venerdì, 6 Dicembre, 2024
Politica

Via l’abuso d’ufficio, stretta su intercettazioni e custodia cautelare

Giustizia la riforma oggi al CdM

Più garanzie e tutele per i cittadini indagati (ma non solo quelli) rispetto al potere delle procure e dei mezzi di indagine. Oggi in Consiglio dei ministri in programma per le 18 a Palazzo Chigi si terrà l’attesissimo via libera alla riforma della giustizia messa a punto dal ministro Carlo Nordio. La dicitura recita: “disegno di legge, recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento giudiziario”.

Cdm e il “solco” di Berlusconi

Singolare che la riforma – sulla rampa di lancio dall’autunno scorso – cada per una sorta di “ineluttabile fatalità” ad appena 24 ore le esequie dell’ex premier Silvio Berlusconi. Le agenzie stampa nel citare fonti di Governo interpretano la riunione dei ministri “anche un segnale nel solco dell’eredità politica lasciata da Silvio Berlusconi“. Quasi un tributo per l’ex presidente del Consiglio che ha affrontato, ricordano i parlamentari Azzurri, in vita e in diversi ruoli una quarantina di inchieste ed è stato condannato una volta sola.

Garantismo e pragmatismo

La riforma secondo le anticipazioni avrà un profilo di “garantismo e pragmatismo” e sarà divisa in due parti, la prima vedrà la luce oggi, la seconda – che dovrà essere approfondita, arriverà a settembre -. In questo primo step sono previste delle restrizioni o, che siano evitati, quei abusi del circolo mediatico-giudiziario che hanno in alcuni casi, marcato e condizionato, in fase delle indagini, la vita dei processi e delle persone coinvolte. Le restrizioni previste dalla riforma avranno un ventaglio abbastanza ampio. Per le intercettazioni ad esempio, nelle indicazioni del Guardasigilli, bisogna assicurare una maggiore segretezza, evitandone la loro pubblicazione fino alla fine delle indagini preliminari. Non devono apparire persone terze citate da chi ha i telefoni sotto controllo che non hanno nessun rilievo penale o per le indagini. Sarà riformulato anche l’uso della custodia cautelare, l’ipotesi è l’istituzione di un collegio di tre giudici e non più il singolo gip, che dovrà decidere sull’arresto. Inoltre sarà previsto in alcune occasioni anche un interrogatorio preliminare dell’indagato.

Abuso d’ufficio e i sindaci Pd

Tema su cui in questi giorni si sono concentrati i contrasti, dentro e fuori la maggioranza di Centrodestra e tra il ministro e alcune forze politiche e gli stessi magistrati, è la riforma del reato di abuso d’ufficio. Questione su cui il ministro non è intenzionato a cedere. Le posizioni diverse tra Forza Italia e FdI-Lega, – i parlamentari Azzurri con il Terzo Polo sono per la cancellazione, mentre il Carroccio e il partito del premier, per una riformulazione – sono almeno nel pre consiglio  state superate. Lo puntualizza lo stesso ministro. “C’è l’accordo politico, il progetto è pronto e definito”, spiega Nordio, che ricorda come la cancellazione del reato di abuso d’ufficio stia particolarmente a cuore ai sindaci e, tra questi,  a quelli del Pd, e cita: “c’è stata una processione di sindaci anche del Pd che ci hanno supplicato di abolire questo reato che compromette l’accelerazione delle procedure amministrative e si riverbera negativamente sui cittadini”.

Troppe inchieste flop

Una posizione che permette al ministro Nordio di portare a favore della cancellazione del reato di abuso d’ufficio i dati: nel 2021, 4 mila 465 su 5 mila 418 procedimenti aperti per abuso d’ufficio si sono conclusi in udienza preliminare o in udienze col rito abbreviato con un decreto di archiviazione “per ragioni diverse dalla prescrizione”. Secondo i calcoli del ministro c’è una enorme disparità tra richieste di condanne e assoluzioni, se ci sono state appena 9 condanne su quasi 5 mila 500 inchieste. Qualcosa quindi non va per il verso giusto. Se le cifre sono chiare i timori nella maggioranza sono altri, ad esempio, per la Lega, rimane il dubbio che lo stralcio totale del reato porti con sé il rischio di inchieste per reati peggiori.

Il traffico di influenze

Altri interventi previsti per oggi nella riforma andranno a ridurre la possibilità del pubblico ministero di fare appello alle sentenze di assoluzione, sulla scorta di ciò che aveva già previsto la ministra Cartabia. Inoltre il Cdm interverrà anche sul traffico di influenze illecite: un reato che è sempre stato considerato dagli esperti “fumoso”. Il Governo, come si legge nella bozza, punta a una “riduzione dell’ambito applicativo”, di modo che il reato sia “limitato a condotte particolarmente gravi”.

Svolta calibrata e meditata

Il Cdm di oggi sarà inevitabilmente dominato dal ricordo dell’ex presidente Forza Italia, e la riforma secondo la visione dei parlamentari Azzurri, appare idealmente un gesto riparatorio.

“Silvio Berlusconi ha subito tanto, troppo, a causa della giustizia”, ricorda il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, “Per questo voglio dedicare a lui la riforma che andrà in consiglio dei ministri domani, un passo importante verso un processo davvero giusto”. “La riforma non arriva sulla scorta dell’onda emotiva per la scomparsa del Presidente Berlusconi”, osserva ancora il parlamentare forzista, “ma è stata studiata e calibrata nel tempo, con la diretta partecipazione del Presidente stesso . Si tratta di norme di grande rilievo che incidono nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione e tra amministratori e giudice penale”.

Seconda parte in autunno

La seconda parte della riforma, sarà in dirittura d’arrivo per l’autunno. Per attuarla si renderà  necessaria una modifica della Costituzione per aprire le porte alla separazione delle carriere tra giudici e pm. Un terreno fertilissimo per uno scontro tra politica e magistratura.

“Sia chiaro, è solo un primo step”,  avvisa il vice ministro della giustizia, Paolo Sisto, in merito al Cdm odierno, “ce ne sarà poi un secondo nella seconda parte del 2023 per arrivare, infine, alla riforma costituzionale per la separazione delle carriere”. Infine in questo secondo pacchetto ci sarà anche la riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura.

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