sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

Boschi: “Il Pd ha perso la spinta riformista”

Intervista all'esponente di Italia Viva a margine della presentazione del libro di Roberto Morassut "Cento pagine"

Alla presentazione del libro “Cento pagine” dell’onorevole Murassut (Pd), che apre una riflessione sullo stato di salute della democrazia italiana e sul rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa, abbiamo domandato all’onorevole Elena Boschi (Iv) se condividesse la critica a una sinistra poco “coraggiosa” e quali alleanze immaginasse alle europee.

Nel suo libro l’onorevole Morassut rimprovera alla sinistra un po’ di mancanza di coraggio verso scelte anticonvenzionali. Lei è d’accordo con questo giudizio? E oggi la sinistra da chi è rappresentata, il Pd della Schlein la convince?
Ovviamente non mi convince. Noi siamo alternativi sia al Pd sia, ovviamente, alla destra sovranista di Meloni. Per questo come Italia Viva stiamo costruendo un progetto di centro che parli ai riformisti veri. Quello che condivido del libro di Morassut è la critica a un Pd che ha perso questa spinta riformista, che invece faceva parte del DNA del progetto iniziale del Partito Democratico voluto da Veltroni. Un Pd nel quale anche noi abbiamo creduto e per il quale abbiamo lavorato portandolo al 41%, ma che oggi, con la guida Schlein, si è perso. Parliamo di riforme e spesso pensiamo alle riforme costituzionali, vista anche l’attualità del dibattito di questi giorni. Essere riformisti, però, significa pensare non soltanto all’architettura costituzionale, ma anche alle riforme che riguardano il sociale, come abbiamo fatto noi quando siamo stati al Governo, quelle che riguardano lo sviluppo sostenibile per il nostro Paese, che guardano alle nuove generazioni. Ecco, noi in Italia Viva questo coraggio e questa spinta riformista l’abbiamo, è la nostra linfa vitale. Con il suo libro Morassut ha aperto un dibattito dentro il suo partito, dentro al Pd, su come rifondare un partito diverso.

Quindi per le europee esclude una coalizione con il Pd? Ritorna l’ipotesi Calenda o pensate a una coalizione con Forza Italia che apre a forze di centro?
Escludiamo accordi sia con il Partito Democratico sia con Forza Italia. Lo abbiamo detto: vogliamo costruire un’alternativa sia al centrodestra che al centrosinistra, puntiamo a una coalizione riformista di centro.

Rimane Calenda?
Beh, è Calenda ad averlo escluso. Oltre ad aver chiuso al progetto del partito insieme, ha anche detto no all’ipotesi di un’alleanza in vista delle europee. Noi abbiamo tenuto la porta aperta però a un certo punto bisognava anche prendere atto che quella strada era stata chiusa da Carlo.

Torniamo sulla Riforma costituzionale, cosa ne pensa?
È un vorrei ma non posso. Parla di elezione diretta del Presidente del Consiglio, su cui noi siamo d’accordo perché siamo stati i primi come Italia Viva, con Renzi, a proporre il Sindaco d’Italia, ma è scritta male ed è parziale. Non ci sono veri poteri per il Presidente del Consiglio, non c’è il limite dei mandati. La norma anti ribaltone non funziona. Se il Premier perde la fiducia, nella nostra proposta, va a casa lui, ma anche i parlamentari e si ridà la parola ai cittadini. Nella proposta Meloni c’è invece un gran pasticcio. E poi manca tutto quello che riguarda il superamento del bicameralismo perfetto. Abbiamo visto un Governo che va avanti a forza di decreti legge e fiducia, superando di fatto il bicameralismo paritario, ma che non ha il coraggio di affrontare il tema con una riforma organica. Mi auguro che in Parlamento la maggioranza abbia voglia di confrontarsi. Noi siamo disponibili a lavorare per migliorare la proposta perché l’Italia ha bisogno di riforme serie, non di slogan.

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