venerdì, 26 Aprile, 2024
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Emozioni e razionalità, cosa insegna la Finanza comportamentale

Di fronte alla volatilità dei mercati è sempre la prima volta. O meglio, è sempre una volta diversa dalle precedenti. Persino la crisi Lehman del 2008 risulta una passeggiata di salute rispetto a chiusure nervose anche su lassi di tempo brevi. Un misto di economia, finanza e psicologia è la Finanza Comportamentale, più volte utilizzata anche in questa sede, disciplina utilizzata per indagare i comportamenti degli individui in relazione ai comportamenti dei mercati e, di conseguenza, dei propri risparmi. Negli ultimi decenni questa particolare branca (dell’Economia? Della Psicologia?) è stata il principale strumento attraverso il quale sono stati indagati i comportamenti individuali e collettivi dinanzi ai mercati. In particolare, emozioni come paura, insicurezza e avidità possono incidere in maniera sostanziale sulle scelte d’investimento, soprattutto nei momenti di maggiore volatilità, quando le scelte irrazionali sono dietro l’angolo. Ci sono poi errori dettati dall’incontro tra contesto ed emozioni individuali, come “l’effetto gregge”: secondo i mezzi d’informazione tutti vendono e quindi associarsi a questo comportamento “rassicura”. Ci sono poi gli “errori cognitivi”: in questo caso non parliamo più di emozioni, siamo nell’ambito del razionale, ma si può incappare  in inciampi come “ l’eccessiva sicurezza” (la credenza di poter controllare fenomeni incontrollabili) o la convinzione di voler mantenere le condizioni pregresse solo per paura di cambiare. Infine, un altro tema essenziale, è la differenza di percezione tra Perdite e Guadagni: secondo una teoria molto accettata una perdita pesa “emotivamente” 2,5 volte rispetto ad un guadagno. Ciò vuol dire che nei momenti di crescita importante dei risparmi la soddisfazione è molto minore rispetto ai momenti di ribasso dei mercati.

I principali fatti di gennaio 2022

Covid, politiche monetarie, tensioni sul fronte orientale, elezioni del Presidente della repubblica italiana e record nella crescita del PIL dell’economia USA, questo primo mese dell’anno è stato ricco di avvenimenti. Quello che ha dominato i media è stato senza dubbio il rialzo dell’inflazione.

Della divergenza di Politica Monetaria tra Fed e BCE a partire da questo 2022, abbiamo ampiamente parlato. La Fed ha annunciato di essere pronta ad un rialzo dei tassi a partire da Marzo, mentre la BCE continuerà con la politica accomodante fin qui tenuta, con l’unica eccezione della fine del programma di acquisto aggiuntivo messo in campo per l’emergenza Covid 19.

Dalla crisi Ucraina sono scaturiti, tra le altre cose, un aumento importante del prezzo del gas naturale, e una crescita del settore aerospaziale e della difesa.

In un interessante articolo di Fausto Tenini su Milano Finanza del 5 febbraio, viene riportato come secondo Goldman Sachs l’approccio globale potrebbe essere più coerente rispetto al contesto di questo 2022, per una serie di fattori. Sul fronte USA, lo S&P500 è salito del 28% nel 2021, con rendimenti annualizzati degli ultimi 10 anni che pari a più del doppio di quelli europei e tre volte quelli dei mercati emergenti. Questi dati porterebbero ad affiancare oltre a quella per gli Usa, un’attenzione particolare anche alle economie dei mercati emergenti ed al mercato europeo.

Ma i trend di lungo periodo? Sostenibilità, conversione verso le nuove forme di energia, in poche parole tutto il vasto mondo racchiuso nell’acronimo ESG; BIOTEC; Smartcity; automazione; digital. Questi ed altri sono i temi chiave che stanno catturando l’attenzione dei fondi istituzionali, della ricerca e degli accelleratori di Start up innovative.

Non c’è tattica senza strategia

Come reagire a tutto questo? Sempre concentrandosi sul proprio profilo di rischio, sul proprio orizzonte temporale, sui propri progetti. In poche parole, avere una strategia ed un obiettivo o più obiettivi da raggiungere consente di dare una lettura anche del breve. Sapere di partire da Roma, per arrivare a Milano, con l’automobile, consente anche di programmare delle soste, dei piccoli cambi di rotta. Uscire di casa senza sapere dove andare non ci consente nemmeno di misurare il nostro percorso.

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