venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

Governo, il DEF prudente. La ripresa sfiorerà l’1%

I sindacati in piazza. Ecco il piano nazionale di mobilitazione

Stime, conti e asticelle da mettere a punto. Il tutto per raggiungere il Prodotto interno lordo tendenziale 2023 che dovrebbe attestarsi sul 0,9 – il Governo spera di agganciare l’1 % -, secondo le nuove indicazioni
del ministero dell’Economia e delle Finanze. Guerra in Ucraina e perdurare dell’inflazione, innescano le stime prudenziali per i conti del Governo.

Cdm tra conti e nomine

Oggi il Consiglio dei ministri, convocato per le 15, dovrà allineare le cifre e dare semaforo verde al Documento di Economia e Finanza, con una piccola buona aspettativa. La cifra sarà rivista al rialzo cioè allo 0,9 rispetto alle valutazioni del novembre scorso quando nel Documento di Programmazione di bilancio il segno più era fermo allo 0,6 per cento. C’è infatti una possibile incognita positiva: gli aggiustamenti dei
conti potrebbero portare al rialzo, con un +1%. In ballo infatti ci sono le misure economiche che il Governo ha preso o che saranno adottate.

Aspettative caute e positive

A pronosticare un Pil rivisto al rialzo per il 2023 c’è il trend cautamente positivo dell’economia atteso nella prima metà dell’anno. A rafforzare questa previsione ci sono le indicazioni della Banca d’Italia che scommettono in una “lieve ripresa”. “Secondo i nostri modelli”, puntualizza il Bollettino economico di Via Nazionale, “in Italia l’attività economica sarebbe leggermente aumentata nel primo trimestre del 2023, sostenuta dal settore manifatturiero, il quale beneficia della discesa dei corsi energetici e dell’allentamento delle strozzature lungo le catene di approvvigionamento”.

Ci sono comunque delle riflessioni da fare che arrivano dalla Banca d’Italia e dalle Confederazioni del commercio, circa l’inflazione che pesa ancora sui consumi, con la spesa delle famiglie che resta “debole”. Tra ombre e luci, sono tuttavia queste ultime ad essere prese in considerazione. L’Ufficio parlamentare di bilancio, vede “segnali di ripresa moderata nel primo trimestre”, con il Pil che avrebbe ripreso a espandersi.

Le incognite e i ribassi

Una crescita che, tuttavia avverte l’Ufficio parlamentare di bilancio, avrà ritmi moderati, con “rischi al ribasso”. Perché l’altalena di considerazioni? In sostanza sono due le incognite di cui il Governo
dovrà tenere conto. La prima il prolungarsi della guerra in Ucraina, con tutte le incertezze economiche che ne derivano. La seconda questione sono i tempi di attuazione del Piano nazionale di ripresa. La situazione
per il Pnrr resta in bilico tra la volontà del premier di dare una accelerazione ai progetti e le difficoltà tecniche incontrate, in particolare nella Pubblica amministrazione.

Avanti con “prudenza”

Come è noto il ministro dell’Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti raccomanda “prudenza” anche nelle valutazioni del Def, che è il primo Documento economico dell’esecutivo Meloni. Un Def che sarà al vaglio anche di Bruxelles che valuta con attenzione lo stato dei conti pubblici dell’Italia. Prudenza dettata anche dalla riduzione delle entrate.
L’avvio della riforma fiscale, con il taglio delle aliquote Irpef ad esempio, e il dover accantonare le risorse necessarie per rinnovare gli aiuti alle famiglie e imprese, previsti per la seconda metà dell’anno.

L’agenda delle nomine

La settimana che si apre sarà dominata non solo dai conti del Def ma anche dal rinnovo delle nomine per i grandi enti statali e partecipate pubbliche che la maggioranza di Governo ha in agenda. In 48 ore partendo
da oggi l’Esecutivo dovrà iniziare a decidere presidenti e Cda per Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna. Toccherà al Consiglio dei ministri di oggi partire con le prime indicazioni ma per farlo dovrà trovare una
quadra all’interno dei partiti di maggioranza. Questione che appare spinosa, finora non ci sono state indicazioni chiare e congiunte. Il tempo tuttavia stringe. Nel calderone tra la seconda metà di aprile ed
inizio maggio c’è di tutto. Si inizia con l’assemblea, di Mps, poi Rai Way, Enav, mentre a iniziò maggio ci sono: Leonardo e Poste, Terna, Enel ed Emi.

Cgil, Cisl e Uil, in piazza

Dai sindacati invece arriva il piano di mobilitazione contro le scelte del Governo. “Abbiamo costruito con Cisl e Uil un piano di mobilitazione”, annuncia il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, “Lo discuteremo nelle assemblee, nei luoghi di lavori e sul territorio. È una cosa che non si fa più, quella di ascoltare la persone, poiché solo insieme si cambiano le condizioni. Da aprile parte la consultazione”.
A maggio scatterà la mobilitazione. Ogni settimana una grande manifestazione: Bologna 6 maggio;Milano 13 maggio; Napoli 20 maggio. “Vogliamo risultati, non è un processo fine a sé stesso”, spiega Landini, “È chiaro che non ci fermeremo il 20 maggio, andremo avanti sinché non avremo ottenuto quello che chiediamo”.

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