sabato, 27 Luglio, 2024
Agroalimentare

Prandini: ricerca e qualità per un’agricoltura protagonista

Intervista al Presidente Coldiretti

Digitalizzazione e nuove tecnologie, robotica e intelligenza artificiale, droni e big data. Sono alcune delle parole chiave che Coldiretti indica per l’Agricoltura 4.0. Un progetto che racchiude in sé la nuova e grande frontiera del biologico, del biodinamico, delle eccellenze che rendono l’agroalimentare italiano al top nel mondo per utili e qualità.
Ne parliamo con Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, la principale organizzazione di imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, in occasione della presentazione del libro “Biodinamica – Stregoneria o Agroecologia?” di Stefano Masini (Slow Food Editore, 2022).

Presidente, come sarà l’agricoltura del futuro, tra innovazione e ricerca?
Ritengo che innovazione e ricerca siano di fondamentale importanza per il nostro settore. I paesi che oggi crescono di più a livello globale sono proprio quelli che hanno investito in modo significativo in ricerca e formazione, sia per quanto riguarda le nuove figure professionali, sia per quanto concerne tutti i sistemi produttivi. L’Italia, storicamente patria di grandi ricercatori e inventori, non può perdere questa grande opportunità per quanto riguarda le prospettive future, legate anche alle filiere agroalimentari. Più innoviamo, più servizi forniamo anche ai cittadini, inclusi quelli che garantiscono una corretta informazione. Vinceremo, forti di uno straordinario patrimonio naturale di biodiversità, che ci vede eccellere a livello europeo con il 65% degli habitat di interesse comunitario che insistono su una superficie lavorabile minima, rispetto a tanti altri paesi. Proprio su questo ci dovremo concentrare anche per riuscire ad aumentare, grazie all’innovazione e alla tecnologia, la nostra capacità produttiva. Penso a tutto ciò che concerne l’agricoltura di precisione, dall’utilizzo dei droni e dei satelliti, alla gestione dei dati. Possiamo così non solo raccogliere le sfide della sostenibilità, ma anche giocare un ruolo da protagonisti sui futuri scenari internazionali.

Coldiretti considera biologico e biodinamico strumenti fondamentali per la transizione ecologica, tanto da aver costituito Coldiretti Bio, associazione dedicata a tali produzioni. Dunque lo ritiene un ambito da valorizzare.
Biologico e biodinamico rivestono una rilevanza significativa, perché riteniamo che ogni imprenditore debba poter scegliere che tipo di attività svolgere in piena autonomia e in piena libertà, senza condizionamenti. Quindi, gli imprenditori che vogliono produrre cibi biologici e biodinamici devono poterlo fare esattamente come quelli che si dedicano all’agricoltura tradizionale. I consumatori, a loro volta, nel momento in cui saranno informati correttamente, potranno scegliere con piena consapevolezza quali prodotti acquistare. Il paradosso è che oggi, per quanto riguarda l’agricoltura biologica, l’etichettatura è generica e non consente di identificare la provenienza dei prodotti rispetto ai diversi Stati membri. L’agroalimentare italiano è contraddistinto da caratteristiche che ne fanno un prodotto di altissima qualità, un’eccellenza che chiunque ci invidia, in Europa e nel mondo. Siamo convinti che quando arriveremo a ottenere l’indicazione di provenienza anche sui prodotti biologici, potremo offrire ai nostri imprenditori una grande, ulteriore opportunità per valorizzare il proprio lavoro.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedica al settore agricolo finanziamenti importanti, in grado di contribuire in modo significativo all’aumento della capacità produttiva. Quali i più rilevanti? 
Riteniamo che le risorse del PNRR siano di fondamentale importanza per molti settori, in modo particolare per quanto riguarda la ricerca, l’innovazione e il sostegno anche ai circuiti di carattere universitario, da collegare in modo sempre più diretto alle attività produttive. Altrettanto importante, in relazione ai fondi PNRR, è il sostegno che verrà fornito alla logistica, sia per le infrastrutture materiali, come porti e ferrovie, sia per quelle immateriali. Le reti, in particolare, non devono riguardare solo le città metropolitane, ma devono interessare anche le aree interne, per contribuire a evitarne lo spopolamento e l’impoverimento sociale, economico e paesaggistico.
Infine, per quanto riguarda PNRR e filiera agricola, riteniamo estremamente importante la Missione 5, dedicata a interventi speciali per la coesione territoriale. Tali risorse, che è molto importante non vadano sprecate, certamente sul fronte dell’agricoltura verranno spese fino all’ultimo centesimo. 

Quali sono i rapporti di Coldiretti con il Governo?
Le relazioni con il Governo fanno parte della cultura di Coldiretti, che nel rispetto delle istituzioni e della loro attività, si propone per un confronto propositivo rispetto ai tanti temi che possono interessare il nostro settore. Mi riferisco in particolare alle sfide importanti soprattutto di carattere europeo, dove si giocano partite fondamentali come quella del Nutri-Score, che va definitivamente bloccato. Rappresenta, questa, una delle devianze che celano, dietro a un’ambientalismo di facciata, la volontà deliberata di diminuire la nostra capacità produttiva interna. E che domani ci proporranno, magari, di creare in laboratorio i cibi oggi frutto delle filiere tradizionali.

Coldiretti: l’innovazione per la sostenibilità

Cresce del 31% in un anno il fatturato dell’Agricoltura 4.0, che tra droni, robot, satelliti e controlli da remoto supera i 2 miliardi di euro di investimenti per salvare i raccolti anche contro gli effetti del meteo pazzo fra siccità e maltempo. È quanto afferma Coldiretti sui dati dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano.
Il cambiamento climatico – sottolinea l’Organizzazione – impone agli agricoltori un approccio innovativo al lavoro in azienda, con soluzioni 4.0 che riescano a ottimizzare le risorse disponibili: dalle centraline meteo a rilevamento continuo collegate al satellite per monitorare l’umidità dei terreni e la distribuzione dell’acqua, a sistemi hi tech per la distribuzione mirata dei fertilizzanti solo dove servono e in condizioni meteo climatiche ottimali per la massima resa, all’utilizzo di attrezzature di precision farming per velocizzare le lavorazioni e salvare i raccolti in situazioni di emergenza. Non è un caso che il 65% degli investimenti riguardi proprio macchinari a tecnologia avanzata come la guida Gps e sistemi di monitoraggio e controllo delle lavorazioni e delle superfici interessate.

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