venerdì, 19 Aprile, 2024
Politica

Migranti, il Governo sollecita l’Europa. Nuovi sbarchi e 500 migranti in difficoltà

Al Senato il decreto Cutro slitta a dopo Pasqua

Poco più di un’ora è durata la riunione di governo, tenuta a Palazzo Chigi convocata dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul dossier migranti. Alla Cabina di regia hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e della Difesa Guido Crosetto. Una riunione che ha posto in primo piano il come affrontare l’emergenza sbarchi e migranti che rischia di diventare una crisi quotidiana con l’inizio della primavera. Al termine del vertice non sono state rilasciate dichiarazioni. Tuttavia le iniziative segnano un rallentamento. In Senato ieri mattina la definizione delle modifiche al testo che riscrive le norme sui migranti ha subito una battuta d’arresto. In Commissione il sottosegretario all’Interno, il leghista Nicola Molteni ha chiesto più tempo per affrontare il parere sui 126 emendamenti. Una situazione inattesa che ha innescato anche il rinvio di una riunione prevista per oggi al Senato.

Decisioni dopo Pasqua

Se ne riparlerà dopo le festività di Pasqua quando si tenterà di stringere sul decreto legge “Cutro”, con alcune nuove misure che potrebbero “entrare” poi come emendamenti del Governo. La gestione dei flussi migratori e all’accoglienza quindi subisce un cambio di passo ma anche di visione politica nella maggioranza. Tra gli emendamenti, 21 sono stati posti dal partito di Matteo Salvini che punta fra l’altro a restringere ulteriormente la protezione speciale. Ieri il leader della Lega tuttavia ha sottolineato di aver “piena fiducia nella premier e nei ministri che stanno affrontando il dossier”.

Più impegno chiesto all’Europa

La riunione a Palazzo Chigi tenuta ieri ha gettato le basi per rafforzare la gestione dell’accoglienza. Un capitolo a cui il premier Giorgia Meloni tiene in modo particolare. Un contesto in cui l’Italia sollecita l’intervento dell’Unione europea. A spiegare la posizione del Governo il ministro Tajani durante l’incontro con la Stampa Estera, tenuto poche ore prima del vertice a palazzo Chigi.
“Noi chiediamo sui migranti un maggior impegno europeo”, ha puntualizzato il ministro, “perché le coste italiane sono frontiere europeo. Siamo preoccupati per il corridoio balcanico. Per quanto riguarda le Ong abbiamo dato delle regole. Abbiamo detto che non possono fare i taxi del mare. Non c’è stato nessun accanimento contro le Ong, neanche l’impedimento a salvare i migranti. Guardia costiera e guardia di finanza fanno egregiamente il loro lavoro”. “Mi riferisco”, ha spiegato ancora Tajani, “a un rapporto di Frontex che dice che le partenze aumentano quando ci sono barche delle Ong, che sono lì per prendere le persone mentre dovrebbero salvare chi rischia di naufragare. Per questo noi vogliamo bloccare le partenze e permettere alle persone di avere diritto a non emigrare. Non è vero che non vogliamo salvare: guardia costiera e guardia di finanza hanno soccorso 23.161 migranti in mare su circa 26 mila: tutti salvati dall’Italia. Ma bisogna colpire i trafficanti di essere umani, non vogliamo che il Mediterraneo sia un cimitero”.

L’Sos di 500 migranti

Il dibattito dell’Esecutivo sul dossier migranti di giorno in giorno si fa più complesso. Ieri a dominare le cronache l’ennesime drammatiche richieste di aiuto con notizie di nuovi sbarchi e le difficoltà di un peschereccio con a bordo circa 500 persone migranti a bordo, partito dalla Libia. L’imbarcazione era nelle acque del Mediterraneo non lontano da Malta. È stato lo stesso ministro degli Esteri Tajani a dare alcune informazioni. “Credo che questo barcone sia in acque ‘Sar’ maltesi e tocca ai maltesi intervenire se la nave è pericolo; vedremo cosa diranno”.
Ad avvicinare il motopeschereccio con le 500 persone stipate a bordo la nave Geo Barents di Medici senza frontiere arrivata in zona per tentare un salvataggio. Il mare forte, le onde e il vento fortissimo a 40 nodi, hanno reso praticamente impossibili le operazioni di sbarco.
Fino a ieri sera, inoltre le autorità maltesi non avevano inviato soccorsi.

Le stime allarmanti

A palazzo Chigi inoltre il premier con i ministri hanno esaminato i dati degli sbarchi. Sommati al ritmo giornaliero gli arrivi sono stati 28.034 dal primo gennaio, a fronte dei 6.832 giunti l’anno scorso nello stesso periodo. Dati che fanno temere numeri record a fine anno, su quota 300mila. Ieri durante la Cabina di regia è stato riferito come il ministero dell’Interno stia lavorando a una bozza di piano d’azione, con una decina di punti, che vanno dal potenziamento della rete dei centri di accoglienza all’accelerazione delle richieste di asilo e rimpatrio. Secondo alcune fonti si pensa anche a possibili incentivi monetari per i rimpatriabili che accettino di tornare subito indietro.

Fondi per la Tunisia

In corso inoltre la trattativa europea con la Tunisia che vede protagoniste Italia, Francia e Germania, con l’offerta di finanziamenti in cambio di un freno alle partenze dei barconi. Più in generale, si starebbe studiando come velocizzare tanto le procedure di rimpatrio che quelle per le richieste d’asilo.

Nuova forza lavoro

L’altra faccia della medaglia invece è l’inclusione dei migranti.
La discussione nell’Esecutivo infatti va avanti, in parallelo con la trattativa in corso al ministero del Lavoro con le parti sociali e le associazioni imprenditoriali. Queste ultime sono chiamate a fornire al Governo una stima delle persone necessarie nei diversi settori d’impiego.

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