sabato, 27 Aprile, 2024
Esteri

Israele intensifica gli attacchi. Usa: distinguere tra Hamas e civili palestinesi

Una azione più dura e massiccia. L’esercito israeliano ieri ha potenziato le linee di attacco aumentando il numero delle truppe di terra nel nord di Gaza. Una espansione delle operazioni militari che ieri ha innescato una giornata drammatica con l’ordine israeliano, inviato alla Mezzaluna Rossa Palestinese, (gruppo umanitario che lavora a Gaza) di evacuare l’ospedale di al Quds, perché la struttura sarebbe stata “bombardata”.

Usa: distinguere tra Hamas e civili

Gli Stati Uniti provano a frenare le azioni militari nella Striscia. Per il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, Israele deve fare differenza nelle sue operazioni militari tra Hamas e civili palestinesi. “Quello che crediamo è che ogni ora, ogni giorno di questa operazione militare, il governo israeliano dovrebbe adottare tutte le misure possibili”, ha sottolineato Jake Sullivan, “a sua disposizione per distinguere tra Hamas – i terroristi che sono obiettivi militari legittimi – e i civili che non lo sono”.

Ostaggi trattative in corso

Per il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, è Hamas che sta bloccando l’uscita di civili da Gaza. “Siamo in trattative sugli ostaggi. E stiamo affrontando una situazione simile con i cittadini americani e di altre nazionalità intrappolati a Gaza”, spiega Sullivan, precisando che “è vero che l’Egitto è pronto a consentire ai cittadini americani e stranieri di attraversare il valico di Rafah ed entrare in Egitto. Gli israeliani non hanno problemi con questo. Hamas sta però prevenendo la loro uscita e presentando una serie di richieste. Non posso parlare in pubblico delle richieste ma sono oggetto delle trattativa in corso”.

Sforzi di Stati Uniti ed Egitto

Nel contempo gli sforzi umanitari a Gaza, guidati dall’Egitto e dagli Stati Uniti, sono stati ampliati. Un piccolo passo in avanti in una situazione che rischia di diventare incontrollabile.

L’irruzione nei depositi di cibo

Migliaia di persone hanno fatto irruzione in diversi magazzini e centri di distribuzione dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi portando via farina e altri “generi di sopravvivenza di base”. Il direttore degli affari dell’Unrwa nella Striscia di Gaza, Thomas White, ha definito l’episodio “un segnale preoccupante” che dimostra come “l’ordine pubblico stia iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra”.

Macron e Sunak: azioni umanitarie

Il primo ministro britannico Rishi Sunak e il presidente francese Emmanuel Macron hanno “sottolineato l’importanza di far arrivare a Gaza aiuti umanitari urgenti” durante una conversazione. Lo ha riferito il governo britannico. “I due hanno concordato di lavorare insieme per far arrivare cibo, carburante, acqua e medicine a chi ne ha bisogno e per far uscire i cittadini stranieri”.

Acqua, riaperta una linea

Il governo israeliano ha annunciato che è stata riaperta la seconda delle tre condutture idriche che forniscono l’acqua alla Striscia di Gaza, garantendo un totale di 28,5 milioni di litri al giorno, circa la metà delle forniture precedenti alla guerra. Secondo l’ente del governo israeliano per i territori palestinesi (Cogat), citato dai media, ora ci sono acqua e cibo sufficienti per soddisfare le esigenze umanitarie di Gaza, e che Hamas sta distribuendo carburante agli ospedali della Striscia per mantenerli operativi con generatori diesel, in parte anche per i suoi centri di comando costruiti sotto quelle strutture sanitarie.

L’ingresso degli aiuti

Altri 40 camion di aiuti umanitari sono entrati ieri a Gaza.. Lo ha reso noto alla Cnn Samer Abdeljaber, rappresentante del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite e direttore nazionale per la Palestina, aggiungendo anche che “ne servono di più”. “Speriamo che oggi saremo in grado di consentire a più camion di entrare a Gaza: si prevede che ne passeranno 40. Tuttavia”, ha specificato Abdeljaber, “dobbiamo anche notare che questo non è sufficiente rispetto ai crescenti bisogni, in questo momento a Gaza abbiamo bisogno di più di questo”.

