venerdì, 29 Marzo, 2024
Agroalimentare

Coldiretti. Lo spreco del cibo: danni economici e ambientali

Oltre agli sprechi i danni incalcolabili verso il clima. A denunciare il problema che oltre ad essere economico è anche etico è la Coldiretti che commenta i dati dell’Onu diffusi in occasione del recente G20 di Firenze. “Ogni anno nel mondo viene sprecato quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto”, ricorda la Confederazione dei coltivatori diretti, “con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza Covid”.

Come recuperare

Sul come cercare di arginare una situazione che rischia di diventare ingestibile la Coldiretti propone ricette semplici ed efficaci. Per questo ha dato vita ad una serie di manifestazioni e incontri con i “trucchi” dei tutor della spesa per ridurre il cibo buttato a tavola anche con le scelte giuste nel carrello, gli ingegnosi piatti cucinati in diretta degli agrichef per recuperare gli avanzi fino alla preparazione “live” delle conserve con il recupero di un rito contadino nelle case favorito proprio dall’emergenza Covid.

Il doppio danno

A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private, rileva Coldiretti, dove si butta mediamente circa 11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%. “Un vero e proprio paradosso”, scrive la Coldiretti, “se si considera che 2,37 miliardi le persone non hanno avuto accesso a un’alimentazione sana nel 2020, in aumento di quasi 320 milioni in un anno”. Lo spreco genera anche fanno notevoli all’ambiente, per due ragioni il dispendio energetico per produrre, lavorare e cucinare i cibi e il successivo smaltimento dovuto agli sprechi.

Danni all’ambiente

“Il fenomeno determina anche”, precisa la Coldiretti, “effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti”. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.
“Nelle case italiane si gettano mediamente ogni anno”, calcola la Coldiretti sulla base del rapporto Onu, “circa 67 kg di cibo all’anno per abitante, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate che vede il nostro Paese al dodicesimo posto della classifica degli ‘spreconi’ dei Paesi del G20”.
La classifica degli sprechi
Classifica che vede in testa gli sceicchi dell’Arabia Saudita con 105 kg di prodotti alimentari che finiscono nella spazzatura, davanti ad Australia con 102 chili e al Messico con 94 chili, mentre i più virtuosi sono russi (appena 33 chili di cibo buttato), sudafricani (40 chili) e indiani (50 chili). Ma se si considerano solo le nazioni dell’Unione Europea, emerge che i cittadini del Belpaese sono più responsabili dei cugini francesi che in un anno gettano alimentari per 85 chili a testa e tedeschi (75 kg) mentre gli inglesi appena usciti sono a quota 77 kg. “Un problema drammatico”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini,
“dal punto di vista etico oltre che economico contro il quale Coldiretti è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di Campagna Amica per il contenimento degli sprechi con la più grande rete delle fattorie e dei mercati a chilometri zero che riduce le distanze ed i tempi di trasporto e garantisce maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti”.
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