sabato, 20 Aprile, 2024
Economia

Sofferenze bancarie, scendono i debiti degli italiani. Ma per il 2020-21 crescerà per le imprese il deterioramento dei crediti

La buona notizia: le sofferenze bancarie hanno continuato il loro percorso di diminuzione, mentre l’incidenza degli Npl (crediti deteriorati conosciuti anche come prestiti non performanti o, non performing loans), sui prestiti erogati alle imprese è pure diminuita. Ma nella finanza luci e ombre si sommano.

Così c’è anche la brutta notizia: ci sarà una crescita del tasso di deterioramento per il 2020 per tutte le tipologie d’impresa. Quindi con imprese che non riusciranno a pagare i debiti contratti con le banche. Ecco che lo scenario di banche, finanza, imprese e famiglie è sempre più un mosaico altalenante di speranze e delusioni.

In questo caso però gli Istituti di credito sono più ottimisti, dal momento che anno dopo anno riescono a ridurre le sofferenze. Rimanendo, invece, alla notizia meno buona è che nei prossimi due anni i crediti deteriorati potrebbero tornare a crescere, seppur a ritmi inferiori alla media pre-crisi. È quanto rileva un rapporto dell’Associazione bancaria italiana e Cerved. Rapporto che aveva chiuso il 2019 all’insegna di questa duplice aspettativa.

Secondo le stime dell’Abi a fine 2019 i Npl totali (cioè i crediti deteriorati o non più esigibili) saranno 80 miliardi contro gli 84 dello scorso giugno e i 197 miliardi di fine 2015. Rispetto a quattro anni fa la riduzione arriverebbe al 60%.

Parallelamente, i debiti delle imprese nei confronti delle banche si sono deteriorati al tasso più basso dai tempi post-crisi: il 3,1% del totale è diventato Non performing loans (Npl) contro il 3,3% del 2018, con differenze però ancora consistenti tra il Nord-Est (tasso al 2,3%) e il Sud (4,4%). In altre parole, è migliorata almeno per l’anno trascorso la capacità delle imprese nell’onorare i debiti che hanno contratto nei confronti delle banche. Ma la stessa situazione non è prevista per i prossimi due anni.

La crescita economica dovrebbe allungare il passo nei prossimi due anni, dal +0,1% stimato per il 2019 dall’Abi al +0,6 e +0,8% per 2020 e 2021.

Ciononostante, il rapporto Abi-Cerved prevede una crescita del deterioramento per l’anno prossimo per tutte le tipologie d’impresa, in tutte le aree geografiche del Paese e per tutti i settori produttivi. A fine 2021 i tassi di deterioramento sono visti in rialzo al 3,3%. I dati sono analizzati con cautela dal direttore generale dell’Abi, che sottolinea come bisognerà fare attenzione.

“Il Rapporto conferma che anche in caso di una perdurante debolezza del ciclo economico non si interromperà il trend di riduzione della rischiosità degli attivi delle banche operanti in Italia”, ha commentato il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini, “la stabilizzazione del flusso di nuovi crediti deteriorati sui livelli pre-crisi favorirà anzi un’ulteriore contrazione dell’Npl ratio, che ci attendiamo convergere in breve tempo sui target fissati dalle Autorità di vigilanza”.

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