sabato, 20 Aprile, 2024
Lavoro

Lavoro. Le Regioni litigano, slitta il Piano Gol. Disputa su fondi e RdC

Rischio di ulteriori ritardi nella riforma. Nuovi incentivi per occupazione e formazione

In ballo ci sono 900 milioni ma sulle politiche attive del lavoro già sorgono contrasti tra le Regioni e tra queste e il Governo. Il mese per l’avvio del progetto Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) era settembre, ma la riforma rischia di slittare ancora di altre settimane e con essa le aspettative di sindacati e associazioni di categoria. Il mega piano di riforma del lavoro su cui punta il ministro Orlando e il Governo ha una dote finanziaria notevole: 880 milioni subito, più i 4,4 miliardi dal Pnrr e 500 milioni da React-Ue; la disputa tra Regioni è nata sul metodo di ripartizione dei fondi, in particolare sugli indicatori per assegnare i primi 880 milioni di euro.

Il rinvio

La conferenza delle Regioni, ha rinviato per un approfondimento tecnico, mentre un nuovo incontro è previsto per il 14 ottobre. In sostanza a far emergere i contrasti sono i 5 indicatori del piano Gol per i finanziamenti alle Regioni; che sono: numero di percettori di Naspi, Reddito di cittadinanza, disoccupati, occupati e lavoratori in Cigs.

I numeri del RdC

Le tensioni di sono evidenziate sul Reddito di cittadinanza, – come indicatore per il riparto dei nuovi fondi – il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha posto un problema di conteggio e numeri, “in quanto i beneficiari del Rdc sono comunque disoccupati già ricompresi tra gli indicatori e inserirli significherebbe, di fatto, conteggiarli due volte”, ha osservato Zaia, ma, soprattutto, perché il Rdc, misura di politica passiva ed assistenziale, è distribuito in modo diverso tra Regioni, “utilizzato in maniera disomogenea sui diversi territori”. In altri versi se si considera il Rdc alcune Regioni in particolare quelle del Sud avrebbero più fondi a scapito di quelle del Nord.

Il tempo stringe

Una soluzione dovrà essere trovata a breve e non è escluso che la prossima settimana scenda in campo il Governo, il premier Draghi ha già fatto sapere che intende accelerare sulle riforme. Ottobre è un mese cruciale per il dossier lavoro. Il 31 scade il blocco dei licenziamenti economici nel terziario, nelle piccole imprese e nel tessile-moda-pelletteria. L’attuazione del Piano Gol, inoltre, ha un percorso contingentato, se tutto andrà bene, tra decreti, adozioni dei Piani regionali, acquisizioni di pareri, la riforma vedrà la luce a gennaio 2022.

Tre milioni di lavoratori

Il piano Garanzia di occupabilità dei lavoratori nel merito prevede entro il 2025 il sostegno a oltre 3 milioni di beneficiari. Di questi, secondo i numeri concordati con l’Europa, il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under30, lavoratori over55. In più 800mila lavoratori dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300mila per il rafforzamento delle competenze digitali. A beneficiare di Gol sono i lavoratori in Cig, i disoccupati in Naspi e Discoll, i percettori del Rdc, i lavoratori fragili o vulnerabili: Neet, disabili, donne in condizioni di svantaggio, over55; i disoccupati senza sostegno al reddito.

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