venerdì, 19 Aprile, 2024
Sanità

Vaccinazioni: Fiom-Cgil: non esistono lavoratori di serie A e di serie B

Sui vaccini in ritardo, sul fai da te delle Regioni, sulle scelte di Confindustria, la Fiom-Cgil, lancia critiche e osservazioni pungenti.

“Abbiamo assistito, nei mesi scorsi, a fughe in avanti, da parte di alcune regioni tra cui il Veneto, che hanno creato caos, confusione ed esposto perciò a rischio la salute dei lavoratori e dei cittadini”, contesta la Federazione dei lavoratori metalmeccanici, “decisioni che vanno oltre al giusto coordinamento che deve esserci a livello nazionale, su un tema come la salute pubblica e nello specifico sui vaccini”. Le critiche della Fiom-Cgil lambiscono anche la Confederazione degli Industriali, che a giudizio del sindacato, si è mossa a garanzia della sicurezza dei lavoratori solo dopo gli scioperi.

“Inoltre, la propaganda delle Confindustrie locali e di singole aziende è tutta tesa a garantirsi la propria produttività e a far dimenticare i comportamenti tenuti dalle associazioni datoriali all’inizio della pandemia, fase quella, in cui solo gli scioperi dei metalmeccanici hanno permesso di rimettere al primo posto il tema della salute e sicurezza delle persone che lavorano”.

 

UN MODELLO ORGANIZZATIVO OMOGENEO PER LE VACCINAZIONI

La Federazione dei metalmeccanici, si mostra favorevole al richiamo fatto dal premier Draghi rivolto alle Regioni in merito alla campagna vaccinale. Per la Fiom-Cgil serve un modello unico organizzativo per evitare discriminazioni, ritardi e approssimazioni.

“Il 24 marzo il Presidente del Consiglio Draghi, ha richiamato duramente tutte le regioni”, sottolinea il sindacato, “sulla campagna vaccinale, ad attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute, in termini di modalità organizzative e di priorità verso i cittadini da immunizzare. La necessità di efficienza, efficacia e soprattutto velocità nella campagna di vaccinazione, che può salvare tante vite umane, richiede un modello organizzativo e funzionale omogeneo e punti vaccinali, in luoghi o spazi collettivi oltre a quelli delle strutture sanitarie dedicate, con precisi requisiti essenziali sia generali che specifici”. Oltre le osservazioni critiche la Federazione dei lavoratori metalmeccanici propone 5 temi, al presidente Draghi.

“Su tutto questo diciamo allora alcune cose per noi chiare: Proprio in un contesto di difficoltà di approvvigionamento dei vaccini non può regnare il caos e il ‘fai da te’, con lavoratori di serie A in qualche azienda e tanti lavoratori di serie C, a seconda del luogo di lavoro, magari costretti a lavorare in contesti ben meno sicuri”, sottolinea la Fiom, “non può esserci la corsa ad accaparrarsi i vaccini in una sorta di guerra tra cittadini più forti e meno forti con il risultato di non rispettare le fasce più fragili e scontare così un più alto numero di morti e di contagi. Qualsiasi iniziativa intrapresa dalle regioni deve avvenire a seguito delle indicazioni del Ministero del Lavoro e della Salute e dell’aggiornamento del protocollo nazionale. Non è accettabile”, critica la Federazione dei metalmeccanici, “solo per ragioni di utilità individualistica da parte di alcune aziende o per ragioni di polemica politica da parte di alcune regioni, anteporre il piano vaccinale nelle aziende, alla garanzia del diritto al vaccino per le persone indicate dalle linee guida nazionali del ministero della Salute”. Infine per la Fiom-Cgil c’è il tema della correttezza delle somministrazioni.

“Prima ancora ci devono essere vaccini disponibili per tutti. Pertanto”, conclude la Fiom, “ogni tentativo di anticipare o eludere queste norme di buon senso, di giustizia e di efficacia nel fermare il contagio e le sofferenze, va respinto senza tentennamenti”.

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