sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

“Patto di stabilità partita aperta. Italia virtuosa in Ue”

Le comunicazioni del Premier in vista del Consiglio europeo, tra i temi l’economia, i migranti e l’Ucraina

In Parlamento risuonano due applausi, uno per il ministro Giancarlo Giorgetti, che risponde con un accenno di sorriso, l’altro per il ministro per le politiche europee Raffaele Fitto. È il Centrodestra che si concede una gratifica di consenso sulla relazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che illustra in Aula la posizione del Governo in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. Il premier esordisce con una considerazione forte e positiva: “Per la prima volta, un punto decisivo che l’Italia ha posto all’Ecofin, è stato accettato da tutti i partner europei”.

Ecofin, Meloni soddisfatta

“E’ un riconoscimento importante all’Italia che propone un principio di coerenza tra le politiche dell’Unione e le regole di bilancio che devono consentire all’Unione di attuare quelle politiche”, sottolinea il presidente del Consiglio che annota, “Mancherei di ‘onestà intellettuale’, se non mi occupassi, per primo, del Patto di stabilità, perché la partita non è ancora chiusa”, ma per Giorgia Meloni c’è una importante novità rispetto al passato, “la posizione del Governo italiano è sostenuta da una politica di bilancio serio. L’Europa”, osserva, “riconosce l’Italia come nazione virtuosa”. Per il premier i conti dell’Italia migliorano, ed ha citato un sequela di fatti positivi: l’avanzo primario, “l’equilibrato” sistema pensionistico, l’occupazione record, una Borsa che è in crescita per tutto il 2023 e anche le valutazioni delle agenzie di rating di solito “poco accomodanti”, che invece “danno fiducia all’economia italiana”. Non tutto però è scontato e semplice, e lo ammette anche Meloni:
la revisione del Quadro finanziario pluriennale richiede “razionalizzazione della spesa e flessibilità per spostare le risorse disponibili”. La “discussione è tutt’altro che semplice, sono stati fatti passi avanti” e l’accordo, ha osservato il premier, è “alla portata”.

Il grazie a Giorgetti e Fitto

Nel ringraziare tutto il Governo, Giorgia Meloni ha sottolineato in particolare i ministri Giorgetti e Fitto che si occupano di Ecofin e Piano nazionale di ripresa. Su quest’ultimo aspetto la premier ha ricordato quando la rimodulazione “veniva bollata come una scelta irresponsabile” ma “con tenacia e perseveranza abbiamo dimostrato che si poteva fare e che anzi si doveva fare ed è stato fatto.” Quanto al Superbonus, del quale si discute ancora se prorogarlo o meno, ha tagliato corto dicendo che resta “un macigno che pesa sui conti pubblici” tanto che, al netto di questo, la nazione è “virtuosa” e “si presenta con le carte in regola.”

L’allargamento dell’Unione

La presidente del Consiglio, nel suo eloquio a tamburo battente, ha affrontato tutti i fronti aperti di cui si sta occupando il Governo: dal bilancio, all’immigrazione, dal terrorismo, dalla guerra russo-ucraina a quella degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, dagli accordi con Tirana al memorandum con Tunisi, alle partecipazioni ai vertici internazionali. Insomma una difesa a tutto campo del lavoro del Governo.
Giorgia Meloni ha poi posto la questione dell’allargamento dell’Unione europea, che porta ”nuove sfide” cui bisognerà saper rispondere: ”servirà un percorso di riforma per accogliere i nuovi membri, in particolare quelli con il maggior peso demografico ed economico”.

La questione migranti

Tema di rilevo la lotta ai flussi migratori illegali.
“Dobbiamo arrivare a gestire e non subire l’immigrazione”, ha sottolineato ancora Giorgia Meloni, perché “un’accoglienza ordinata è anche efficace e dignitosa ed evita il traffico di esseri umani. L’Italia ha spinto affinché l’Ue si dotasse di una politica di gestione dei traffici di esseri umani e ora questa è una visione comune”.

Gli italiani giudicheranno

Una punta polemica il premier l’ha riservata contro le opposizioni che hanno contestato l’accordo con l’Albania. Per Meloni invece è un merito dell’Italia ed ha accusato la sinistra di aver fatto polemiche pretestuose sull’accordo con l’Albania: “dispiace che molte delle voci stonate siano arrivate proprio dall’Italia, dispiace e stupisce che evidentemente per alcuni italiani di sinistra aiutare l’Italia sia una colpa”. “Continuino pure a cercare di distruggere”, ha scandito tra gli applausi dei parlamentari del Centrodestra, “che noi continueremo a costruire e gli italiani potranno vedere la differenza”.

L’Ucraina ha fermato la Russia

Quanto alla guerra russo-ucraina Meloni ha parlato sottolineando gli ultimi avvenimenti: “Io penso”, ha osservato, “che l’Ucraina abbia già vinto questa guerra perché ha reso impossibile la conquista del suo territorio da parte della Russia, anche grazie al sostegno dei Paesi occidentali che non si sono arresi a despoti e tiranni o voltandosi dall’altra parte.” La premier ha poi spiegato che “la propaganda russa prova a raccontare che la controffensiva Ucraina sia stata un fallimento, e dunque che Kiev non doveva essere sostenuta perché inutile. Ma la realtà dice ben altro: siamo a 656 giorni di guerra di quella che doveva essere una operazione speciale di tre giorni per annettere l’intero territorio ucraino. E invece oggi non controlla per intero neanche le quattro regioni che ha dichiarato di aver annesso.” Mentre sulla guerra tra Hamas e Israele ha ribadito il diritto di quest’ultima a difendersi e ha precisato come la soluzione vera sarà la realizzazione di due Stati.”

Principi non negoziabili

Al termine della comunicazione al Parlamento, Giorgia Meloni ha voluto riassumere alcuni principi.
La premier, li ha elencati uno ad uno concludendo l’intervento: “Difenderemo le nostre libertà, le nostre democrazie, la nostra civiltà” dalla “ondata montante” di “odio antieuropeo, antioccidentale, antiebraico”.

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