martedì, 19 Marzo, 2024
Politica

La crisi dei ponti rotti

Questa crisi politica è la peggiore che si sia mai vista, dato il contesto tragico in cui è stata aperta ed è anche quella in cui le possibilità di ricucitura sono ridotte a quasi zero. Tutti i ponti di dialogo possibili sono stati rotti.
Renzi, facendo dimettere le ministre e il sottosegretario ha, al di là delle sue intenzioni, chiuso sia con Conte che con Pd e 5 Stelle. A loro volta, le reazioni durissime di Zingaretti e Franceschini e di Di Maio e Di Battista hanno scavato un fosso invalicabile per qualsiasi rapporto politico con Italia Viva. Quindi nel centro-sinistra la rottura è insanabile.
A destra l’indisponibilità di Giorgia Meloni a un governo di unità nazionale rende impossibile la ricerca di una soluzione ibrida in cui far confluire Renzi che, al momento, rimane isolato.
In Parlamento ci sono alcuni deputati e senatori che, fuori da schemi di partito, vogliono appoggiare Conte e consentire al Governo, o rimpastato o rifatto ex novo, di andare avanti fino al 2023. E’ una questione di numeri. Se Conte riuscirà ad avere la maggioranza non solo alla Camera ma anche al Senato, la crisi sarà risolta e con calma si potrà lavorare per consolidare la nuova eterogenea coalizione. Il Paese ha bisogno di un Governo forte, con una maggioranza non raccogliticcia, capace di reggere l’urto dei notevoli impegni dei prossimi 24 mesi.
L’instabilità politica è incompatibile con qualsiasi idea di ricostruzione e ripresa dell’Italia. L’Europa è molto preoccupata per la crisi politica italiana e, dopo averci messo a disposizione 209 miliardi, si attende di avere un interlocutore capace e saldo in sella, altrimenti di quel tesoro arriveranno solo briciole. Per questo La Discussione da sempre, e ancor di più dopo il convegno di Saint Vincent in ottobre, sostiene l’impegno di chi vuole costruire un’area politica trasversale che rappresenti un elettorato moderato, riformista, attento ai problemi sociali e ambientali, fortemente europeista e incrollabilmente democratico e liberale. Se Conte supererà la prova in Senato quest’area dovrà organizzarsi e fare da stimolo costruttivo al Governo.
Se Conte non dovesse trovare i voti sufficienti e il governo dovesse cadere, con i ponti rotti dappertutto, il ricorso alle elezioni anticipate sarà pressoché inevitabile e ci si arriverà o con questo governo minoritario o con un governo elettorale che duri per i 4-5 mesi necessari. 

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