venerdì, 19 Aprile, 2024
Politica

Sindaco di Napoli o foglia di Fico

Il rischio di rimanere con la foglia di Fico tra le mani per il Presidente della Camera dei Deputati, in cambio della prossima candidatura a sindaco della Città metropolitana di Napoli, è alquanto elevato.

E quando si dice e si divulga, in tutte le salse, che “Il potere logora chi non ce l’ha” non è una frase caduta dal cielo. È lapalissiana di chi fa del potere un principio esistenziale, una questione di sopravvivenza, forse al pari dell’ossigeno per chi è in rianimazione per la pandemia da COVID-19.

Spesso si studia di notte per trovare la formula di come poter conquistare il posto ambito, con scaltrezza e spregiudicatezza, anche a costo di creare situazioni proponendo soluzioni apparentemente appetibili come esca, a cui  tentare di fare abboccare l’ingenuo pesciolino. 

Una di queste è la tessitura della tela di come scalzare – con largo anticipo, essendo a metà legislatura e non è di poco conto – la terza carica dello Stato, l’On. Roberto FICO, con un’abile strategia. Gli verrebbe offerta la candidatura alla carica di primo cittadino, quella di Napoli – sua città nativa – disponibile per la prossima primavera inoltrata. 

Chi l’ha ideata e proposta ha fatto quattro conticini di come vendere lucciole per lanterne, per oscurare ulteriormente le 5Stelle, già molto offuscate per le dolorose pregresse scelte contrattuali con la Lega di Salvini prima e con la sinistra di Zingaretti poi. Non c’erano altre alternative se non quelle di tornare a nuove elezioni. Ma dall’alto del Colle si fece capire che le legislature durano cinque anni.

Il Movimento 5Stelle, già dimezzatosi in termini di consensi e, concretamente, con transfughi altrove con le più banali e barbine motivazioni di facciata, ha perso quell’aureola di grandezza come prima forza partitica al 33%; e le cose non vanno affatto bene giorno per giorno, benché il miracolo della pandemia in atto da COVID-19 ha congelato crisi di governo e probabile rischio di elezioni anticipate.

Ora, però, che con la pandemia ci siamo, in parte, abituati a convivere – mentre molti dei più a rischio, purtroppo, stanno già a miglior vita – ed il vaccino è nella fase di distribuzione e di somministrazione, si ritorna alla carica con tutto l’esercito, armato fino ai denti avvelenati, per dare al Governo uno scossone per una più ampia ammucchiata ovvero per una spallata, aspirando anche a maggior successo, cioè alle ambite elezioni anticipate, benché non facilmente sostenibili per gli spazi temporali, ma: Adesso o mai più perché poi, tra circa sette mesi, ci sarà l’impedimento del semestre bianco come prevede l’articolo 88 della Costituzione, per il termine del settennato del Presidente della Repubblica.

È proprio guardando a questa scadenza che la turbolenza si è scatenata nelle varie forze politiche, benché mascherata da motivi di inefficienza ed incapacità del Governo attuale ad affrontare questa terza fase pandemica, compresa la distribuzione delle consistenti risorse straordinarie in arrivo dall’Europa per finalità specifiche e tempi definiti.

Italia Viva, col suo capo partito e componente di governo, a modello di feudatario, invia messaggi, lettere, segnali minacciosi e quant’altro, per attirare a se ogni interesse – purché se ne parli – e sensibilizzare cosi tutte le altre forze politiche  su alcune problematiche sicuramente importanti ed urgenti e su tante altre che hanno colorazione di pura campagna elettorale fuori stagione.

Non si fanno attendere, infatti, le iniziative di Fratelli d’Italia nel portare in Parlamento la sfiducia del Presidente del Consiglio, ma non condivisa dalla Lega perché in tale contesto ne scaturirebbe un effetto contrario rispetto all’obiettivo auspicato.

La verità in politica è una sola, sempre la stessa, cioè che ‘il potere logora chi non ce l’ha” e ci si agita in tutti i modi per conquistarlo, con tutti i mezzi e strumenti possibili, anche a costo di fare gli acrobati, facendo rumore e minacciando dimissioni dei propri Ministri, probabilmente al solo pensiero della scadenza naturale della legislatura nel marzo 2023 con la conseguente riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600; nonché a ritroso, pensando all’elezione del Presidente della Repubblica nel febbraio 2022 perché, stando l’attuale quadro politico, l’ago della bilancia per una posizione privilegiata penderebbe a favore del Movimento 5Stelle. Nella precedente elezione il Presidente del Consiglio era l’attuale capo indiscusso di Italia Viva che sta facendo sentire tutto il suo malcontento anche sul versante dei Servizi Segreti, avendo il Presidente Conte trattenuto, legittimamente, a se il controllo.

Si cerca, intanto, di convincere la terza caricato dello Stato, Roberto FICO, ad abbandonare tale prestigiosa poltrona per quella così complicata e scottante di primo cittadino di Napoli le cui elezioni sono previste per la prossima primavera inoltrata, contestualmente ad altre quattro città metropolitane quale Torino e Roma, con a capo, attualmente, due donne del Movimento 5Stelle, nonché  Milano e Bologna.

È consigliabile che il Movimento 5Stelle conceda di barattare la Presidenza della Camera con l’incerta conquista della Città di Napoli con tutte le conseguenze a cascate fino al termine della legislatura?

Ma se l’impresa dovesse non riuscire il Presidente della Camera dei Deputati si troverebbe fuori dagli autorevoli giochi di palazzo, scacciato da tale incarico – con le mani in mano – a reggere solamente e semplicemente, come nella rappresentazione biblica, la classica foglia di Fico.

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