mercoledì, 14 Maggio, 2025
Esteri

Zelensky pronto all’incontro, attesa per Putin: Istanbul snodo cruciale per la pace

Il Presidente ucraino conferma la disponibilità a un faccia a faccia domani con il leader russo ovunque in Turchia. Ma il Cremlino prende tempo mentre Ue e Trump spingono per un cessate il fuoco

È questione di ore per sapere se davvero esiste la volontà, da parte di entrambe le parti, di porre fine alla guerra in Ucraina. Effettivamente, il conto alla rovescia per quello che potrebbe essere un incontro storico tra i Presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin è iniziato, ma permangono ancora molti dubbi: il leader del Cremlino si presenterà realmente a Istanbul domani? Ieri, a soli due giorni da quello che verrebbe considerato un appuntamento cruciale nella metropoli turca, il governo russo non ha ancora confermato ufficialmente la partecipazione del proprio Presidente. Dall’altra parte Zelensky non arretra di un passo e dichiara la sua disponibilità a fare qualsiasi cosa pur di sedersi faccia a faccia con Putin. “Io sarò in Turchia. Ci sarà anche Erdogan. Farò il possibile per incontrarlo, ovunque in Turchia”, ha affermato durante un briefing a Kiev. “Se Putin è realmente pronto a negoziare, non solo di fronte ai media, ma nella realtà, allora dobbiamo provarci”. Inoltre, ha aggiunto: “Penso che non voglia la fine della guerra, che non desideri una tregua, che non cerchi un dialogo”.
Zelensky ha confermato di aver parlato con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con il quale ha già pianificato un incontro per domani ad Ankara, ma ha precisato di essere disposto a spostarsi a Istanbul, qualora Putin preferisse quella sede. “Lo dico subito: se Putin vola a Istanbul, Erdogan e io siamo pronti a raggiungerlo lì. L’importante è incontrarsi”, ha spiegato, togliendo ogni scusa logistica a un’eventuale assenza del leader del Cremlino.

Le reazioni sono contrastanti

L’intensità delle dichiarazioni ucraine è accompagnata da una nuova strategia di comunicazione chiara e priva di ambiguità. Andriy Yermak, Capo dell’Ufficio presidenziale ucraino, lo ha ribadito con forza: “L’assenza di Putin sarebbe il segnale definitivo che la Russia non vuole porre fine alla guerra. Se non ci sarà, la comunità internazionale dovrà rispondere con nuove, dure sanzioni e incrementando in modo significativo l’assistenza militare a Kiev”. La replica russa, affidata come al solito al Portavoce Dmitry Peskov, è sembrata evasiva: “La Russia si sta preparando per il vertice di Istanbul, ma la decisione su chi rappresenterà Mosca sarà presa solo dal Presidente Putin”, senza fornire ulteriori informazioni sulla probabile presenza o meno del leader del Cremlino.
Nel frattempo Peskov ha attaccato anche l’Unione europea, accusandola di voler prolungare il conflitto invece di favorire un percorso di pace: “L’approccio europeo non è equilibrato. È orientato alla guerra, in netto contrasto con quello di Mosca e Washington”.

Donald Trump osserva

Un’altra figura chiave in questa fase delicata è il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che secondo Keith Kellogg, inviato speciale americano per l’Ucraina, potrebbe partecipare ai colloqui, ma solo se anche Putin sarà presente. “Sarebbe un incontro storico”, ha detto Kellogg in un’intervista, lasciando intendere che Trump è pronto a recarsi in Turchia, ma non intende offrire una passerella diplomatica senza la partecipazione di tutte le parti. La possibile presenza di Trump confermerebbe il suo ruolo di mediatore informale, rilanciato da alcune recenti dichiarazioni in cui aveva ipotizzato di poter ottenere un cessate il fuoco “in 24 ore”.

Bruxelles spinge

L’Unione europea monitora da vicino gli sviluppi, anche se non è formalmente seduta al tavolo. “Non vediamo l’ora di capire se la Russia sarà disposta, dato che l’Ucraina si è dimostrata molto chiara”, ha commentato Paula Pinho, Portavoce capo della Commissione europea. L’Ue ha lavorato a stretto contatto con Zelensky e Trump per agevolare questo incontro cruciale. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, pur non intervenendo direttamente, ha espresso in diverse occasioni il sostegno a una soluzione diplomatica durevole, ma solo “nel pieno rispetto della sovranità e dell’’integrità territoriale dell’Ucraina”.

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