venerdì, 19 Aprile, 2024
Europa

Frontex: l’Europarlamento boccia il bilancio 2020

Accuse di inefficienza e critiche su operazioni di respingimento

I deputati dell’Europarlamento hanno rifiutato di approvare i bilanci 2020 della guardia di frontiera e costiera Frontex, con 345 voti favorevoli al rifiuto, 284 contrari e 8 astensioni, per “l’entità della colpa grave e delle altre irregolarità individuate”, come si legge nel sito della Ue. L’agenzia non è riuscita a proteggere i diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo e, secondo i media, è stata coinvolta in operazioni di respingimento illegale di almeno 957 rifugiati tra marzo 2020 e settembre 2021. Inoltre, sull’agenzia pesa il caso di suicidio di un membro del personale, connesso a presunte pratiche di molestia sessuale, che fa seguito ad altri 17 casi di presunte molestie sessuali segnalati nel 2020, 15 dei quali chiusi senza ulteriore seguito.

Istituito il 14 settembre 2016, l’ente ha come obiettivo principale quello di “provvedere a una valutazione delle vulnerabilità per quanto riguarda la capacità di controllo delle frontiere da parte degli Stati membri”, soprattutto nelle stagioni più calde sul fronte migratorio. Inoltre, avrebbe dovuto fornire “assistenza tecnica e operativa a sostegno delle operazioni di ricerca e salvataggio delle persone bisognose di soccorso in mare durante le operazioni di sorveglianza di frontiera”. Nel 2019 la Commissione europea mette a disposizione di Frontex gli uomini del Corpo Permanente Europeo. Si tratta di circa duemila agenti armati.

All’interno del Parlamento europeo c’è chi ha valutato inefficiente la sua azione per il continuo aumento di flussi migratori e per le situazioni di persistente emergenza che si hanno nei vari fronti più caldi, ma anche a volte troppo dura. Alcuni gruppi parlamentari, appoggiati dalle Ong e da diverse associazioni, hanno accusato Frontex di aver aiutato le autorità greche a respingere illegalmente e con la forza centinaia di migranti durante la crisi dei rifugiati esplosa nel gennaio 2020. Accuse mosse soprattutto a seguito di un’inchiesta di “Der Spiegel” e” The Guardian, nel cui report sono saltati fuori video e immagini che mostrerebbero il coinvolgimento di mezzi di Frontex nel respingimento dei migranti verso la Turchia in violazione dei diritti internazionali.

“Il Parlamento ha il diritto esclusivo di approvare le modalità di esecuzione di bilancio da parte degli organi UE – si legge sempre sul sito dell’Europarlamento – e può decidere di concedere, rinviare o rifiutare il “discarico” dei conti. La procedura di discarico consente al Parlamento di chiedere alle istituzioni UE di rendere conto del modo in cui spendono i fondi pubblici. Nel corso della procedura, il Parlamento verifica la legalità, la regolarità e la sana gestione finanziaria (ad esempio, l’efficienza), oltre a valutare in che misura l’istituzione interessata abbia contribuito al raggiungimento degli obiettivi politici dell’UE e abbia operato in linea con i valori UE”.

L’accoglienza di chi fugge dalla guerra in Ucraina ci ha insegnato che un’altra gestione delle migrazioni è possibile oltre ai respingimenti e ai rimpatri forzati, unico ruolo svolto da Frontex. Il Sud del mondo subisce i danni delle attività estrattive delle compagnie occidentali e della crisi climatica, eppure i cosiddetti migranti economici, che spesso scappano dai questi disastri ambientali, vengono duramente respinti alle frontiere. Da anni associazioni umanitarie come Sant’Egidio e Centro Astalli chiedono che vengano rivisti i criteri che decidono chi ha diritto di essere accolto e chi no.

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