giovedì, 28 Marzo, 2024
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Pochi laureati. Tasse alte, borse di studio basse

In Italia si laureano pochissimi ragazzi. Secondo l’ultima rilevazione di Eurostat, in Italia nel 2021, i 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 26,8%, una percentuale nettamente inferiore alla media UE, che si assesta al 41,6%. Un dato certamente aggravato dagli effetti della pandemia, anche se non si discosta così tanto da quello che si registrava già da alcuni anni in Italia. La percentuale di laureati in Italia è dunque ben lontana da quel 45% che rappresenta l’obiettivo che a livello europeo si punta a raggiungere. Con la risoluzione del Consiglio sul “Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione”, i paesi membri UE si impegnano infatti a raggiungere quel livello di laureati, di età compresa tra i 25 e i 34 anni, entro il 2030.

Nella categoria dei titoli di studio dell’educazione terziaria rientrano:
·     lauree triennali o magistrali (che all’estero si chiamano rispettivamente Bachelors, Master Degrees)
·     dottorati di ricerca (PhD)
·     corsi a ciclo breve professionalizzanti post diploma, erogati dagli Istituti Tecnici Superiori e molto diffusi all’estero, ad esempio in Francia e Spagna

 

Ad abbassare la media italiana è il minor numero di studenti con laurea magistrale

Mentre il numero degli studenti che ottengono una laurea triennale in Italia sono molto vicini a quelli degli altri paesi, ad abbassare la media è il minor numero di coloro che scelgono di proseguire gli studi per conseguire la laurea magistrale.

 

L’Italia è al penultimo posto per la quota di laureati, davanti soltanto alla Romania (25%). In testa alla classifica di Eurostat ci sono: Lussemburgo (61%), Irlanda e Cipro al secondo posto (entrambi 58%), seguiti da Lituania (56%).

I tre Stati, insieme a Paesi Bassi, Francia, Svezia, Belgio, Spagna, Danimarca, Slovenia e Svezia fanno parte del gruppo dei Paesi UE che hanno raggiunto anticipatamente l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2030, ovvero una media del 45% di laureati.

La media in Europa, stando ai dati rilasciati dall’analisi dell’anno 2020, è del 41,6%.

Dati Eurostat elaborati in ragione degli iscritti a un corso post-diploma nel 2020 per tipologia di corso

 

A laurearsi sono sempre di più le donne

Interessante è anche osservare il gap di genere tra i laureati europei. Mentre la percentuale degli uomini laureati è del 35%, quella delle donne arriva fino al 46%. Un divario di genere che continua a dilatarsi negli ultimi anni: si passa dal 9,4% nel 2011 al 10,8% nel 2020. Il che ha rivelato una crescita a ritmo molto più lento della popolazione maschile laureata.

 

Quali sono le cause del calo del numero di laureati in Italia?

A causare il calo del numero dei laureati in Italia concorrono una serie di cause. In primis, a incidere negativamente sono le tasse universitarie italiane, che risultano essere tra le più alte in Europa. A ciò si aggiungono il numero esiguo di borse di studio, peraltro di valore modeste e la carenza di alloggi universitari che, peraltro, genera un aumento del canone di affitto di quelli privati.

Le borse di studio, strumento di sovvenzione statale e/o privato ampiamente utilizzato in molti altri Paesi, sono poche. Solo 1 studente su 10 beneficia di una borsa di studio in Italia, contro una media europea di 1 su 4.
 Soltanto il 3% degli studenti universitari può permettersi l’affitto di un appartamento.

 

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