sabato, 20 Aprile, 2024
Sanità

Sanità, 15 miliardi per 63 nuovi ospedali e strutture socio sanitarie

I fondi per la sanità, stando alle anticipazioni e bozze che circolano, aumentano giorno dopo giorno. Per ora possiamo limitarci a ciò che appare più urgente rispetto agli impegni che l’Italia ha preso con l’Europa. Con i fondi, ad esempio, è prevista la costruzione di 63 nuovi ospedali in 5 anni e altri 170 nosocomi ristrutturati per un totale di 5,5 miliardi. E ancora 5 miliardi per la sanità territoriale per potenziare le Case della Comunità, lo sviluppo dell’Assistenza domiciliare. Quattro miliardi saranno investiti per la digitalizzazione di cui la metà solo per l’ammodernamento tecnologico degli ospedali. Sono a conti fatti questi i principali progetti per il settore Salute dettagliati nelle schede di progetto, datate 29 dicembre, allegate alla bozza di Recovery Plan che, come confermato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. L’intera sanità assorbirà 15 miliardi di fondi europei. Una cifra significativa che dovrebbe in pochi anni cambiare in modo radicale il sistema sanitario nazionale. Nel merito i progetti sono indicati nelle 153 pagine di schede progettuali che vanno a completare le bozze programmatiche che erano state elaborate, mentre i progetti del Piano che sarà affinato sono ancora all’esame del Governo. In questi giorni si è innescato un dibattito aspro sul piano politico e istituzionale tra le forze politiche di maggioranza e tra queste con le opposizioni.

Per sintetizzare la parte più importante del progetto economico è rivolto alla realizzazione di nuovi ospedali, che vengono definiti più sicuri, tecnologici, digitali e sostenibili per opere calcolate sui 5,55 miliardi.
Una prima linea di intervento riguarda la ristrutturazione, efficientamento energetico e ammodernamento di strutture vetuste sede di DEA (Dipartimenti di Emergenza e Accettazione) di I livello. La seconda riguarda l’adeguamento sismico e antincendio delle strutture sede di DEA di I e II livello e sede di pronto soccorso di base; realizzazione di nuovi ospedali sede di DEA di I livello in sostituzione di ospedali vetusti. Cronoprogramma Il tempo di esecuzione previsto è 2021-2026.

Tra gli interventi più rilevanti 63 nuovi ospedali, mentre, per la seconda linea di intervento il target stimato è di 170 strutture sanitarie oggetto di ammodernamento, ristrutturazione ed efficientamento, adeguamento alla normativa antincendio e antisismica.

Un altro settore che sarà incentivato in modo significativo è l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero con 2 miliardi.

Il progetto è finalizzato alla crescita complessiva del parco tecnologico degli ospedali sia in termini di attrezzature di alta tecnologia che di ammodernamento tecnologico delle sale operatorie, nonché alla realizzazione di interventi orientati alla digitalizzazione delle strutture sanitarie (sia a livello di processi che a livello di infrastruttura tecnologica e asset informatici). In particolare, l’intervento è finalizzato a:
Acquistare nuove apparecchiature sanitarie in grado di efficientare i processi clinico assistenziali, l’accesso al dato e l’interoperabilità dello stesso, migliorando la capacità di analisi e governance oltre che generando risparmi economici.

Ammodernare il parco tecnologico in forza presso i DEA (Dipartimenti Emergenziali Assistenziali) e i PS (pronti Soccorso). I target previsti sono:
3.461 grandi apparecchiature sanitarie acquistate e collaudate e 457 strutture Sanitarie (DEA e Pronto Soccorso) digitalizzate.

Un progetto economicamente e socialmente significativo sarà la Casa della Comunità al centro del territorio per migliorare l’assistenza sanitaria delle persone di 1,6 miliardi.

Il Progetto nasce per potenziare l’integrazione complessiva dei servizi assistenziali socio-sanitari per una presa in carico globale della persona al fine di:
migliorare l’assistenza delle persone con problemi psichiatrici; garantire l’equità di accesso e la qualità delle cure indipendentemente dal loro contesto geografico e sociale dei soggetti cronici, non autosufficienti e disabili sull’intero territorio nazionale; garantire la salute delle famiglie, dei bambini, degli adolescenti, delle coppie e delle donne implementando e riqualificando la rete consultoriale. Per il raggiungimento degli obiettivi, l’investimento prevede l’attivazione di Case della Comunità e l’ammodernamento dei consultori familiari.

Obiettivi entro il 2026 sarà quello di realizzare 4.820 Case della comunità attivate; 2.256 consultori familiari adeguati; 756 nuovi consultori realizzati.

Di grande impatto sociale anche la realizzazione della Rete dei centri territoriali per il contrasto alla povertà sanitaria. Capitolo a cui andranno 360 milioni. Il progetto è finalizzato a quantificare, qualificare e rispondere ai bisogni della popolazione “hard to reach e hard to treat”, realizzando una rete capillare di centri di prossimità specializzati nel contrasto 145 alla povertà sanitaria (CPPS), grazie ad una collaborazione strutturale tra Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sistema socio-assistenziale e terzo settore. Il progetto si propone, a tal fine, di rafforzare la disponibilità di risorse umane, strumentali e le competenze nei diversi territori nell’ottica dell’appropriatezza clinico-assistenziale, migliorando anche il coordinamento tra Stato e Regioni e, all’interno delle realtà regionali, tra le aziende sanitarie locali e il terzo settore che opera nelle comunità locali a favore dei gruppi vulnerabili della popolazione.

Servizi sociali come strumento di resilienza per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria la somma sarà di 180 milioni. Attraverso questa iniziativa progettuale si intende raggiungere diversi obiettivi: rafforzamento dei servizi sociali domiciliari; creazione/rafforzamento di punti unici di accesso alle prestazioni sociali e sanitarie (eventualmente da coordinarsi con la proposta del Ministero della Salute in materia di case di comunità); potenziamento delle equipe multidisciplinari volte alla valutazione e definizione dei progetti individuali di intervento; attivazione di attività di supervisione dei casi nei servizi sociali territoriali ai fini di prevenire il burnout degli operatori e garantire l’effettività di una presa in carico multidisciplinare.

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