Alla Camera ha votato la fiducia al Governo sul decreto Aiuti. Se al Senato non vota la fiducia sullo stesso decreto, il M5s è fuori dalla maggioranza e i suoi ministri si devono dimettere. Non c’è alcuna ombra di dubbio. Il voto di fiducia del Parlamento certifica chi sostiene il governo e chi no. Conte non ha vie d’uscita. Si è intrappolato da solo. Come spiegherebbe al suo tanto nominato “popolo” che sullo stesso provvedimento il M5S vota in un modo alla Camera e in un altro in Senato? La schizofrenia parlamentare non è ammessa. Mattarella ne ha viste di tutti i colori nella sua lunga esperienza politica e istituzionale. Ma mai si sarebbe aspettato che un giurista come Conte potesse inscenare un balletto del genere.
Di fronte al comportamento sconnesso di un importante partito di maggioranza, Draghi non poteva non riferire al Capo dello Stato. Mattarella, che è stato anche giudice costituzionale, sarà trasecolato di fronte all’ipotesi di un voto schizofrenico del M5S che dà la fiducia alla Camera e si astiene o addirittura esce dall’aula al Senato, Inconcepibile.
Draghi e Mattarella avranno sicuramente valutato gli scenari che si profilano. Se Conte strappa, il Governo ha comunque i voti per andare avanti. Ma c’è un cambio di maggioranza che impone un’apertura formale di crisi di governo. Mattarella potrebbe rinviare subito il Governo alle Camere e lì il M5S dovrebbe uscire allo scoperto e votare la sfiducia a Draghi o inventarsi qualche altra piroetta per tentare di restare agganciato al Governo. Senza il M5S si andrebbe ad un Draghi-2 oppure ad elezioni anticipate.
La tentazione di ricorrere subito alle urne è forte soprattutto nel Pd e in Fratelli d’Italia. Potrebbe essere frenata dalla voglia di cambiare la legge elettorale. E potrebbe esserci uno scambio: chi non vuole le elezioni anticipate deve piegarsi a sostenere subito una legge proporzionale con sbarramento. Altrimenti salta tutto. L’Italia affronterà l’autunno più complicato della storia del dopoguerra Deve farlo con un governo solido e stabile. Draghi può continuare a fare il suo lavoro con un nuovo esecutivo senza i 5 Stelle e con qualche ritocco alla squadra. Ma i partiti devono sottoscrivere un patto di ferro: niente giochi e giochetti sulla legge di bilancio e nessun voto à la carte: o si sostiene il Governo o tutti a casa.