venerdì, 29 Marzo, 2024
Parco&Lucro

La pianificazione finanziaria non va in vacanza

In queste torride giornate di agosto, contrassegnate da giornate d’instabilità e temporali su parte dell’Italia, molti italiani sono in ferie, altri stanno lavorando, una parte non trascurabile è rimasta a casa.

I mesi appena trascorsi hanno segnato in maniera indelebile le esistenze di tutti: per la prima volta il Paese si è dovuto fermare a causa di una pandemia, termine sconosciuto al mondo occidentalizzato, caratterizzato da condizioni sanitarie “privilegiate” rispetto al resto del pianeta, creando una situazione di ansia e difficoltà e le note conseguenze economiche di cui si scopriranno gli effetti ancora nei prossimi mesi. Secondo le indicazioni preliminari comunicate dall’ISTAT, nel secondo trimestre 2020 il Pil italiano ha registrato un calo del 12,4% rispetto al trimestre precedente e  del 17,3% nei confronti del primo trimestre del 2019.

La voglia di riposare (per chi può permetterselo, sia chiaro) è tanta. I dati indicano che 4 italiani su 10 andranno in vacanza ad agosto, e mai come quest’anno, gli italiani se lo meritano.

Ma allontanarsi dai pensieri quotidiani è un lusso non solo economico o di status, ma anche frutto di un’attenta pianificazione finanziaria che mai come ad agosto deve andare a braccetto con la pianificazione fiscale. Per pianificazione fiscale si intende comunemente lo strumento attraverso il quale il contribuente organizza le proprie fonti di reddito, al fine di ridurre al minimo la base imponibile sulla quale saranno poi calcolate le imposte. In questa sede, il riferimento è semplicemente alla consapevolezza di quanto  si dovrà pagare e quindi accantonare per trovarsi pronti come contribuenti.

Il mese di agosto 2020 non risulta esente dagli appuntamenti con il fisco, e gli stessi risultano per lo più concentrati dopo giorno 20, ovvero dopo la ripresa degli adempimenti sospesi a seguito della sospensione feriale di ferragosto. Tra le scadenze fiscali rilevanti, si segnala naturalmente il versamento delle imposte, ma anche la scadenza per le presentazione della domanda per l’accesso al contributo a fondo perduto previsto dal decreto “Rilancio” per sostenere l’imprese in difficoltà a seguito dell’emergenza coronavirus. Ad agosto inoltre vi è fino al 31, la sospensione dei termini processuali nell’ambito del processo tributario, ad esempio per presentare un ricorso alla commissione tributaria.

Cosa c’entra la pianificazione finanziaria in tutto questo? 

 “Un buon pianificatore, non risparmia quello che rimane dopo aver speso, ma spende quello che rimane dopo aver risparmiato “(almeno così ha detto W. Buffet)!

Possiamo dunque affermare che ogni giorno compiamo delle decisioni economiche, scegliamo quanto spendere, cosa acquistare nell’immediato e quali spese rimandare. Quotidianamente, talora consapevolmente, altre volte con leggerezza, scegliamo quanta ricchezza destinare ai bisogni futuri e quanto investire per conservare o far crescere nel tempo il valore del proprio risparmio. 

Comportarsi ad ogni livello di reddito, ognuno nel proprio piccolo o grande, come fanno le aziende più strutturate, dotate di consulenti fiscali altamente professionalizzati, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per creare valore. Effettuare un’attenta pianificazione strategica, un controllo di gestione efficiente e dinamico e intraprendere un percorso di pianificazione finanziaria aziendale significa voler verificare che lo sviluppo di un’impresa corrisponda effettivamente a un determinato equilibrio finanziario. Per l’azienda, lo strumento che si preserva il compito nonché l’obiettivo di costruire e simulare in anticipo la crescita della stessa è rappresentato dal business plan, che serve appunto a gestire e verificare in modo pratico gli effetti di un’eventuale pianificazione finanziaria aziendale. Quest’ultima, infatti, a servizio del business plan dell’impresa, è in grado di stabilire se la formula messa in atto dall’azienda sia sostenibile e soprattutto se sia sufficientemente profittevole nei rapporti con i finanziatori. La pianificazione inoltre obbliga a precisare quali siano i reali obiettivi finanziari e se sono coerenti con la strategia complessiva adottata dall’azienda.

Anche nel bilancio famigliare, e questo vale ancor di più per i liberi professionisti e le partite iva, avere chiari gli obiettivi, seguire passo passo l’andamento del proprio fatturato e delle spese, nonché la crescita della propria attività e gli obiettivi che si possono conseguire, è essenziale per non trovarsi sguarniti in mesi come agosto, in cui l’appuntamento con il fisco è dirimente.

Anche in questo caso la risposta alle domande “quali sono i miei bisogni?”, “quali sono i miei obiettivi?”, sono fondamentali per una corretta elaborazione di strategie  di accantonamento di risorse necessarie a pagare le imposte, come di creazione di ricchezza e valore aggiunto per il patrimonio di ogni singolo risparmiatore e/o risparmiatrice. Solo la corretta risposta a queste domande, che dovrebbero essere poste dal consulente finanziario o interlocutore qualificato deputato a seguire le nostre finanze, può e deve guidare le scelte d’investimento.

Nel 1954 il grande psicologo americano Abraham Maslow,  pubblicò quello che a tutt’oggi rimane un caposaldo in questo campo: “Motivation and Personality”. Il libro conteneva quella che è conosciuta con il nome di “piramide di Maslow”, ovvero la descrizione della gerarchia dei bisogni umani (1).

 

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Ebbene, nel campo della consulenza finanziaria, questa piramide, è diventata la base da cui partire quando si vuole seguire un cliente nel modo più professionale possibile. Traducendo in termini finanziari quanto Maslow aveva teorizzato a suo tempo in ambito psicologico, bisogna tener conto, partendo dalla base della piramide:

  1. Dell’area della protezione: sono presente coperture adatte a far fronte a spese impreviste in ambito sanitario per il singolo e per tutta la famiglia?
  2. Liquidità (cash flow per le aziende): un’attenta analisi è necessaria per gestire al meglio le necessità quotidiane (mutui; spese alimentari; vestiario; medicine; educazione e formazione, etc);
  3. Riserva: avere o creare uno spazio di manovra per le spese impreviste;
  4. Previdenza: creare il proprio tenore di vita futuro, quando non sarà più possibile contare su upgrade professionali;
  5. Investimento: creare valore nel lungo periodo, mettendo a servizio di progetti più ambiziosi parte delle proprie riserve a braccetto con il fattore tempo (con un guadagno atteso quindi più importante);
  6. Extra rendimento: utilizzare una parte molto residuale dei propri risparmi, che non incida sulle aree di bisogno appena esposte, per scommesse più speculative.

Ebbene, in tutte le prime 4 aree appena enucleate è possibile e necessario accantonare una quota delle proprie risorse per il pagamento delle imposte.

Pianificare vuol dire decidere ed essere artefice del proprio futuro, soprattutto nei momenti di difficoltà.

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