sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

Meloni: lavoro priorità, pensioni e salari inadeguati. Sindacati: aspettiamo risposte e scelte concrete

Bombardieri (Uil): detassiamo le tredicesime. Landini (Cgil): posto i problemi ora vogliamo risposte

Primo confronto tra la “totale apertura” e l’invito a “superare i preconcetti”, come chiede il premier Giorgia Meloni e i sindacati che “vogliono risposte concrete”. Il tema che indica il premier è lavoro come priorità da affrontare, mentre su salari e pensioni “inadeguate”, Meloni lancia un allarme sul rischio che le future pensioni siano “inesistenti”.

I sindacati: ora scelte concrete

D’altra parte del tavolo la richiesta dei sindacati di verificare in “concreto” gli annunci del Governo. Ieri pomeriggio di scena a palazzo Chigi il primo atteso confronto tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Oltre al presidente del Consiglio presenti alla riunione con i sindacati, il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, il ministro delle Imprese e del made in Italy Aldolfo Urso, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Occupazione e lavoro nero

Molte le osservazioni sui problemi del lavoro fatte dal premier. Problemi in linea con i rilievi mossi dai sindacati.

“L’Italia ha tra i tassi più bassi di occupazione dell’Occidente, ha tra i più bassi tassi di lavoro femminile, tra i più alti tassi di lavoro nero”, ha esordito Giorgia Meloni, illustrando gli impegni del nuovo Governo che, fa presente il primo ministro, ha “sempre riconosciuto l’importanza del confronto con le parti sociali. Il nostro approccio è di totale apertura e rispetto”.

Il premier: via i preconcetti

La chiave politica del confronto avviato ieri è racchiusa in una osservazione del presidente del Consiglio, sui risultati che saranno raggiunti.

“Dipenderà dell’approccio e dalla disponibilità di ciascuno di noi”, osserva Giorgia Meloni, “Stiamo affrontando il momento più difficile della storia repubblica e questo richiede da parte di tutti un supplemento di responsabilità. Bisogna mettere da parte i preconcetti e, nel rispetto delle diverse convinzioni, è necessario provare a ragionare tutti nella stessa direzione: la difesa dell’interesse generale”.

Tassazione il grande freno

Nel merito dei problemi che frenano l’occupazione il premier cita la tassazione. “Il mio personale approccio sarà di realtà e di trasparenza, e sono sicura di poter trovare lo stesso atteggiamento anche dall’altra parte di questo tavolo”, dice Meloni, “abbiamo anche una tassazione sul lavoro che è un grande freno, tassi di interessi che tornano a salire. In definitiva, non è una situazione facile quella che troviamo, ma la affronteremo”.

Allarme pensioni e salari

L’intervento del premier insiste su una criticità quella dei salari inadeguati e del disequilibrio tra forza lavoro e massa di pensionati che a loro volta hanno assegni bassi.

“Siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale”, prosegue il presidente, “usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, una inflazione vicina al 10 per cento, salari per lo più inadeguati, pensioni di oggi basse, e quelle future rischiano di essere inesistenti”.

Uil: detassare la tredicesima

Una replica al premier del sindacato arriva dal segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

“Noi abbiamo sempre sostenuto che il cuneo fiscale è una delle modalità per intervenire e ridare subito potere di acquisto”, commenta il leader della Uil, “Oggi proporremo anche la detassazione della tredicesima. Se dobbiamo dare potere d’acquisto ai lavoratori, a chi oggi si trova in difficoltà, dobbiamo dare risposte immediate”.

I sindacati e il fronte pensioni

Il tema caldo da affrontare oltre al lavoro è quello della riforma previdenziale. Il sindacato non vuole parlare di Quote e rilancia la proposta di flessibilità in uscita. “Quota 41 non capisco cosa possa essere”, spiega Bombardieri, “Noi nella proposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil abbiamo identificato 41 come il numero di anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Se Quota 41 è accompagnato a 61, 62, mi sembra che riparliamo di 101, 102, che sono i numeri che c’erano già negli anni passati. Non mi sembra una grande novità”.

Landini: attendiamo risposte

“Abbiamo ribadito la necessità di avviare delle serie riforme, a partire da quella fiscale”, spiega il leader della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’incontro,

“Sul piano formale il presidente del Consiglio ha dichiarato una grande disponibilità ad un confronto e a strutturarlo sulle varie materie e i vari temi che dovremo affrontare anche per una discussione sul futuro del Paese e le scelte strategiche che devono essere fatte. Ha dichiarato che considera il rapporto con le parti sociali e con le organizzazioni sindacali un rapporto molto importante. Sul piano formale”, osserva il leader della Cgil, “questo è un elemento in cui tutti noi abbiamo dichiarato la nostra piena disponibilità al confronto e avanzare proposte per affrontare i problemi”. “Nel merito ad oggi noi risposte non ne abbiamo avute”, prosegue Landini, “se non il fatto che la discussione sul decreto aiuti e la legge di bilancio sono gli spazi contenuti nel Dpef e quindi non amplissimi. Siamo dentro ai famosi 30 miliardi”.

No flat tax ma riforma fiscale

Sul tema fisco la Cgil critica gli annunci del Governo. “Noi abbiamo ribadito la necessità di avviare delle serie riforme, a partire da quella fiscale”, evidenzia il leader Cgil, “noi non siamo per la flat tax ma per una riforma fiscale seria che aumenti il netto in busta paga per i lavoratori a partire da redditi più bassi. Siamo per una vera lotta all’evasione fiscale. Siamo contrari alla logica dei condoni. Le risorse oltre i 30 miliardi indicati dal governo, si possono trovare con una vera lotta fiscale e affrontando il tema degli extra profitti”.

L’Ugl: dialogo sulle scelte

L’Ugl invita ad un dialogo costruttivo. “Nel rispetto dei ruoli è importante assicurare un confronto costante e propositivo fra il governo e i corpi intermedi”, osserva il segretario dell’Ugl, Paolo Capone, “per dare voce alle istanze dei lavoratori e far fronte alle minacce quali l’aumento dell’inflazione e dei costi energetici”. Per il sindacalista della Ugl, un altro tema molto attuale è la salute a la sicurezza sui luoghi di lavoro, per cui “occorrono interventi urgenti per fermare la strage in atto sui luoghi di lavoro. In tal senso, è necessario”, chiede Paolo Capone, “rafforzare la dotazione di personale ispettivo e rendere immediatamente accessibili tutte le banche dati, istituendo, al contempo, una Procura nazionale per il perseguimento dei reati connessi al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro”.

Pensioni adeguamento al +7,3%

Una prima risposta ai sindacati arriva dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ieri ha firmato il decreto che dispone a partire dall’1 gennaio 2023 un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini. L’aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022.

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