mercoledì, 1 Maggio, 2024
Salute e Lavoro

Città e industrie da riqualificare per vivere sani

Né Pnrr né Legge di Bilancio intervengono in modo efficace sulla riqualificazione urbana, al Paese manca una chiara politica abitativa, occorre arrestare il consumo di suolo.La recente istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie della Camera dei Deputati, presieduta da Alessandro Battilocchio, fornisce l’opportunità di tirare le somme su quanto fatto finora. Delle otto principali proposte avanzate dalla precedente Commissione, istituita nella legislatura 2013-2018, nessuna è stata completamente realizzata. Per rendere l’attuale legislatura all’insegna dello sviluppo dei territori bisogna garantire il principio di coerenza tra politiche istituendo, per esempio, una Cabina di regia interministeriale per il coordinamento dei diversi programmi di rigenerazione urbana e mettendo al centro dell’azione politica la condizione abitativa.”

A sostenerlo l’ASVIS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile,  pienamente in linea con un recentissimo documento della Conferenza Stato Regioni sulla pianificazione urbana in un’ottica di Salute Pubblica, approvato il 22 settembre 2021.

Nel discorso rientra senza alcun dubbio il ruolo del Servizio Sanitario Nazionale.  Nel campo delle politiche urbanistiche e nella riqualificazione e rigenerazione urbana ed industriale, infatti, è diventata, nel tempo, sempre più rilevante e diversificato, prevedendo non solo la ricerca e il monitoraggio degli effetti, ma anche un’importante e indispensabile azione di stewardship e advocacy che si deve esplicare in tutte le attività di vita e di lavoro, la funzione dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL: dalle valutazioni preventive, alle analisi d’impatto sulla salute della popolazione e sul posto di lavoro delle trasformazioni territoriali e delle nuove attività, fino alle più tradizionali funzioni  di vigilanza e controllo sul territorio.

Non dimentichiamo che il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici, SINP, individuato sempre nei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL,  concorre  al perseguimento degli obiettivi di prevenzione primaria correlati in particolare alla promozione della salute, alla prevenzione e al controllo dei rischi sanitari e del lavoro associati direttamente e indirettamente a determinanti ambientali e climatici, anche derivanti da cambiamenti socio-economici, valorizzando le esigenze di tutela delle comunità e delle persone vulnerabili o in situazioni di vulnerabilità, in coerenza con i principi di equità e prossimità, come precisato in più occasioni dall’Osservatorio sulle Malattie Occupazionali ed Ambientali, OSMOA,  dell’Università degli Studi di Salerno.

Negli ultimi anni si è diffusa una crescente attenzione alla relazione tra salute pubblica e pianificazione urbana che gioca un ruolo decisivo anche nella promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute. Una buona pianificazione dell’assetto urbano, il miglioramento della circolazione stradale, la riqualificazione di zone degradate dove maggiori possono essere situazioni di disagio, la creazione di spazi verdi, di piste pedonali e ciclabili e di percorsi sicuri casa-scuola sono tra le principali misure efficaci per ridurre l’inquinamento dell’aria, promuovere l’attività fisica delle persone, favorire la socializzazione e contribuire a ridurre il rischio di malattie croniche non trasmissibili.

Spesso la città ripropone, nelle sue forme e disposizioni spaziali, disuguaglianze sociali basate su una diversa distribuzione dei determinanti sociali di salute: istruzione, reddito, lavoro, beni relazionali e cultura. Nelle nostre città, assistiamo a una sproporzione nella distribuzione tra centro e periferia, o tra periferie storiche e consolidate e periferie di nuova costruzione, tra quartieri pianificati a partire da una visione di città sociale e inclusiva e quartieri degradati. Le principali conseguenze sociali sono, ad esempio, un’alta frequenza di incidenti stradali e una diffusa criminalità, ma anche una maggior diffusione di patologie croniche non trasmissibili, obesità, disturbi psichici, ludopatie.

Non è un caso che accanto a un degradato contesto sociale, altre componenti dell’ambiente fisico delle città (industrializzazione, alta densità abitativa, eccessiva produzione di rifiuti, traffico congestionato, scarsa disponibilità di aree verdi accessibili, effetto isola di calore urbano, ecc.) espongono la popolazione a numerosi rischi che si esprimono in modo palese, come nel caso di incidenti stradali o di patologie respiratorie e cardiovascolari (BPCO, IMA. ICTUS, ecc.) secondarie all’inquinamento atmosferico, determinando danni cronici alla salute fisica e mentale dei cittadini e dei lavoratori.

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