sabato, 27 Aprile, 2024
Cronache marziane

Una scacchiera a 5 stelle

Per quel che di Lui credevo di aver capito, avevo sempre considerato Kurt il marziano come una via di mezzo fra il topo di biblioteca e il turista extraterrestre desideroso di capire quello che, sul nostro pianeta, avviene di differente, rispetto a quanto accade sul Suo.

L’altra sera però l’ho sorpreso a saltellare sulla scacchiera poggiata in biblioteca accanto al sacchetto di stoffa che ne custodisce i pezzi; mi ha colpito però che il Marziano avesse estratto dalla custodia (e posizionato al punto giusto) solamente i due Re, perfettamente uguali, ma di colori opposti: bianco l’uno e nero l’altro.

L’esattezza di quel posizionamento ha dato approccio alla nostra discussione e così Kurt ha avuto la bontà di spiegarmi che la lettura di un vecchio manuale sugli scacchi (da Lui pescato nella parte alta di un mio scaffale) Lo aveva convinto che anche sulla Terra – come su Marte del resto – gli abitanti amano giocare alla guerra quando non sono impegnati a combattere guerre vere e proprie.

D’altronde gli scacchi altro non sono che una rappresentazione della guerra e chi se ne occupa sa bene come quel gioco sia sempre stato considerato come il più violento mai inventato, anche se la sua violenza è spesso nascosta dietro l’esibizione di sottili strategie.

Mi restava però da capire perché le uniche figure posizionate sulla scacchiera fossero quelle, solitarie, dei due Re immobili e combattenti.

A quel punto il mio interlocutore – assunte le umane sembianze con cui Ennio Flaiano ce lo ha presentato tanti anni fà – mi ha mostrato i fogli dei giornali che descrivono il duello fra Conte e Grillo: un duello dai contorni, apparentemente, solo giuridici (visto che lo scontro si gioca a colpi di modifiche allo Statuto del Movimento Cinque Stelle), ma che nella sostanza hanno un rilievo eminentemente politico, perché il Primo mostra di aver finalmente capito che deve smarcarsi dall’abbraccio mortale del Partito Democratico e del suo Neosegretario, mentre altrettanto non può dirsi del Secondo, che tende a perpetuare una linea di perfetta continuità con il precedente Governo giallorosso.

È, quest’ultima, una posizione assolutamente singolare e difficilmente comprensibile ai più, tenendo conto della circostanza che il Premier defenestrato è stato proprio l’odierno avversario di Grillo; ma mentre il primo Beppe ha capito che Italia Viva – alias Matteo Renzi – non sarebbe mai riuscita nel suo disegno demolitorio ove il PD avesse effettivamente eretto un muro invalicabile rispetto al disegno Renziano, non altrettanto deve aver pensato Grillo, che – pur di salvare, almeno per qualche tempo, la consistenza numerica dei parlamentari eletti nel suo Movimento – si è (alla fine di  consultazioni da operetta) dimostrato il più morbido nell’assecondare la ricerca di un governo di unità nazionale che avrebbe posto fine all’esperimento della coalizione giallorossa che stava ormai dissanguando i Cinque Stelle.

Ho provato a contestare questa ricostruzione, che nessun analista politico ha peraltro divulgato, ma mi sono dovuto arrendere di fronte ai richiami, che Kurt ha fatto, di alcune regole del gioco degli scacchi.

La prima di queste regole è quella secondo cui, per salvare il Re, si possono tranquillamente sacrificare alfieri  e pedoni: Conte è stato valutato da Grillo alla stregua di un alfiere e così il combattimento è stato breve e ha fatto cadere dalla scacchiera tutte le figure poste a presidio del monarca, fino a lasciarlo completamente solo.

Ma anche Grillo è rimasto solo e ha provato a riattribuire subito dopo a Conte un ruolo primario, sempre però sotto il suo protettorato: di qui il disegno delle nuove regole statutarie, finalizzate a dare – ad elettori e parlamentari Cinque Stelle – l’impressione di una svolta epocale che consentisse di rinnovare i fasti di qualche anno addietro.

L’abbraccio fra i due Re non è però riuscito, anche perché non è contemplato nel giuoco degli scacchi, ove sono invece contemplate le due regine che (almeno nella ricostruzione di Kurt) mancano completamente.

Ma per proseguire nella metafora, direi che le due regine sono comunque presenti e si chiamano – rispettivamente – Italia ed Europa: entrambe celebrate come presenze essenziali (o meglio, obiettivi) per “ripresa e resilienza”, ma altrettanto assenti nel momento dei giuochi di palazzo che continuano a celebrarsi in loro nome.

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