sabato, 20 Aprile, 2024
Salute e Lavoro

Un tetto dignitoso per lavoratori e famiglie. È un diritto

Con il recentissimo D.M. n. 58 del Ministero del Lavoro,  promulgato all’indomani del DM 57 che ha istituito il  “Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso”, con il compito di coordinare e monitorare l’attuazione delle misure contenute nel Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, nonché di vigilare sul rispetto della Road map attuativa, è stato aggiornato il Piano Nazionale emersione lavoro sommerso 2022-2025 e la relativa tabella di marcia, insistendo sulle sinergie con il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento e al caporalato in agricoltura.

Uno dei  segnali forti e tangibili lanciato dalla Ministro del Lavoro  Marina Calderone e finalizzato alla conciliazione tra salute e lavoro è quello relativo al paragrafo sulle “Azioni volte a favorire l’impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di azioni di politica attiva”.

Il Tavolo caporalato adotterà “Linee guida per l’operatività su tutto il territorio nazionale degli standard abitativi minimi previsti dalla normativa”, con cui saranno realizzate attività di informazione e formazione per gli operatori dei CPI e di altri servizi pubblici e privati e avviate azioni sperimentali per i lavoratori del settore agricolo realizzate dai beneficiari della formazione.

Le linee guida terranno conto della Raccomandazione ILO, R115 – “Recommendation concerning Workers’ Housing” sia in relazione ai principi generali che ai metodi di applicazione. Esse sono rivolte alle realtà territoriali locali su cui insistono fenomeni di insediamenti abusivi a cui intendono fornire uno strumento operativo che mira a standardizzare gli interventi nelle aree di interesse.

Entro il secondo trimestre del 2023 sarà costituito un apposito gruppo di lavoro per l’elaborazione delle linee guida, che si intende presentare entro il terzo trimestre del 2023. La definitiva approvazione e pubblicazione delle linee guida avverrà invece entro il primo trimestre del 2024.

La presente Raccomandazione si applica all’alloggio dei lavoratori manuali e non manuali, compresi i lavoratori autonomi e le persone anziane, pensionate o con handicap fisici.

Dovrebbe essere un obiettivo della politica nazionale promuovere, nel quadro della politica abitativa generale, la costruzione di alloggi e relative strutture comunitarie al fine di garantire a tutti un alloggio adeguato e dignitoso e un ambiente di vita adeguato ai lavoratori e le loro famiglie. Un certo grado di priorità dovrebbe essere accordato a coloro i cui bisogni sono più urgenti.

Ecco alcune indicazioni previste proprio nella Raccomandazione OIL 115. “Occorre prestare attenzione alla manutenzione, al miglioramento e all’ammodernamento degli alloggi esistenti e delle relative strutture comunitarie, facendo attenzione che un alloggio adeguato e dignitoso non costi al lavoratore più di una ragionevole proporzione del reddito, sia sotto forma di affitto o sia sotto forma di pagamento per l’acquisto di tale alloggio.

I programmi di alloggio per i lavoratori dovrebbero fornire uno spazio adeguato per le imprese private, cooperative e pubbliche nella costruzione di case. In considerazione del fatto che i programmi di costruzione di alloggi permanenti su larga scala possono competere direttamente con i programmi per la crescita e lo sviluppo economico, dal momento che la scarsa manodopera qualificata e semi-qualificata o le scarse risorse materiali possono essere necessarie per gli alloggi così come per altri tipi di produzione necessari per l’espansione della capacità di produzione – la politica abitativa dovrebbe essere coordinata con la politica sociale ed economica generale, in modo che l’alloggio dei lavoratori possa avere un grado di priorità che tenga conto sia della necessità che dei requisiti di sviluppo economico equilibrato.

Ogni famiglia dovrebbe avere un’abitazione separata e autonoma, se lo desidera.

Come principio generale, l’autorità competente dovrebbe, al fine di garantire la sicurezza strutturale e livelli ragionevoli di decenza, igiene e comfort, stabilire standard abitativi minimi alla luce delle condizioni locali e adottare misure appropriate per far rispettare tali standard.”

Come si può immaginare, ha evidenziato l’Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali (OSMOA) dell’Università degli Studi di Salerno, esistono delle regole per poter identificare un appartamento quale abitazione oppure un bagno o una cucina come tale. Superfici e altezze minime, presenza o meno di alcuni oggetti, quali i sanitari nel bagno o il piano cottura in cucina. Nel nostro Paese le norme fondamentali sono state definite all’interno del DM 75 emanato dal Ministero della Sanità ed ancora valido, ma ad entrare nel dettaglio, come si vedrà, saranno i regolamenti edilizi comunali.

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