venerdì, 29 Marzo, 2024
Attualità

Covid: L’80% degli italiani ritiene utili le misure adottate dal Governo

Analogamente a quanto rilevato durante il lockdown, quattro cittadini su cinque (80,2%) continuano a ritenere utili le misure adottate dal governo e chiare le informazioni ricevute sui comportamenti da adottare (82,8%). È quanto emerge dall’indagine Istat, nel periodo compreso fra il 12 dicembre 2020 e il 15 gennaio 2021, per studiare i comportamenti e le opinioni dei cittadini a quasi un anno di distanza dall’inizio della pandemia. È stato chiesto ai cittadini quanto trovassero difficile capire cosa fare in caso di sospetta infezione da Covid in una scala da 1 a 7, dove 1 significa molto difficile e 7 molto facile. Durante la seconda ondata epidemica, poco meno dei due terzi dei cittadini (63,7%) si collocano sui punteggi più elevati della scala, ritenendo facile capire come comportarsi in caso di contagio.

Un cittadino su quattro si colloca sul punteggio più elevato, il 17,6% si posiziona sul valore centrale della scala e il rimanente 18,7% su valori compresi tra 1 e 3, evidenziando una qualche difficoltà nel sapere come muoversi nel caso in cui sospetti di avere il Covid. Anche per l’emergenza sanitaria, la televisione è il mezzo di informazione più frequentemente utilizzato dalle persone per informarsi: lo ha indicato il 91,4% degli intervistati. Seguono, ma in posizione molto distaccata, i giornali (37,6%), i social media (22,2%) e i contatti con gli operatori sanitari (18,2%).

Tra i giovani, la graduatoria dei mezzi di informazione più utilizzati per informarsi sull’emergenza sanitaria vede al secondo posto i social network, indicati dal 46,8% dei 18-24enni contro il 6,5% di chi ha tra i 65 e i 74 anni di età. Anche celebrità e influencer occupano una posizione non trascurabile tra gli under25, che li utilizzano come fonte di informazione nel 12,8% dei casi (a fronte di un dato medio del 3,9%).

Analogamente a quanto rilevato in pieno lockdown, durante la seconda ondata poco meno di 9 persone su 10 ritengono che la situazione emergenziale sarà superata. Tuttavia a quasi un anno di distanza dall’inizio della pandemia, e’ ancora solo il 10,5% a essere pienamente ottimista e confidente in una rapida soluzione.
La posizione che continua a raccogliere un maggior numero di consensi è quella che si potrebbe definire di cauto ottimismo, visto che il 75,7% dei cittadini ha dichiarato che la situazione si risolverà, ma occorre del tempo. Le principali norme di igiene personale, fortemente raccomandate per ridurre il rischio di contagio, fanno parte delle abitudini quotidiane. Durante la seconda ondata epidemica, l’azione di lavarsi spesso le mani resta molto diffusa, anche se meno frequente che durante il lockdown. Le persone hanno dichiarato di aver lavato le mani in media 8,7 volte (11,6 volte ad aprile 2020) e di averle pulite con disinfettanti, come in pieno lockdown, circa 5 volte nel giorno precedente l’intervista.

Durante la seconda ondata, il 93,2% della popolazione fa sempre uso di mascherine quando si trova in luoghi aperti; il 5,9% lo fa spesso. L’84% usa le mascherine sempre, anche in luoghi al chiuso, in presenza di persone non conviventi. Il distanziamento fisico è un’altra norma che continua a essere rispettata, come durante il primo lockdown, dalla stragrande maggioranza della popolazione. Il 90,0% afferma di essere riuscito sempre a mantenere la distanza di almeno un metro dalle persone non conviventi mentre il 9,0% riconosce che non sempre è stato possibile mantenere la distanza.

Anche il divieto di assembramenti è stato rispettato secondo l’87,8% della popolazione (64,8% sempre, 23,0% spesso). Ancora più diffusa, riguardando il 95,1% della popolazione, la percezione del rispetto degli orari di chiusura dei locali pubblici (sempre 82,2%, spesso 12,9%), senza significative differenze territoriali. In un giorno medio della settimana, durante la seconda ondata, e’ uscito il 58,3% dei cittadini di 18 anni e più.

Il 41,7% è rimasto in casa. Il 63% di chi è uscito lo ha fatto una sola volta, il 27,7% due volte e i rimanenti più di due volte. Chi e’ uscito lo ha fatto principalmente per lavoro (44,5%) o per fare la spesa (35,0%). Il 21,4% è uscito per fare una passeggiata. Meno frequenti gli altri motivi: sport, shopping, visite, ecc. Va sottolineato che non solo si esce di meno, ma si è molto attenti anche a ridurre il rischio di contagio in caso di uscite. Poco meno di tre cittadini su quattro cercano di uscire nelle ore meno affollate e il 56,8% evita le ore serali.

Solo per il 16,1%, la pandemia non ha comportato cambiamenti negli orari di uscita. Durante la seconda ondata epidemica, il grado di fiducia nelle principali istituzioni impegnate nella lotta contro il coronavirus resta molto elevato: sia con riferimento al personale medico sia a quello paramedico, e nella Protezione civile rispettivamente il 74,7%, il 75,0% e il 69,6% della popolazione.

Ai cittadini è stato chiesto di esprimere la loro posizione rispetto alla seguente affermazione “Se un vaccino Covid-19 diventa disponibile ed è consigliato, lo farei”, utilizzando una scala da 1 a 7 dove 1 significa completamente in disaccordo e 7 assolutamente d’accordo. Il 70,3% esprime accordo (punteggi dal 5 in poi) con l’affermazione: più di 4 persone su 10 esprimono un accordo assoluto scegliendo il punteggio più elevato della scala.

Esprimono incertezza, collocandosi al centro della scala (4) il 12,0% dei cittadini. Il rimanente 17,8% si colloca su posizioni che esprimono disaccordo. Il punteggio medio è 5,3 e conferma il generale orientamento a essere d’accordo con l’affermazione proposta. Molto diffusa la paura di contagiarsi. Durante la seconda ondata epidemica, il 93,2% della popolazione esprime preoccupazione: il 27,6% si dice molto preoccupato, il 65,6% un po’ preoccupato. A essere molto preoccupati sono soprattutto gli anziani (41,1% tra i 65 e i 74 anni) e i residenti nelle regioni del Nord e del Sud del Paese.

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