Nuova doccia scozzese sul governo e sulla maggioranza: ne è autore nuovamente Renzi.
Il promotore della rottamazione e, vale ricordarlo, primo corista nelle invettive contro la cosiddetta casta, ha oggi parzialmente dissolto la sensazione che si fosse aperta una fase dialogante con i suoi alleati ponendo una pesante ipoteca sul colloquio già programmato e da lui chiesto con Conte.
“Se Conte respinge le idee di Italia Viva – ha detto Renzi – faremo un passo indietro, magari a beneficio dei c.d. responsabili”.
Sembra, a prima vista, un ultimatum, che è una atteggiamento poco compatibile con una disponibilità al dialogo visto che Renzi pone fra i quattro punti del negoziato non solo la nomina di commissari per sbloccare i cantieri fermi da anni, ma anche la modifica del reddito di cittadinanza, una riforma dei processi che riguardi in primo luogo la prescrizione e una radicale modifica della legge elettorale con l’elezione diretta del Premier: un ventaglio, cioè, di proposte vincolanti sulle quali è tutt’altro che scontata la disponibilità dei suoi soci della maggioranza.
Tuttavia è fin d’ora prematuro anticipare le conclusioni di questo che sembra un dialogo fra sordi, ma non sarebbe la prima volta che Renzi sorprende tutti con improvvise inversioni di marcia.
In questo contesto, il segno di una svolta, in un senso o nell’altro, verrà dalle dichiarazioni che il Presidente del Consiglio ha intenzione di fare in Parlamento, illustrando il programma di riforme che intende promuovere ed attuare nello spazio che resta della legislatura.
Sarà, questa, l’occasione per misurare la possibilità di vita e di azione del governo e insieme l’esistenza di un’area di consenso interessata a far prevalere le ragioni dell’interesse generale, considerando le difficoltà della situazione economica e il complicato quadro internazionale.
Un elemento di interesse notevole e venuto ieri da una intervista di Rotondi al “Corriere della Sera”, dove l’esponente dell’area democristiana di FI preannuncia per fine marzo la creazione, attraverso il concorso di vari soggetti promotori con in testa l’UDC, del nuovo “Partito del popolo” con il simbolo della DC, partito che potrebbe cogliere sensibilità analoghe già manifestate dallo stesso Presidente del Consiglio.