sabato, 27 Aprile, 2024
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Centro Astalli: accordo Tunisia e rischi umanitari

Nel 2022 più di 100 milioni di persone sono state costrette a lasciare la propria casa e la propria terra a causa di conflitti, violenze, persecuzioni, violazioni dei diritti umani ed eventi climatici estremi. Una persona ogni 77. E sempre nel 2022 sono stati 2.406 i migranti morti mentre tentavano di raggiungere l’Europa via mare. Numeri che non sono mai stati così alti e secondo gli operatori del terzo settore che da anni si occupano della loro accoglienza, come la Comunità di Sant’Egidio o il Centro Astalli, continuare ad attuare, come nel recente accordo con la Tunisia, politiche restrittive, di difesa dei confini se non addirittura di respingimento non produrrà, come in passato, una vera azione dissuasiva e regolatoria dei flussi migratori.

“Tutti hanno giustamente denunciato l’azione della Russia di sottrarsi all’accordo sul grano come mossa ‘cinica, crudele e disumana’, che avrà come conseguenza il rischio di affamare l’Africa e di far alzare notevolmente i prezzi dei cereali. Eppure – spiega amareggiato Padre Camillo Ripamonti sulla newsletter del Centro Astalli da lui presieduto – la stessa lucidità di giudizio non sembra aver caratterizzato l’UE e l’Italia in occasione della firma del memorandum con la Tunisia, che nella parte che riguarda i migranti di fatto consegna migliaia di uomini, donne e bambini a uno Stato terzo, senza nessuna garanzia sui diritti umani, pur avendo evidenza del loro mancato rispetto all’interno del Paese (cfr. Human Rights Watch). Una storia che ormai si ripete: dal memorandum con la Libia all’accordo con la Turchia, hanno avuto come effetto cinico, crudele e disumano di bloccare, rendere più pericolosi e spesso tragici i viaggi di decine di migliaia di persone”.

Aumentano i profughi ma diminuiscono i riconoscimenti

I rifugiati, coloro cioè che hanno chiesto protezioni internazionali nel mondo, sono aumentati del 24%, passando in un anno da 25,7 milioni alla fine del 2021 a 32 milioni. Più della metà di tutta la popolazione rifugiata (il 56%) è originaria di Siria, Venezuela e Ucraina, ma preoccupa molto anche la situazione di conflitto civile in Sudan. L’escalation della violenza ha travolto la popolazione, composta anche da rifugiati, oltre 1 milione intrappolati nel Paese, per lo più fuggiti da Eritrea e Tigrai. In Afghanistan il regime talebano e la crisi alimentare hanno ridotto la popolazione civile allo stremo. In Yemen oltre 4,5 milioni di persone sono sfollate e due terzi dipendono dagli aiuti umanitari. In Somalia i cambiamenti climatici e i conflitti stanno causando una delle peggiori crisi umanitarie al mondo. Nonostante questo aumento del numero dei profughi, continuano a diminuire i riconoscimenti del diritto d’asilo in Europa, come nel nostro Paese. Rispetto al 2021 in Italia si registra un calo del 9% nel tasso di riconoscimento per la protezione internazionale e, al contempo, un incremento della protezione speciale (+5%) e dei dinieghi (+4%).

Gli arrivi in Italia

Ma quanti di loro hanno interessato il nostro Paese? Ce lo ricorda sempre il Centro Astalli nella sua campagna “Rifugiati: in gioco il futuro dei diritti”. Lo scorso anno sono stati circa 105.000 i migranti arrivati in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, tra cui oltre 13.300 minori non accompagnati, sui 58 milioni e 983 mila di abitanti della Penisola, che tra l’altro soffre pesantemente del problema della denatalità. Tra i principali Paesi di provenienza: Egitto, Tunisia, Bangladesh, Siria e Afghanistan. Si stima siano state, invece, oltre 8mila le persone che hanno raggiunto il Paese attraverso il confine nordorientale, per lo più provenienti dalle zone di conflitto del Medioriente e dell’Asia meridionale. A questi si aggiungono gli oltre 175mila rifugiati arrivati dall’Ucraina in guerra a partire da febbraio 2022, tra cui oltre 90mila donne e 50mila minori, cui, però, a differenza degli altri profughi, è stata subito concessa la protezione temporanea in virtù dell’applicazione della direttiva 55/2001/CE. Nel 2022 sono aumentate, oltre agli arrivi, anche le vittime: nei primi cinque mesi del 2023 il mare ha inghiottito almeno 906 persone, il 40% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando le vittime erano state 646. Solo nel mare di Cutro ne sono morte più di 90.

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