venerdì, 26 Aprile, 2024
Sanità

“Patto di Roma” contro il Covid. Tutti accanto ai Paesi poveri

Nessuno deve restare indietro nella campagna vaccinale contro il Covid. Questo il solenne impegno unanime dei ministri della Salute del G20, riuniti a Roma, sotto la presidenza italiana.   Un messaggio che passerà allo storia come il “Patto di Roma”. “È l’impegno del mondo contro il Covid”, scandisce sodisfatto il ministro Roberto Speranza: “Il G20 si è chiuso con un’approvazione all’unanimità del Patto di Roma”.

“Lavoreremo per contrastare il Covid che è ancora un nemico insidioso. Noi dobbiamo assumere impegni di bilancio che poi non possono diventare una camicia di forza, noi vogliamo portare il vaccino in tutto il mondo, faremo tutti gli investimenti necessari”, dice ancora il ministro nel corso della conferenza stampa finale del G20 della Salute.

Approccio globale

“Vogliamo investire nell’approccio One Health”, sottolinea ancora il ministro Roberto Speranza, “ovvero guardando a esseri umani, animali e ambiente come un unico ecosistema, per rispondere alle emergenze sanitarie di oggi e di domani”,

Superare gli egoismi Una sfida che deve essere vinta superando gli egoismi. È l’accorato e pungente appello del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, “Quando ci siamo incontrati virtualmente a Riad l’anno scorso, tutti speravamo che ormai la pandemia fosse sotto controllo. È vero l’opposto”, scandisce Tedros Adhanom Ghebreyesus, “Molti Paesi continuano ad affrontare un forte aumento dei casi e dei decessi, nonostante siano stati somministrati più di 5 miliardi di vaccini in tutto il mondo. Ma quasi il 75% di queste dosi è stato somministrato in soli 10 Paesi. L’Africa ha la copertura vaccinale più bassa, con il 2%. Questo è inaccettabile”.

Aiuti ai Paesi poveri

Una denuncia forte a sostegno dei Paesi più poveri è arrivata da Every Breath Counts, associazione che supporta i Paesi più poveri nella lotta alla polmonite. “Solo con l’impegno e il sostegno dei Paesi del G20″. Nel mondo ci sono 70 Paesi, è ricordato al G20 di Roma, che non hanno ossigeno sufficiente per curare i malati di Covid-19. E molti degli Stati più in difficoltà sono africani, almeno 25, con situazioni particolarmente gravi in Etiopia, Nigeria, Ghana, Benin, Togo, Costa d’Avorio e Somalia.

Errore lasciare sola l’Africa

“Uno degli errori commessi durante la pandemia”, osserva l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, “è stata la mancanza di condivisione dei vaccini, perché non possiamo lasciare un continente come l’Africa dipendente per il 99% dalla produzione esterne di vaccini”.

Unicef soddisfatto

“Desideriamo esprimere grande soddisfazione per gli esiti della prima riunione di ieri dei Ministri della Salute del G20″, commenta Andrea Iacomini Portavoce dell’Unicef Italia. “Ci hanno colpito in particolar modo le parole del Ministro Speranza che ha parlato di ‘Patto di Roma’ per garantire non solo il rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali ma anche per non lasciare indietro nessuno e garantire vaccini anche ai paesi più fragili”.

Ue: tutelare tutti

“Una forte Unione della Salute garantirà che l’Ue sia meglio attrezzata per affrontare le crisi future”, fa presente la Commissaria Ue alla salute, Stella Kyriakides, “Ma abbiamo bisogno di una sorveglianza unica globale per le malattie emergenti, comprese le pandemie silenziose come l’Amr, la resistenza agli antibiotici”.

Iniziativa dei sindacati

“L’Ue ha dato l’esempio, esportando circa la metà della sua produzione”, spiega il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, “Si tratta di 700 milioni di dosi di vaccino esportate in 130 Paesi in tutto il mondo. Noi crediamo che sia indispensabile derogare alla normativa sui brevetti, non solo per i vaccini ma anche per tutti quei dispositivi che sono utili a prevenire il virus o a curare la malattia”.

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