Negli ultimi anni si è posta particolare attenzione al concetto di fair play nello sport, che viene onorato non solo quando si rispettano formalmente le regole, ma anche – e soprattutto – quando si osservano comportamenti corretti e rispettosi nei confronti dei propri avversari, così che ciascun contendente possa impegnarsi liberamente nel gioco.
Lo sport dei nostri tempi sta vivendo nuove sfide particolarmente serie. I soggetti coinvolti negli eventi sportivi – atleti, spettatori, media, business manager – spingono verso performance sportive sempre migliori e non si accontentano del bel gioco o della applaudita prestazione, pretendendo dai propri beniamini la vittoria, anche a tutti i costi.
Le sfide più attuali che il mondo dello sport si trova oggi a dover fronteggiare riguardano:
- lo svilimento del corpo, poiché lo sport, se piegato a logiche di competizione esasperata o di interesse, può divenire un contesto nel quale il corpo umano viene ridotto allo stato di oggetto o vissuto solo materialmente;
- il ricorso al doping, una pratica che amplifica antiche e complesse problematiche morali, poiché non corrisponde ai valori di salvaguardia della salute e di gioco leale, ma rappresenta un esempio chiarissimo di perseguimento della vittoria a tutti i costi;
- la corruzione che, al pari del doping, può portare lo sport alla rovina, poiché essa sfrutta il senso di competizione dei giocatori e degli spettatori, che vengono però deliberatamente truffati e ingannati alterando la competizione sportiva.
In più, i tifosi e gli spettatori, che normalmente costituiscono uno stimolo e un supporto determinante in favore degli atleti, possono giocare anche un ruolo ambiguo o, addirittura, negativo, quando essi insultano i giocatori avversari, i loro tifosi e gli arbitri o quando le azioni collettive del pubblico vengono piegate, influenzate o occultamente strumentalizzate da portatori di interessi diversi e particolari, quando non addirittura criminali.
Solo lo sport, sano e pulito, aderente allo spirito olimpico e alle sue regole, diventa autentico modello di vita e di libertà, generatore di cultura dell’incontro, della pace, dell’inclusione e – in ultima analisi – di etica pubblica.
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.O.N.I.) è ben consapevole di questo contesto e, per tale motivo, già nel 2012 ha istituito il Garante del Codice di Comportamento Sportivo, che adotta istruzioni, vigila sulla corretta attuazione del Codice e segnala ai competenti organi degli Enti di appartenenza i casi di sospetta violazione, ai fini del conseguente giudizio disciplinare. Tutto questo, ovviamente, fermi restando i poteri di controllo del C.O.N.I. stesso, che ha previsto tale figura nel contesto del Codice di Comportamento Sportivo, documento nel quale sono indicati e specificati i doveri fondamentali, inderogabili e obbligatori, di lealtà, correttezza e probità previsti e sanzionati dagli Statuti e dai regolamenti del C.O.N.I., delle Federazioni sportive nazionali, ivi compresi quelli degli organismi rappresentativi delle società, delle Discipline sportive associate, degli Enti di promozione sportiva e delle Associazioni benemerite.
Il Codice di Comportamento sportivo enuncia una serie di principi molto importanti:
- osservanza della disciplina sportiva;
- principio di lealtà;
- divieto di alterazione dei risultati sportivi;
- divieto di doping e di altre forme di nocumento della salute;
- principio di non violenza;
- principio di non discriminazione;
- divieto di dichiarazioni lesive della reputazione;
- dovere di riservatezza;
- principio di imparzialità;
- prevenzione dei conflitti di interessi;
- tutela dell’onorabilità degli organismi sportivi;
- dovere di collaborazione,
facendo obbligo alle Federazioni e agli altri Organismi che governano gli ambiti sportivi ad ogni livello, di integrare, con proprie disposizioni, le modalità e gli ambiti di attuazione del Codice di Giustizia Sportiva, con riferimento ad altre fattispecie particolarmente rilevanti, in relazione al proprio specifico ambito di attività nell’ambito di ciascun settore sportivo.
Nel 2014 il C.O.N.I., due anni dopo l’istituzione del Garante del Codice di Comportamento Sportivo, ha introdotto significativi cambiamenti in tema di giustizia sportiva, attraverso l’approvazione dei Principi di Giustizia Sportiva (integrati nel 2018) e del nuovo Codice della Giustizia Sportiva, prevedendo e normando numerose novità in tema di procedimenti di giustizia.
Innanzitutto, sono stati recepiti gli indirizzi e i principi introdotti nell’ambito della Giustizia ordinaria, e in particolare:
- parità delle parti;
- contradditorio;
- giusto processo;
- ragionevole durata;
- motivazione delle decisioni;
- pubblicità delle decisioni;
- forma redazionale chiara e sintetica;
- doppio grado di giudizio sia in sede sportiva sia in sede disciplinare, patrimoniale, amministrativa;
- vaglio finale in diritto,
e introdotti nuovi istituti di garanzia in sede di giudizio sportivo:
- applicazione delle sanzioni su richiesta;
- adozione provvedimenti cautelari;
- intervento del terzo;
- contributo di accesso alla giustizia;
- gratuito patrocinio;
- sanzioni per la lite temeraria;
- obbligo dell’assistenza tecnica innanzi al Collegio di Garanzia dello Sport;
- chiarezza di rapporti con la giustizia ordinaria statale, pur nel rispetto della reciproca autonomia;
- stringenti termini di indagine e processuali, pena l’estinzione del procedimento.