Il rincaro degli energetici e delle bollette (+55% luce e + 42% gas) il rialzo dell’inflazione; le mosse delle Banche centrali, che rispondono in maniera diversa alla stessa situazione (apparentemente); l’utilizzo dei fondi del Pnrr. Temi che vengono ampiamente approfonditi in ogni dove.
La domanda successiva a tutte queste considerazioni nasce spontanea, ed è sempre la stessa, sia nelle fasi rialzo che di discesa dei mercati. Sarà il momento migliore per investire? Il mercato continuerà a scendere? O starà salendo troppo? E la risposta a questo tipo di domande è sempre la stessa, ovvero l’attesa. La famosa e famigerata attesa del momento migliore per investire. Quello in cui entreremo ai minimi e il nostro risparmio continuerà a crescere trasportato dall’onda lunga del rialzo. E poi saremo coì bravi da uscire ai massimi. E così via. È quella che in finanza viene definita strategia del market timing.
In teoria, sarebbe interessante anticipare la mossa successiva dei mercati finanziari vendendo prima di una drastica discesa e acquistando prima di una altrettanto decisa risalita. Ma quest’approccio tattico, noto appunto come market timing, è quasi impossibile all’atto pratico, nonché poco utile se non si ha chiaro quali siano i propri obiettivi.
Molto spesso proprio le persone che si autodefiniscono più prudenti, si pongono e pongono proprio l domanda più lontana dal loro profilo “moderato”: “qual è il momento migliore?”. Domanda, invece, da consumati trader, alla Gekko dell’indimenticabile film interpretato da Michael Douglas.
Prima i propri obiettivi, poi le soluzioni
Si prenda ad esempio l’andamento di un indice assolutamente esemplificativo come lo S&P500, negli ultimi 40 anni.
Fonte: Bloomberg, Standard & Poor’s , JP Morgan. Periodo preso in considerazione 31.12,1972 – 31.12.2019.
Come riportato da Pictet Asset Management in un interessante articolo sull’asset allocation strategica e tattica, una ricerca americana indica che il rischio più grande, per un investitore che segua la tattica del market Timing, è quello di non rimanere investiti. (www.investorsgroup.com/content/dam/investorsgroup/more/wp-content/themes/ig_magazine/pdf/Whitepaper_Time-in-Not-Timing_EN.pdf)
Nel suddetto studio si evidenzia infatti come se un investitore avesse investito 100.000 $ in un fondo di titoli americani tra il 1996 e il 2016 (con le crisi del 2000 e del 2008 di mezzo!) e non avesse più toccato nulla, si sarebbe ritrovato con 440.000 $ a fine periodo. Se invece, affidandosi ad una strategia di market timing, avesse mancato i migliori 10 gg di borsa dello stesso periodo, il suo risparmio sarebbe salito a soli (si fa per dire) 219.000$.
La pianificazione, il miglior alleato
Prima di affrontare i mari della finanza, per i quali bisogna affidarsi ad una persona esperta, è necessario, sempre grazie allo stesso professionista, analizzare non gli indici di borsa, ma la propria situazione finanziaria e patrimoniale, e suddividerla per obiettivi e orizzonti temporali.
La Liquidità, è tutto ciò che riguarda le spese mensili e serve per affrontare le necessita famigliari/personali ; la Riserva, riguarda la parte dei nostri risparmi allocata nel breve -medio periodo, per far fronte alle spese programmate e impreviste, con un rendimento atteso contenuto e pari volatilità; gli Investimenti sono un’area superiore alla prime due e, con un orizzonte temporale di lungo periodo, e strumenti con più alta volatilità, con un rendimento atteso decisamente più alto, sono votati alla realizzazione dei progetti di vita.
Vi è infine l’area della Previdenza, che riguarda il mantenimento del tenore di vita nel momento dell’uscita dal mondo del lavoro; e quella dell’Extra Rendimento, che riguarda una piccolissima percentuale del proprio patrimonio, destinata, per chi lo volesse a piccole speculazioni, “scommesse”, tali da non intaccare l’andamento del patrimonio complessivo.