giovedì, 18 Aprile, 2024
Economia

Prezzi sù e recessione imprese in cerca di credito

Due contesti produttivi diversi quelli di Confcommercio e Confartigianato, con una unica prospettiva: inflazione e recessione, domineranno la scena economica del Paese. Un rotolare verso una crisi che le Associazioni di categoria cercheranno di arginare con proposte e indicazioni al Governo. Ma il prossimo futuro sarà comunque duro.

La recessione in arrivo

“I segnali di recessione si erano già visti a ottobre”, osserva il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, “ora i dati di novembre certificano che l’economia italiana sta invertendo il ciclo economico dopo sette trimestri semplicemente eccezionali e comunque molto fuori trend rispetto al ristagno strutturale pre-pandemia”. “La fine del 2022 si prospetta non meno complicata dei mesi autunnali”, fa presente Bella, “la crisi geo-politica non appare in via di rapida soluzione. Allo stesso tempo emergono indizi di minore dinamicità dell’economia mondiale in un contesto in cui l’inflazione risulta ancora elevata, seppure in rallentamento. Anzi, in rallentamento perché si vede la recessione”.

Aiuti sì ma la ricchezza scende

“L’opportuna politica dei sostegni”, evidenzia il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, “compensa larga parte delle perdite di potere d’acquisto del reddito, ma nulla può contro la riduzione reale del valore della ricchezza liquida, un importante fattore di alimentazione della spesa delle famiglie”. “È sempre più probabile, puntualizza Bella, “una recessione tecnica nei trimestri a cavallo della fine del 2022”.

Confcommercio stime in giù

I calcoli della Confederazione portano ad un novembre con un Pil che dovrebbe registrare una riduzione dello 0,7% su base mensile, accentuando la tendenza al ridimensionamento dell’attività economica iniziata a settembre. L’inflazione, inoltre, si conferma uno dei problemi principali: a ottobre la variazione del 3.4% su base mensile. “Incremento di dimensioni simili a quello osservato complessivamente tra gennaio 2016 e gennaio 2021) ha portato il tasso di variazione su base annua all’11,8%”, analizza la Confcommercio, “A novembre l’inflazione dovrebbe registrare un incremento dello 0,4%, lasciando sostanzialmente invariato il tasso di crescita (11,7%).

Consumi, il calo che preoccupa

Ad ottobre i consumi, espressi nella metrica dell’Indicatore Consumi Confcommercio si sono ridotti nel confronto annuo (-1,4%), effetto di una contrazione per della domanda per i beni (-2,7%). La flessione su base annua comincia ad assumere toni significativi. “Il rallentamento mensile della domanda”, osserva la Confcommercio, “si inserisce in un contesto in cui il differenziale con il 2019 è ancora rilevante. Nel complesso del periodo gennaio-ottobre 2022, l’ICC manifesta una riduzione di 4,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019. Divari più rilevanti si registrano per i servizi (-12,0%)”.

Confartigianato: crisi dura

Lunga e articolata l’analisi della Confartigianato dove prevale il pessimismo per il complicarsi del quadro geo politico internazionale, della crisi energetica con il suo effetto domino sull’economia.
“Purtroppo”, osserva la Confartigianato, “dopo la straordinaria crescita dei primi tre trimestri, si apre una stagione fredda, per il clima e per l’economia. Nel sentiero delineato nella Nota di aggiornamento, si delinea nell’ultimo trimestre dell’anno un calo del PIL di circa sei-sette decimi di punto. Nel caso di una interruzione delle forniture di energia da parte della Russia, nel 2023 si registrerebbe calo del Pil di circa l’1,5% del Pil”.

L’accelerazione dei prezzi

Nella sua analisi la Confederazione degli artigiani prende in esame i diversi aspetti che hanno innescato la crisi.
“Il primo segnale recessivo arriva dall’accelerazione dei prezzi”, scrive la Confederazione, “ad ottobre l’inflazione in Italia sale al 12,8%, superando di 2,1 punti il +10,7% della media dell’Eurozona, mentre il tasso di inflazione energetica balza al 73,9%, rispetto al 45,0% di settembre, collocandosi su trentadue punti sopra al +41,9% dell’Eurozona”. “In secondo luogo il prezzo dell’energia elettrica”, ricorda la Confartigianato, “in Italia ad ottobre sale del 199,1% rispetto un anno prima, mentre quello del gas segna un aumento del 99,5% (un dato che potrebbe essere limato dopo il calo del 12,9% ad ottobre della spesa del gas in tutela pubblicato da Arera il 3 novembre”.

I settori in serie difficoltà

Nella seconda metà dell’anno si intensificano i segnali di rallentamento dell’attività delle imprese, che mutano lo scenario economico con grande rapidità. “In calo i settori”, elenca la Confederazione, “energy intensive di gomma, materie plastiche e altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,7%), legno, della carta e stampa (-2,9%), metallurgia e prodotti in metallo (-3,3%), raffinazione (-5,4%) e chimica (-7,0%)”. In questo contesto si diffondono i casi di lockdown energetico. “Nei comparti manifatturieri con una più elevata intensità energetica”, prosegue la Confartigianato”, vetro, cemento, ceramica, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentari –  operano 100 mila imprese con 1 milione 146mila addetti”.

Imprese tra liquidità e chiusure

La demografia d’impresa, dopo quasi due anni di crescita, da giugno 2022 registra un tasso di variazione negativo dello stock di imprese iscritte.
“Sulla finanza d’impresa gravano gli effetti della stretta monetaria”, evidenzia la Confartigianato, “sale la domanda di credito, a costi crescenti, determinata dei pagamenti delle forniture di materie prime e delle bollette di elettricità e gas”.
È in forte ascesa la percentuale netta di imprese che riportano difficoltà di accesso al credito. “Il 16,1% delle imprese presenta un grado di rischio finanziario elevato, con una ridotta capacità di far fronte agli impegni, anche a breve termine”.

Nuovi aiuti, ma basteranno?

L’impatto dei costi dell’energia sta condizionando le scelte di politica fiscale. L’intervento fiscale espansivo delineato dalla Nota di aggiornamento è di oltre 9 miliardi di euro per quest’anno e a circa 21 miliardi nel 2023. “Questi 30 miliardi di euro, se destinati interamente a contrastare il caro energia come preannunciato”, calcola la Confartigianato, “si sommano agli interventi già adottati per 5,5 miliardi sul 2021 e per 57,6 miliardi per il 2022, portando a circa 93 miliardi di euro le risorse impegnate nell’arco di 22 mesi per contrastare lo shock energetico”. Infine il timore che gli aiuti benché eccezionali non basteranno a superare il 2023. La Confederazione degli artigiani cita l’Ufficio Parlamentare di bilancio, vi è il “rischio di dover disporre interventi aggiuntivi contro il caro energia, dal momento che le misure inserite nella manovra riguarderebbero solo i primi tre-quattro mesi del 2023”.

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