venerdì, 19 Aprile, 2024
Salute e Lavoro

Qualità della vita sul lavoro? Enti locali e Asl, insieme

Più salute negli ambienti di lavoro e di vita con Comuni e Aziende Sanitarie Locali sempre più sinergiche ed unite. Ad affermarlo a Bari qualche giorno fa nel corso del Sesto Forum Mediterraneo 2022 in Sanità, organizzato da Gutenberg, a margine dell’incontro su “Integrazione socio-sanitaria PNRR: Missione 5-Missione 6 e piano operativo salute”, da una parte Roberto Pella vicepresidente vicario di ANCI con delega alla salute e dall’altra Tiziana Frittelli presidente nazionale di Federsanità, la confederazione delle ASL e Aziende Ospedaliere italiane.

Occorre al più presto revisionare il Testo Unico degli Enti Locali, ha sottolineato Pella, con obiettivi che puntano al miglioramento della salute in termini di prevenzione e di protezione ambientale, elemento importante per garantire la “one health”. Facendo ricorso anche a strumenti di pianificazione comunali già esistenti, quali Regolamenti di igiene, Piani Urbanistici, Mappe di rischio industriali, è possibile salvaguardare, attraverso opportune sinergie con i servizi di prevenzione delle ASL, la salute negli ambienti di vita e negli ambienti di lavoro.

Con l’approvazione del Decreto sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) del 18 marzo 2017 e del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, ha aggiunto Frittelli, per i Comuni si è aperto un nuovo ed interessante filone di collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali, oltre a quello collaudato in ambito socio-sanitario, con i Dipartimenti di Prevenzione per i quali occorrerà una riorganizzazione in termini di risorse e professionalità non più adeguate alla legge istitutiva, la 502 del 1992. Dopo 30 anni è necessario prevedere il potenziamento e l’integrazione di medici e tecnici per dare delle compiute risposte dopo la recentissima istituzione del Sistema Nazionale della Prevenzione Sanitaria che ingloba questioni legate all’ambiente e ai cambiamenti climatici.

Non è un caso che accanto a un degradato contesto sociale, proprio le altre componenti dell’ambiente fisico delle città (industrializzazione, alta densità abitativa, eccessiva produzione di rifiuti, traffico congestionato, scarsa disponibilità di aree verdi accessibili, effetto isola di calore urbano1, ecc.) espongono la popolazione a numerosi rischi che si esprimono in modo palese, come nel caso di incidenti stradali o di patologie respiratorie e cardiovascolari (BPCO, IMA. ICTUS, ecc.) secondarie all’inquinamento atmosferico, determinando danni cronici alla salute fisica e mentale.

E veniamo agli strumenti già disponibili nei Comuni. Con i Regolamenti di Igiene Comunale attraverso l’intervento degli specialisti della Sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL è possibile “adeguare e migliorare” regole e procedure apparentemente ingessate per puntare al benessere degli individui e dei lavoratori delle città.

Sempre i Dirigenti ed i tecnici dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica sono chiamati a supportare i Comuni nel delicato rapporto tra salute e pianificazione urbanistica. I PUC, Piani Urbanistici Comunali, sostituiscono i vecchi e desueti Piani Regolatori dei Comuni finalizzati alla regolamentazione e all’ampliamento edilizio nati con la legge 2359 del 1865 e modificati nel 1942 dalla legge 1150. Attraverso l’igiene urbana è possibile raggiungere importantissimi risultati come è accaduto nel caso della questione legata all’inquinamento conseguente a traffico veicolare destinati a trasformare, per non dire addirittura a rivoluzionare, la struttura dei piani regolatori.

Per le mappe dei rischi industriali, infine,  da tener presente, sempre per preservare la salute della popolazione e del territorio,  l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale è chiamato a redigere periodicamente un Rapporto con l’indicazione presunta degli incidenti rilevanti associati alle attività industriali presenti sul territorio nazionale, nell’ambito dell’attuale assetto del sistema dei controlli sui rischi industriali.

L’acquisizione delle informazioni necessarie alla predisposizione della mappa del rischio industriale in Italia avviene attraverso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e l’ISPRA che hanno predisposto, aggiornato ed utilizzato uno strumento che soddisfa le necessità di un Inventario Nazionale delle attività soggette a notifica, messo a disposizione dei Comuni interessati. Le principali informazioni analizzate riguardano elementi di estrema utilità per prevenire e mitigare le alterazioni della salute: 1. dati identificativi dello stabilimento; 2. ubicazione geografica; 3. posizione amministrativa nei riguardi del D.Lgs. 334/99;4. tipologia dello stabilimento; 5. sostanze e quantità presenti.

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