giovedì, 25 Aprile, 2024
Politica

Un Consiglio di Gabinetto per il cambio di marcia di Conte

Il Governo deve cambiare andatura e registro. Per due motivi. Era già troppo lento e impacciato di fronte a quelli che erano i “normali problemi” del Paese, prima ancora dello scoppio della pandemia. Il Conte2 era impantanato nelle incertezze e spaccature dei 5 Stelle, negli stop and go della neonata Italia viva di Renzi e in un eccesso di prudenza del PD che, stranamente, non usava la sua antica esperienza di partito esperto di governo per imprimere un ritmo più intenso alle attività di Palazzo Chigi e dei Ministeri.

A fine febbraio il virus ha bruscamente cambiato le carte in tavola. L’emergenza ha di fatto consegnato al Presidente del Consiglio il potere e la responsabilità di adottare giorno dopo giorno decisioni rapide, incompatibili con le abituali lungaggini della preliminare discussione interna alla maggioranza. Renzi ha provato a fare la voce grossa ma ha dovuto subito fare buon viso a cattivo gioco e rassegnarsi a tacere, vista l’eccezionale gravità della situazione. I cittadini, in mezzo alla tempesta, non amano chi litiga con il nocchiero, figuriamoci se apprezzano tentativi di ammutinamento.

Conte ha così beneficiato si una sorta di “luna di miele” drammatica imposta dal virus e l’ha gestita con vari errori di comunicazione, qualche eccesso di presenzialismo e una valanga di provvedimenti che potevano anche essere scritti meglio.

Però ha tenuto saldo il timone a Roma e a Bruxelles e, finora, gli sono stati perdonati anche errori, attribuibili probabilmente alla sua inesperienza e, soprattutto, alla macchina burocratica che -come al solito- ha prodotto norme contorte, difficilmente applicabili, senza ascoltare i soggetti coinvolti e interessati dai vari decreti.

Ora la luna di miele è finita e la gente si aspetta da Conte decisioni urgenti ed efficaci per arginare la voragine della recessione, rimettere in moto il Paese e approfittare della disruption per risistemare l’intero settore produttivo italiano rendendolo competitivo in un mercato reso ancor più spietato dalla pandemia. E questo è il secondo motivo per cui Conte deve cambiare.

Il Presidente del Consiglio deve operare su due livelli: imprimere un ritmo più deciso e intenso alle decisioni “rivoluzionarie” da adottare, rafforzare la maggioranza che lo sostiene.

I due livelli interagiscono tra loro e fanno perno sul ruolo del Presidente del Consiglio che deve essere sempre più protagonista nel dare indirizzo al Governo, abbandonando qualsiasi ruolo di parte e diventando un abile mediatore e motore tra le forze di maggioranza.

Per ottenere questo risultato Conte, che ha alle spalle solo due anni di esperienza di governo, deve usare strumenti istituzionali trasparenti ed efficaci. Tra questi c’è un organismo previsto dalla legge di riforma della Presidenza del Consiglio del 1988 (legge 13 agosto n.400), il Consiglio di Gabinetto.

L’articolo 6 recita:” Il Presidente del Consiglio dei Ministri, nello svolgimento delle funzioni previste dall’articolo 95, primo comma, della Costituzione, può essere coadiuvato da un Comitato, che prende nome di Consiglio di Gabinetto, ed è composto dai Ministri da lui designati, sentito il Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri può invitare a singole sedute del Consiglio di Gabinetto altri Ministri in ragione della loro competenza.”

Di questo organismo potrebbero far parte i Ministri più importanti delle varie forze di Governo, in modo da assicurare una maggiore collegialità e condivisione delle decisioni, prima che esse arrivino alle riunioni del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un suggerimento che avevamo dato a Conte non appena il suo secondo Governo si era insediato e che oggi è ancor più valido ed attuale, alla luce delle fibrillazioni continue nella maggioranza.

Il Consiglio di Gabinetto farebbe sentire partecipi tutti i partiti di Governo e, sapientemente gestito, impedirebbe la subdola guerriglia che si scatena contro i provvedimenti appena approvati dal Consiglio dei Ministri, spesso per il solo fine di ottenere visibilità.

Una gestione più consensuale del Governo sminerebbe il terreno da tante trappole e obbligherebbe i partiti ad avere comportamenti maggiormente responsabili. Nessuna forza di maggioranza potrebbe dire di esser stata all’ oscuro di decisioni e di non averle condivise preventivamente. E Conte potrebbe dimostrare di essere tutt’altro che un Re travicello indeciso a tutto.

Se Conte imponesse la costituzione del Consiglio di Gabinetto questa decisione apparirebbe come una dimostrazione di forza e non di debolezza e consoliderebbe il suo ruolo di leader della maggioranza proprio nel momento un cui si agitano tentativi vari per indebolirne la credibilità e il prestigio. Conte non ci ascoltò ad ottobre, ci dia retta oggi. Non se ne pentirà.

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