Blinken in una conferenza stampa in Corea del Sud, quando gli è stato chiesto se un accordo fosse vicino. Israele ha inviato una squadra di funzionari di medio livello in Qatar per colloqui mediati da mediatori qatarioti ed egiziani. Alcuni resoconti dei media arabi hanno affermato che il capo del Mossad David Barnea, che ha guidato i negoziati, avrebbe dovuto unirsi a loro. L’ufficio del Primo Ministro non ha rilasciato dichiarazioni.

Tajani convoca riunione “Quint” giovedì a Roma

il segretario di Stato americano Antony Blinken sarà inoltre presente giovedi a Roma a una riunione del “Quint” sul Medio Oriente, organizzata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, con particolare riferimento alla situazione in Siria e Iran. Secondo quanto si legge in una nota del dipartimento di Stato, Blinken – reduce da una missione a Seul, Tokyo e Parigi – a Roma incontrerà i colleghi europei per discutere il sostegno a “una transizione politica pacifica, inclusiva e guidata dai siriani”. Poi, il 10 e 11 gennaio si unirà a Biden per gli incontri con il Papa e con Sergio Mattarella e Giorgia Meloni. L’Italia, che a fine novembre ha inviato un nuovo rappresentante diplomatico a Damasco, ha avviato un esame per rivedere la sua politica di sanzioni contro la Siria, e a breve lo stesso Tajani dovrebbe avere contatti diretti con le autorità ad interim siriane. Nel corso della riunione, che si terrà nella serata del 9 a Villa Madama, il ministro affronterà con i Paesi amici anche lo stato delle relazioni con l’Iran, in particolare anche alla luce dell’arresto di Cecilia Sala.

Attacco in Cisgiordania, 3 morti, 8 feriti

Intanto in Cisgiordania tre persone sono state uccise ieri in un attacco a un autobus e alcuni veicoli vicino, provocando tre decessi e almeno otto feriti. I servizi di emergenza hanno dichiarato che “due donne sulla sessantina e un uomo sulla quarantina”, che sono stati colpiti mentre erano in auto, sono stati dichiarati morti sul posto. “Altre otto persone sono state portate in ospedale, tra cui l’autista dell’autobus, un uomo di 63 anni con “gravi ferite da arma da fuoco” alle gambe e all’addome, hanno aggiunto. Da parte sua, l’ Idf ha dichiarato che uomini armati hanno “aperto il fuoco su un autobus e su veicoli civili” vicino al villaggio di al-Funduq, aggiungendo che “le forze di sicurezza israeliane stanno inseguendo i terroristi, istituendo posti di blocco e circondando diverse città dell’area”.

Libano, tregua in bilico. Si lavora a estenderla di altri 30 giorni

In Libano sforzi israeliani e americani sono in corso per estendere di altri 30 giorni la tregua con Hezbollah, per evitare un ritiro prematuro o il ritorno a una guerra su ampia scala nel nord del Paese. Alla base dei negoziati, spiega il Jerusalem Post, “c’è l’idea che attualmente il cessate il fuoco presenti un mix di tendenze positive e negative e che lo scenario migliore sia quello di cercare di preservare e costruire su queste tendenze positive, dando al contempo più tempo per affrontare quelle negative”. “a meno che non ci sia una grande sorpresa, l’esercito libanese non sarà in grado di dispiegarsi completamente durante i 60 giorni di cessate il fuoco, il che significa che Israele dovrà rimanere” per un periodo più lungo. Anche se i 60 giorni scadranno il 26 gennaio, sei giorni dopo l’insediamento del presidente eletto Donald Trump, i funzionari dell’amministrazione Biden stanno cercando di evitare che il cessate il fuoco crolli nelle prossime due settimane.

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