sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

I 5S processano i loro ministri. Conte accusatore Grillo vero imputato

Chiamato a rinnovare il Movimento l’avvocato ne difende  l’identità giustizialista.

Ha tutta l’aria di un processo quello a cui si sottoporranno i 4 ministri dei 5 Stelle davanti ai loro parlamentari. Invece di astenersi hanno votato a favore della riforma Cartabia. Questa l’accusa. I ministri sono però gli esecutori, mentre il mandante, per restare in metafora, sarebbe stato Grillo. “Pubblico ministero” sarà Giuseppe Conte che potrebbe trarre grande vantaggio nello scontro finale  con il Garante.

 

Il nervo scoperto più sensibile dei 5 Stelle è sempre stato quello della giustizia. Di bocconi amari Draghi gliene aveva fatti ingoiare alcuni, blocco del cashback, ritocchi a decreto dignità, ma quello sulla prescrizione per loro è troppo pesante. Da qui la rivolta.

Ma con chi se la devono prendere? Stando ad una ricostruzione non smentita dagli attori chiamati in causa, Draghi, di fronte al rischio di un’astensione dei ministri pentastellati ha chiamato al telefono Grillo, che ha dato il via libera dopo una piccola mediazione.

E chi altro poteva chiamare il Presidente del Consiglio? Doveva forse cercare Crimi, il reggente? Non gli restava che il Garante, autorità suprema di un Movimento che si basa su uno statuto che Conte voleva smantellare.

Nulla di scorretto da parte di Draghi. E Grillo? Ha fatto come sempre fa: decide e poi gli altri si devono adeguare volenti o nolenti, altrimenti la porta è aperta.

 

PUNTI A VANTAGGIO DI CONTE

Ma stavolta la partita è più complessa. Grillo non ha ben calcolato le conseguenze della sua mossa.

In pieno conflitto con l’avversario Conte, Grillo ha dimostrato   di comportarsi come il padre-padrone. Ha dato così argomenti  sia a chi vuole la fine del suo strapotere sul Movimento sia a chi ritiene impraticabile una diarchia con Giuseppe Conte.

Dal suo punto di vista l’avvocato segna più di un punto a suo favore: ricompatta intorno a sè l’ala dei duri e puri, per i quali Grillo era comunque un nume intoccabile, e veste i panni del difensore  dell’identità autentica del Movimento. Si proprio lui che era stato chiamato a cambiarne i connotati e ad aprire i Cinquestelle come una scatoletta di tonno per rifondare il Movimento su nuove basi.

Quello che è successo in Consiglio dei ministri e il processo di oggi pomeriggio avranno conseguenze sul lavoro dei 7 saggi che dovrebbero tentare di trovare un accoro tra Grillo e Conte sulle nuove regole del Movimento. Non ci saranno per ora contraccolpi sul governo . Ma certo l’asse tra Grillo e Di Maio sarà messo a dura prova. Conte ha tutta l’aria di chi vuole cambiare il modo di stare al Governo dei 5 stelle. Ovviamente nessuno, Conte in testa, pensa di sfilarsi dalla maggioranza adesso. Ma qualcosa sta cambiando. Il Pd che si augurava che fosse la Lega a farsi da parte rischia di trovare in quel ruolo proprio il suo migliore alleato. Le strategie, insomma andranno riviste. E forse Draghi dovrà inventarsi qualcosa per  dare un contentino simbolico ai 5 Stelle. Uno zuccherino potrebbe aiutare a compensare in parte i bocconi amari.

Anche perchè proprio sugli emendamenti del Governo  in materia di prescrizione Draghi potrebbe essere costretto a porre la questione di fiducia. E questo metterebbe in forte difficoltà i 5 stelle.

 

 

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