giovedì, 25 Aprile, 2024
Politica

Grandi manovre nei partiti. Sistema politico senza equilibrio

Il cantiere della politica è in gran fermento. Mancano meno di due anni alle elezioni del 2023 e partiti e aree politiche vanno alla ricerca di novità. Il sistema politico ha bisogno di trovare un equilibrio che, stando agli attuali schieramenti non si vede all’orizzonte

 

L’armistizio tra Conte e Grillo sembra aver dato un po’ di pace ad un Movimento giunto sull’orlo di una clamorosa scissione. Basterà per ridare una rotta ai Cinquestelle? Presto per dirlo.Mentre parte la consultazione sul nuovo Statuto, ancora misterioso, Conte sarà chiamato ad una prima verifica della sua capacità di guidare il Movimento. Nei prossimi giorni ci sarà  il voto sulle modifiche alla prescrizione. Conte va all’attacco e promette che  i 5Stelle punteranno i piedi e non subiranno altre umiliazioni. Voteranno contro? Gli emendamenti sono stati varati dal Consiglio dei ministri all’unanimità. Quindi il Governo sarebbe legittimato a porre la questione di fiducia . Difficilmente i 5 S potrebbero negare la fiducia, al Governo: se lo facessero uscirebbero dalla maggioranza, proprio nel momento in cui Draghi è al massimo storico di consenso, quasi 4 italiani su 5. Potrebbero astenersi, ma anche questo strappo sarebbe considerato come  una sconfessione dei 4 ministri che avevano votato a favore. Una bella grana.

 

ALLA SINISTRA NON BASTA L’ASSE CONTE-LETTA

Intanto l’asse di Conte con il Pd si rafforza e questo crea qualche problema a Letta con la corrente di Base riformista da sempre tiepida se non ostile ad un rapporto troppo stretto con i grillini. Letta intanto avvia le sue agorà, ma deve mettere nel conto il definitivo distacco dalla sua strategia di Calenda che ormai punta ad un’ampia aggregazione con Più Europa e tende la mano anche ai renziani, con il miraggio di creare un’area che raccolga almeno il 10%. Se questo disegno dovesse davvero realizzarsi resterebbe ci sarebbe comunque una situazione di stallo.Pd e 5S,sommati, si attesterebbe  intorno al 33-35-%. Con l’eventuale 10% Calenda sarebbe costretto comunque a confluire verso il Pd e non basterebbe  a colmare il gap con la coalizione delle destre che  si attesta intorno al 48%.

 

DESTRA UNITA SOLO A PAROLE

Anche a destra i cantieri sono aperti. Mentre Berlusconi continua a sognare il partito unico ,Meloni sembra voler sempre di più correre da sola forte del suo 21% e risentita per i continui sgarbi che subisce soprattutto da parte di Salvini. Decolla intanto anche  l’avventura di Brugnaro con Coraggio Italia, un tentativo di creare un cuscinetto moderato in un centro destra che di centro ha sempre meno. Difficilmente tutto questo gran da farsi basterà al centro destra  per assicurarsi il 51%

Come si vede i lavori in corso sono tanti e non è detto che nei prossimi mesi non se ne aprano altri. Se anche dovessero andare a buon fine questi tentativi, il sistema politico resterebbe comunque paralizzato da due blocchi contrapposti nessuno dei quali capace di conquistare la maggioranza assoluta. Rimane sempre non rappresentata un’area moderata e riformatrice che si colloca tra il 5 e il 10% e che potrebbe rappresentare l’elemento di stabilizzazione  del sistema.

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