L’Iran chiama alla escalation

Il rischio di ampliamento della guerra si fa concreto. Per l’Iran Israele ha “superato le linee rosse” e “potrebbe costringere tutti a intervenire”. Le operazioni israeliane tuttavia non conosceranno tregue. Per Tel Aviv l’attacco si concentrerà ancora a nord della striscia di Gaza dove gli israeliani sospettano ci siano le basi segrete di Hamas da dice partono gli attacchi e i razzi verso Israele. “Gli abitanti attraverso diversi mezzi di comunicazione: devono stare lontani dagli avamposti appartenenti ad Hamas. Questo avvertimento viene rilanciato: i civili nel nord di Gaza e nella città di Gaza dovrebbero temporaneamente spostarsi a sud in un luogo più sicuro, dove possono ottenere acqua, cibo e medicinali”.

Colpiti gli obiettivi di Hamas

Nelle ultime 24 ore, ha fatto sapere il portavoce militare israeliano, sono stati colpiti oltre 450 obiettivi del “terrore di Hamas, inclusi centri di comando operativi, posti di osservazione e luoghi di lancio di missili anti tank”. Nell’ambito della espansione delle attività di terra le “forze di combattimento combinate hanno colpito cellule terroristiche che tentavano di attaccare i soldati”.

L’Iran pronto ad intervenire

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha affermato che Israele, con le sue azioni militari nella Striscia di Gaza, ha “oltrepassato la linea rossa”, il che potrebbe costringere altri a intervenire. “I crimini del regime sionista hanno superato la linea rossa, il che potrebbe costringere tutti ad agire”, ha scritto Raisi su X. “Washington ci chiede di non fare nulla, ma continua a dare ampio sostegno a Israele”, ha proseguito Raisi, sottolineando che “gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’Asse della Resistenza (di cui fanno parte i gruppi di Hezbollah, Jihad islamica palestinese e Hamas sostenuti da Teheran), ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia”.

La conta delle vittime civili

Il ministero della Sanità di Hamas ha dichiarato che più di 8 mila persone (metà delle quali sono bambini) sono state uccise nella Striscia dall’inizio della guerra con Israele. La situazione a Gaza sta diventando sempre più disperata di ora in ora”: lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, durante una visita a Kathmandu, capitale del Nepal. Guterres ha ripetuto gli appelli disperati per un cessate il fuoco per porre fine all'”incubo” dello spargimento di sangue. “Mi rammarico che invece di una pausa umanitaria estremamente necessaria, sostenuta dalla comunità internazionale, Israele abbia intensificato le sue operazioni militari”.

L’invocazione del Papa

A Gaza si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus. “Cessate il fuoco! Cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle. La guerra sempre è una sconfitta”.

Netanyahu, le scuse all’esercito

“Mi sono sbagliato. Le cose che ho detto dopo la conferenza stampa non dovevano essere dette e mi scuso per questo”. Lo scrive il premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo aver cancellato il suo post iniziale sui social in cui accusava i vertici dell’intelligence e dell’esercito di non averlo avvertito dei piani di Hamas. “Sostengo pienamente tutti i capi dei servizi di sicurezza”, così come “il capo di stato maggiore, i comandanti e i soldati dell’esercito che sono al fronte e combattono per il nostro Paese”. Su Facebook Netanyahu aveva scritto di non essere stato avvertito né dall’intelligence militare né dallo Shin Bet (sicurezza interna) sulla possibilità di una guerra da parte di Hamas. La radio militare ha poi replicato che ricevette invece avvertimenti sull’eventualità di attacchi dell’asse Iran-Hezbollah-Hamas, divenuti “più aggressivi” per via delle lacerazioni in Israele. Il leader centrista Benny Gantz (che fa parte del governo di ‘emergenza nazionale’) ha difeso i vertici militari e ha chiesto al premier di ritirare le sue dichiarazioni.

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